Topic:
18 Novembre 2025

Santa Filippina Rosa Duchesne

Il 18 novembre la Chiesa ricorda la santa missionaria tra gli indigeni d'America
Santa Filippina Rosa Duchesne
«Non posso cancellare dalla mia mente il pensiero degli indigeni; la mia ambizione mi porta fino alle Montagne Rocciose»
Nasce il 29 agosto 1769 a Grenoble (Francia). Studia dalle Visitandine e il monastero la riaccoglie come novizia a 18 anni, ma non fa in tempo a pronunciare i voti perché la Rivoluzione francese fa chiudere i conventi e disperde i religiosi. Quando le comunità religiose riacquistano la libertà, nel 1801, entra nella società del Sacro Cuore, creata un anno prima da madre Maddalena Sofia Barat; a 35 anni può così finalmente emettere i voti religiosi. Nel 1818, insieme a 4 consorelle, va in Louisiana (Stati Uniti), dove il vescovo cerca aiuto per l’assistenza religiosa agli immigrati francesi. Il suo sogno di evangelizzare i nativi americani lo realizza dopo 22 anni di presenza in America: nel 1841 va a vivere tra i Potawatomi, popolazione indiana seminomade, a Sugar Creek (Kansas). Per le sue precarie condizioni di salute deve tornare in Louisiana. Lascia questa terra nel 1852. Beatificata da Pio XII nel 1940, è stata canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1988. 
La liturgia la ricorda il 18 novembre.

Nel Kansas insieme ai nativi americani

A 8 anni sognava di evangelizzare gli indigeni d’America. Passarono più di 60 anni prima che quel sogno, coltivato con tenacia, si avverasse. Il suo carattere inflessibile e tenace, energico e intransigente, è stato col tempo modellato dalla grazia divina. 
Da giovane la Rivoluzione francese le impedisce di concludere il noviziato con le Visitandine. Sembrerebbe una contemplativa mancata, ma Filippina è aperta all’oggi di Dio e riconosce in sé il carisma della Società del Sacro Cuore. Si consegna nelle mani della giovane fondatrice, Maddalena Sofia Barat, e le confida il sogno di essere missionaria nel nuovo continente americano. Madre Barat, convinta che i talenti di Filippina fossero necessari alla giovane congregazione in espansione, la fece rimanere in Francia per altri 12 anni. 
Solo a 49 anni poté partire per l’America del Nord. Dopo 70 giorni di navigazione nell’Atlantico e altri 42 lungo il fiume Mississippi, raggiunsero St. Louis, sede del vescovo Dubourg che le destinò ad insegnare ai figli dei coloni. Filippina ne fu delusa perché si aspettava di lavorare tra i “selvaggi”, ma si dedicò con tutta se stessa e con una vita di profonda preghiera a questa missione, tanto che sotto la sua guida furono aperti altri 5 conventi e relative scuole. A 71 anni accettò l’offerta di avviare una scuola tra i Potawatomi. Arrivata al villaggio insieme a 3 compagne, i pellerossa diedero il benvenuto alle “spose del Grande Spirito”. Un grande ostacolo per lei fu la lingua, che non riuscì ad imparare. Perciò si prodigava nel visitare gli ammalati e portare conforto ai moribondi. Passava lunghe ore in ginocchio davanti al tabernacolo nella cappella di tronchi. Molti indiani la guardavano, si avvicinavano senza far rumore, s’inginocchiavano e baciavano l’orlo del suo abito consunto o le frange dello scialle. La soprannominarono Quah-Khan-ka-num-ad: donna che prega sempre. Con la sua vita Filippina ci insegna a restare sempre aperti alla grazia di Dio, ad avere pazienza con i suoi tempi, sempre differenti dai nostri!