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15 Marzo 2024

Santa Luisa de Marillac

Il 15 marzo la Chiesa ricorda la santa che con Vincenzo de' Paoli fondò le Figlie della Carità
Santa Luisa de Marillac
«Non abbiate occhi e cuore che per i poveri»
Luisa nasce a Parigi il 12 agosto 1591, da Luigi de Marillac, signore di Ferrières, imparentato con la migliore nobiltà di Francia, e da madre ignota, probabilmente una domestica. Riceve un’educazione raffinata, sia sul piano spirituale che su quello umanistico. Perde il padre all’età di 11 anni. Si sposa nel 1613 con Antonio Le Gras dal quale ha un figlio e rimane vedova nel 1625, a 34 anni.
Conosce Vincenzo de' Paoli il quale la dirige verso il bene del prossimo e, nel 1633, insieme fondano le Figlie della Carità, totalmente al servizio di Cristo nella persona dei poveri. Legati da una stretta collaborazione e da una grande amicizia, Luisa e Vincenzo risposero insieme alle chiamate dei più diseredati del loro tempo. Nel febbraio del 1660 si ammala e muore il 15 marzo. Beatificata il 9 maggio 1920 e canonizzata l'11 marzo 1934 dal Papa Pio XI, è proclamata patrona delle opere sociali nel 1960 da papa Giovanni XXIII. La liturgia la ricorda il 15 marzo.
 
Avrebbe potuto rimanere una vedova ripiegata sul proprio dolore, in preda a scrupoli religiosi, che ripensava sempre alle sue colpe e ai suoi errori, una donna disorientata, cagionevole di salute, ma l’incontro con Vincenzo de’ Paoli l’aprì ad una vita nuova, liberando forze segrete.
Vincenzo trattandola ora con infinita dolcezza, ora con forte determinazione, la condusse gradatamente a liberarsi da tante forme di devozionismo penitente e ad abbandonarsi sorridente all’amore di Dio. All’ombra di Vincenzo Luisa donò il suo tempo e il suo cuore nel servizio dei poveri, rivelandosi un’organizzatrice di prim’ordine, ma anche una donna energica e coraggiosa con una spiritualità originale.

Vincenzo e Luisa, destinati a comprendersi tanto bene e a completarsi a vicenda, fondarono le Figlie della Carità, le quali giravano per le strade sempre alla ricerca di poveri e di malati per dar loro aiuto, assistevano i galeotti, gli anziani poveri, gli artigiani invalidi e privi di mezzi, i neonati abbandonati. Era uno spettacolo inaudito e rivoluzionario che andava al di là dai soliti schemi mentali ecclesiali vigenti fino a quel tempo: delle donne religiose fuori del convento e addirittura per strada a cercare i poveri più poveri!
Alle prime giovani che entrarono a far parte della congregazione Luisa fece capire come attraverso il povero si serve Cristo perché il povero e Cristo sono la stessa realtà, e le condusse piano piano ad un servizio umile, cordiale, compassionevole, pieno di rispetto.
La loro regola recita: «Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della città o le sale degli ospedali, per clausura l'obbedienza, per cancello il timor di Dio, per velo la santa modestia».
Rendiamo grazie alla forza incommensurabile dell’amore di Dio che ha reso Luisa dono totale ai poveri, in un servizio umile e disinteressato, non solo guardando all’assistenza ma anche alla promozione di ogni persona emarginata.