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24 Novembre 2025

Sant'Andrea Dung Lac

Il 24 novembre la Chiesa ricorda i martiri vietnamiti
Sant'Andrea Dung Lac
«Quelli che muoiono per la fede, salgono al cielo»
Andrea Dung Lac nacque nel 1795 nella provincia di Bac-Ninch, nel nord del Vietnam, da genitori talmente poveri che lo vendettero ad un catechista. Il 15 marzo 1823 venne ordinato sacerdote. Dopo essere stato in varie parrocchie, si trovava in quella di Ké-Dam quando iniziarono le persecuzioni contro di lui. Fu arrestato e condotto alla prefettura di Ly-Nham, ma fu riscattato dalla generosità dei cristiani che offrono al mandarino tre verghe d’argento. Passò a predicare nelle province di Hanoi e Nam-Dihn.
Il 10 novembre 1839 fu di nuovo arrestato e rilasciato dopo un versamento di 200 pezze d’argento da parte dei cristiani. Il 16 novembre fu arrestato e condotto nella prigione di Hanoi. Subì vari interrogatori e vari inviti ad apostatare e a calpestare la croce. Restando fermo nella professione della sua fede, fu decapitato il 21 dicembre 1839. Giovanni Paolo II l’ha dichiarato santo nel 1988 insieme ad altri 116 martiri della Chiesa vietnamita, che vengono festeggiati il 24 novembre.

La fede incrollabile dei martiri vietnamiti

Evangelizzato fin dal XVI secolo dai francescani e poi dai Gesuiti, il Vietnam ha conosciuto violente persecuzioni anticristiane. Dal 1625 al 1886 furono emanati ben 53 editti contro i cristiani con la morte di moltissimi fedeli. La Chiesa ha elevato agli onori degli altari 117 di questi testimoni della fede: 21 missionari europei e 96 vietnamiti. Tra questi ci sono 8 vescovi, 50 sacerdoti e 59 laici. Tra di essi troviamo seminaristi, catechisti, semplici laici, fra cui una mamma e diversi padri di famiglia, soldati, contadini, artigiani, pescatori. Subirono tutti una morte atroce: decapitati, strangolati, arsi vivi, squartati, torturati. Tra questi testimoni della fede Andrea Dung Lac è capolista nel calendario liturgico sia per il culto che gode nel suo Paese, sia per la sua vita e morte esemplari. 
Nei secoli trascorsi dall’evangelizzazione ad oggi ci sono stati circa 200mila martiri vietnamiti rendendo tale Chiesa una delle Chiese più provate da persecuzioni sanguinose e ininterrotte. 
Con l’avvento del comunismo nel 1954 a nord e dal 1975 in tutto il Paese, il governo ha cercato in tutti i modi di ostacolare la vita della Chiesa, anche confiscando terreni, edifici e strutture di proprietà ecclesiastica. Ma l’attuale fioritura di conversioni (circa il 10% della popolazione è cattolica), fa veramente affermare che la Chiesa è fecondata dal sangue dei martiri.
Nell’omelia della canonizzazione Giovanni Paolo II ha detto: «Di fronte alle disposizioni coattive dell’autorità riguardo alla pratica della fede, i martiri vietnamiti affermarono la propria libertà di credo, sostenendo con umile coraggio che la religione cristiana era l’unica cosa che non potevano abbandonare, poiché non potevano disobbedire al supremo sovrano: il Signore. Loro sono i nostri maestri, che mi danno la grande opportunità di presentare alla Chiesa intera la vitalità e la grandezza della Chiesa vietnamita, il suo vigore, la sua pazienza, la sua capacità di affrontare le difficoltà d’ogni sorta e di proclamare Cristo».