Topic:
22 Giugno 2024

San Tommaso Moro

Non si piegò al re Enrico VIII quando si autoproclamò capo della Chiesa d'Inghilterra
San Tommaso Moro
San Tommaso Moro pagò con la vita la sua integrità morale: «Muoio nella fede della Chiesa cattolica e per la fede in essa»
Thomas More nacque a Londra nel 1478 da rispettabile famiglia. Compiuti gli studi divenne un famoso avvocato, membro del Parlamento e prestigioso giudice. Nel 1505 sposò Giovanna Colt dalla quale ebbe 4 figli. Giovanna morì nel 1511 e Tommaso sposò in seconde nozze Alicia Middleton. Nel 1516 pubblicò il suo capolavoro “Utopia” dove espose la sua filosofia politica. Nel 1519 Enrico VIII lo nominò suo consigliere regio. Nel 1529 fu nominato Cancelliere del regno. Nel 1532 si dimise perché non accettò l’Atto di Supremazia, per il quale il re diventava capo della Chiesa di Inghilterra. Nel 1534 il re lo fece imprigionare nella Torre di Londra per sottoporlo a pressione psicologica. Tommaso non si lasciò piegare. Fu decapitato il 6 luglio 1535. Viene ricordato il 22 giugno insieme al vescovo Giovanni Fisher, anche lui ucciso da Enrico VIII per non aver firmato l’Atto di supremazia. Nel 2000 Tommaso è stato dichiarato patrono dei politici e dei governanti da Giovanni Paolo II.
 
Nel 1533 il re Enrico VIII ripudiò la moglie Caterina d’Aragona e sposò Anna Bolena. Per fare ciò staccò da Roma la Chiesa inglese, di cui si proclamò l’unico capo. Vescovi, canonici, parroci, monaci, si sottomisero e riconobbero il re quale unico capo spirituale, ammettendo in tal modo la separazione da Roma. Tommaso, cancelliere del Regno, si oppose alle ragioni, tutte false, esibite dal re. Insieme a Giovanni Fisher, unico fra i 15 vescovi inglesi, Tommaso si rifiutò di firmare l’Atto di Supremazia ed entrambi pagarono con la vita il loro rifiuto.

Tommaso che ha considerato l’unità della Chiesa più importante della sua stessa vita, era avvocato, scrittore e uomo politico, e viveva la fede con fermezza e gioia. Andava a dormire presto e si alzava alle due di notte per pregare e studiare la Parola e i Padri della Chiesa fino alle sette del mattino, per poi partecipare alla Messa. Marito e padre affezionato e fedele, si impegnava attivamente nell’educazione religiosa, morale, e intellettuale dei figli. Aveva a cuore i poveri, i malati, i vecchi che cercava di aiutare e soccorrere; ad alcuni di loro donava gratuitamente vitto e alloggio.

Da uomo pubblico dimostrò di essere nemico assoluto dei favoritismi e dei privilegi del potere, e visse con semplicità e umiltà il suo stato di altissimo servitore del re. Stimato da tutti per l’integrità morale, la finezza dell’ingegno, il carattere aperto e scherzoso, servì non il potere ma la giustizia. 
Quando fu condannato a morte per alto tradimento disse ai giudici: «L’apostolo Paolo era presente e consenziente al martirio di santo Stefano. Ora sono entrambi in cielo. Benché abbiate contribuito alla mia condanna, pregherò fervidamente perché voi ed io ci ritroviamo insieme in cielo». 
Tommaso, che ha incarnato la resistenza passiva all’oppressione e la lotta per un mondo migliore è un esempio per gli uomini politici e per ogni cristiano chiamato a confrontarsi ogni giorno con situazioni di ingiustizia e a convivere con leggi ingiuste.