Di lei scrisse così S. Ambrogio: «Andò al luogo del supplizio gioiosa, agile, con il capo adorno non di corone, ma del Cristo».
Dati certi sulla vita di Agnese non è possibile averne in mancanza di documenti scritti. Tutto ciò che è pervenuto a suo riguardo si riferisce a una fonte orale. Sembra che Agnese sia nata a Roma da genitori cristiani nel III secolo. La data della morte non è certa. Secondo il parere di alcuni storici Agnese avrebbe versato il sangue il 21 gennaio di un anno imprecisato: durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio o durante la persecuzione di Valeriano (258-260 d.C.), ma, secondo altri, con ogni probabilità, ciò sarebbe avvenuto nel 304 durante la persecuzione perpetrata dall’imperatore Diocleziano. Al 21 gennaio, il Calendario liturgico romano celebra la sua memoria, la cui antichità del culto è attestata dalla presenza del suo nome nel Canone Romano (odierna Preghiera Eucaristica I), accanto a quelli di altre celebri martiri: Lucia, Cecilia, Agata, Anastasia, Perpetua e Felicita. Di Agnese parlano i padri della Chiesa come Ambrogio, Agostino, Girolamo, e papa Damaso.
Martire a dodici anni per amore di Gesù
Sul martirio di Sant’Agnese esistono una Passio latina ed una greca, composte ai primi del secolo quinto, che suppliscono con la fantasia alla penuria dei dettagli.
La Tradizione racconta che Agnese era una fanciulla cristiana che voleva vivere tutta per Gesù, servendo i poveri. La piccola Agnese traeva la sua forza e il suo coraggio dall’Eucaristia, che i cristiani celebravano al tramonto del sole riunendosi segretamente in qualche casa, per celebrare la “fractio panis”. Fu chiesta in sposa dal figlio del prefetto della città di Roma, ma al suo rifiuto, venne costretta ad incensare agli dei. Non acconsentendo nemmeno a questo venne esposta nuda nel Tempio della Dea Vesta ma Agnese si nascose tutta dietro i suoi lunghi capelli. Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse. Fu allora trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli: si è resa totalmente conforme a Gesù, agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
Quando fu costretta a scegliere tra la vita mortale e la vita eterna Agnese aveva 12 anni, una fanciulla che per età non ha ancora personalità giuridica né diritto di testimonianza valida in un processo, ma lei ha indossato l’armatura di Dio ed ha resistito, è rimasta salda (cfr. Ef 6,13).
Nella sua breve vita, nella culla della sua famiglia, si era continuamente nutrita di ciò che è vero, nobile, giusto, puro, quello che è amabile, onorato, ciò che è virtù e che merita lode (cfr. Fil 4,8-9), e la sua fede non è venuta meno, non cedendo davanti alle lusinghe o alle minacce del persecutore, né davanti alle torture del carnefice. Per questo il nome di Agnese sarà letto sino alla fine del mondo nel Canone della Messa.
In questi tempi ci sono molti più cristiani martiri che ai tempi di Agnese. Ti sei chiesto in che modo ti comporteresti se anche tu fossi perseguitato per la tua fede?