Topic:
6 Marzo 2024
Ultima modifica: 12 Marzo 2024 ore 09:08

Santa Coletta Boylet

Il giorno 6 marzo la Chiesa ricorda la riformatrice delle Clarisse
Santa Coletta Boylet
«La piccola ancella del Signore, indegna e inutile serva»
Nacque a Corbie, in Piccardia (regione della Francia), il 13 gennaio 1381 quando ormai i genitori, il carpentiere Roberto Boylet e sua moglie Caterina, non speravano più di avere figli. La chiamarono Nicoletta (familiarmente Colette) in onore di S. Nicola di Bari, alla cui intercessione si attribuiva la sua nascita.
 
A 18 anni morirono i suoi genitori e lei entrò prima fra le Beghine di Corbie, poi fra le Benedettine ed infine fra le Clarisse. Il 17 settembre 1402 adottando la regola del Terz’Ordine francescano si chiuse in una piccola cella dove si diede a digiuni continui e rigorosi e a molte penitenze. Un giorno, in visione, vide S. Francesco e S. Chiara che la reclamavano per la riforma del loro Ordine. Nel 1406, a Nizza, ricevette il velo di clarissa da Benedetto XIII che l’autorizzava a riformare i monasteri dell’Ordine e a fondarne di nuovi. In quarant’anni fondò o riformò 17 conventi. Morì a Gand nel 1477 e venne canonizzata il 24 maggio 1807 da Pio VII. Dalla liturgia viene ricordata il 6 marzo.
 
Ai tempi dello scisma d’Occidente, con papi e antipapi ciascuno riconosciuto da una parte degli Stati europei, emerse la figura di Coletta, che conduceva un’ardente vita contemplativa e un’intensa attività per riformare le Clarisse. Con un’energia poco comune, Coletta proseguì instancabilmente nella sua missione intesa non tanto a innovare, quanto piuttosto a conservare nel modo più perfetto la forma di vita data da santa Chiara. Lei chiese la grazia di praticare integralmente la povertà, abbandonata da quasi tutti i monasteri delle Clarisse. La Francia ubbidiva a Benedetto XIII (Pietro De Luna), antipapa successore dell’altro antipapa avignonese, Clemente VI. Benedetto XIII confermò Coletta come riformatrice dell'Ordine di S. Chiara e abbadessa generale di tutti i monasteri che avrebbe riformato o fondato. La santa reintrodusse nella vita delle Clarisse “l’altissima povertà”, che implicava non solo l’assenza di proprietà ma una vera e propria spogliazione. La sua straordinaria volontà nel rispettare le originali leggi severe dell’ordine delle clarisse le fece superare le accanite opposizioni provenienti dal clero nel fondare nuovi monasteri.
Sotto la sua guida le religiose vivevano in assoluta povertà evangelica; digiunavano tutto l'anno, tranne la domenica; non mangiavano mai carne; d'inverno e d'estate camminavano a piedi nudi. La validità di questa riforma (approvata nel 1434 dal ministro generale francescano e nel 1458 da Pio II), è testimoniata dalla sua tenuta nel tempo.
 
Insieme a san Vincenzo Ferreri operò per porre fine allo scisma d’Occidente. Scrissero una lettera collettiva ai Padri del Concilio di Costanza, per incoraggiarli a proseguire l'opera della pacificazione della Chiesa. Nel 1417, con l'elezione di Martino V la Chiesa fu di nuovo riunificata.
Coletta, contemporanea di S. Giovanna d'Arco, donna coraggiosa e ispirata da Dio, ha inciso a tal punto con la sua opera di Riforma, da essere indicata come la seconda fondatrice delle Clarisse.