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14 Aprile 2024

Santa Liduina di Schiedam

Il 14 aprile si ricorda la giovane immobilizzata a letto che dialogava con gli angeli
Santa Liduina di Schiedam
«Sono lieta nelle sofferenze che sopporto a favore del corpo di Cristo, che è la Chiesa» (cfr. Col 1,24).
Nasce il 18 marzo 1380 a Schiedam (Olanda). Nel 1395, a 15 anni, cedendo alle insistenze di alcune amiche, va con loro a pattinare, ma cade e per le lesioni subite non riesce a rialzarsi. La portano in casa, nel suo letto, dove rimarrà per ben 38 anni, fino alla morte. Un prete l’aiuta a comprendere il senso delle sue sofferenze: ogni dolore suo porta salvezza ad altri. Da quel momento accetta l’infermità, venendo gratificata da favori divini come apparizioni di angeli, della Vergine e di Gesù, dal quale ebbe impresse le stigmate dolorosissime ma, dietro sua preghiera, rese invisibili agli occhi altrui. Molte persone vennero a renderle visita, per essere rincuorate e consolate dalla sua fede, divenendo meta di pellegrinaggi dalle Fiandre, dalla Germania e persino dall’Inghilterra.
Nasce al cielo il 14 aprile 1433, martedì di Pasqua. Leggera è la sua bara, perché Liduina passava giorni e giorni senza cibo. Leone XIII nel 1890 ne ha confermato il culto. Viene ricordata dalla liturgia il 14 aprile.
 
Paralizzata a letto a causa di una caduta mentre pattinava sul ghiaccio, sopraggiungono altre malattie, i dolori continuano ad aumentare ed in Liduina cresce la ribellione, il domandarsi: «Perché proprio a me?». Un giovane sacerdote, Giovanni da Pot, le spiega che anche Gesù ha sofferto da innocente ed in tal modo si è fatto carico di tutto il disordine, del peccato di ogni uomo, e l’ha pagato lui che non aveva mai conosciuto peccato. 
Se il suo dolore era unito al dolore di Gesù ed in tal modo portava salvezza al mondo, allora sì che valeva la pena di accettarlo e portarlo con gioia, pensò Liduina! Con l’entusiasmo e la semplicità dei suoi pochi anni, non vedeva più il restare costretta a letto come una sciagura, bensì come una grazia per lei e per tutte le persone che amava ed avvicinava. E così gli apparentemente sani che la avvicinavano si sentivano curati dai loro mali segreti dopo essere stati accolti, ascoltati e consigliati da lei. La sua casa era il luogo della speranza e della festa per la conversione delle anime.
Il Signore oltre a unirla a Cristo crocifisso, le concesse le gioie dell’estasi: entrò a contatto con gli angeli e viaggiò insieme ad essi per le terre abitate, in Purgatorio e in Paradiso dove ebbe la visione della Madonna e del Cristo. Un giorno le apparve sulla testa un’ostia eucaristica splendente di luce, che fu vista anche da parenti e vicini, ma che fu ritenuta dal parroco un inganno demoniaco. Quel parroco fu poi destituito dal vescovo, mentre la camera della santa diventò meta di pellegrinaggi.
Nel 1901 Joris Karl Huysmans pubblicò a Parigi una biografia di Liduina dal titolo La donna che parlava con gli angeli, e tale libro contribuì a rendere popolare la figura di Liduina oltre che in Belgio anche in Francia.
Liduina fece sue le parole di san Paolo: «Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24).