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2 Maggio 2024

Sant'Atanasio

Il 2 maggio si celebra un campione delle virtù cardinali
Sant'Atanasio
«Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l'uomo e l'umanità».
Il quarto secolo fu un periodo storico molto travagliato per la Chiesa che, uscita dalle persecuzioni, affrontava due gravi problemi: i rapporti con l’autorità imperiale e la difesa della vera dottrina dall’eresia ariana, la quale sosteneva che Gesù, il Verbo di Dio, non era eterno come Dio, ma creato nel tempo, così da non potersi dire realmente figlio di Dio. Quando il mondo intero sembrava divenuto irrimediabilmente ariano, Atanasio lottò strenuamente per il trionfo della vera fede. Per questo viene ricordato dalle Chiese cattolica, ortodossa e copta come “Athanasius contra mundum” (Atanasio contro il mondo), per la sua incrollabile fedeltà al dogma trinitario.
Nacque nel 295-296 da famiglia cristiana ad Alessandria d’Egitto, una delle tre grandi città del mondo antico. Da giovane fu discepolo di sant’Antonio abate.
In qualità di diacono di Alessandro, vescovo di Alessandria, nel 325 presenziò al celebre Concilio di Nicea, nel quale si affermava in modo chiaro la perfetta uguaglianza del Verbo e del Padre, Verbo considerato dalla Chiesa cattolica “generato” e non “creato”, in netta antitesi al pensiero di Ario che negava la divinità del Cristo. Dopo la morte di Alessandro, nel 328, fu acclamato suo successore. Fu vescovo per ben 46 anni, ma furono 46 durissimi anni di lotta durante i quali fu cacciato cinque volte in esilio e si distinse come principale e instancabile difensore della dottrina tramandata dagli Apostoli.
Proprio dopo il concilio di Nicea gli Ariani si diffusero maggiormente e l’eresia sembrò avvelenare tutta la Chiesa d’Oriente, con contaminazioni anche in Occidente. Gli Ariani ebbero sempre la scaltrezza di rifiutare ogni scontro dogmatico in merito alla questione della natura di Gesù, trasformando la discussione in conflitto su questioni personali e in calunnia. Atanasio fu accusato delle più grandi nefandezze: di aver imbrogliato, di aver violentato una donna, di aver ucciso, ma si difese sempre molto abilmente.
Con la parola e soprattutto con i suoi infiammati scritti operò in difesa del credo adottato dal Concilio di Nicea.
Scrisse i Discorsi contro gli Ariani, le 4 Lettere a Serapione, e la celebre Vita di Antonio (abate).
Morì il 2 maggio del 373 nel suo letto, lui che aveva dovuto per buona parte della sua vita girovagare esiliato e profugo. Gregorio, vescovo di Nazianzo, pronunciò il suo elogio funebre e associò il ricordo di Atanasio a quello dei profeti, degli apostoli e dei martiri.
È annoverato tra i 36 dottori della Chiesa. È ricordato inoltre nel calendario anglicano e luterano dei santi. La liturgia lo ricorda il 2 maggio.

Rendiamo grazie per l’indomabile fermezza di carattere di Atanasio che ha permesso a Dio di farlo suo splendido strumento per preservare dall’errore il popolo cristiano. Se siamo la Chiesa di oggi molto lo dobbiamo alle sue virtù cardinali: la prudenza, che dispone a discernere in ogni circostanza il vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo; la giustizia che fa giudicare rettamente; la fortezza che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene; la temperanza in quanto dominio di sé, capacità di ragionare in maniera lucida, non offuscata dalle passioni.