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22 Febbraio 2025

Santa Margherita da Cortona

Da peccatrice a santa. Il 22 febbraio si fa memoria della "Poverella" che ha conquistato il cielo con la sua umiltà.
Santa Margherita da Cortona
«Con la grazia io ti ho fatta bellissima davanti a me nel cielo» (Gesù a Margherita)
Margherita nasce nel 1247 a Laviano (PG), in una famiglia contadina. All’età di 8 anni rimane orfana della madre e viene allevata da una matrigna gelosa che la maltratta. A 18 anni fugge con Arsenio, giovane di Montepulciano da cui, in 9 anni di convivenza, ebbe un figlio. Nel 1273 Arsenio muore. Trova alloggio da due nobildonne a Cortona e un lavoro come infermiera per le partorienti. Si pone sotto la guida spirituale dei frati di san Francesco: nel 1277 diventa terziaria francescana. Prende con sé alcune volontarie che si chiameranno “Poverelle”, promuove l’assistenza gratuita a domicilio e nel 1278 fonda per i poveri l’ospedale della Misericordia. Nel 1288 si chiede il suo intervento per mettere pace nelle contese cittadine tra famiglie in lotta, tra guelfi e ghibellini. Gli ultimi 9 anni li trascorre da reclusa, nel silenzio e nella contemplazione. Lascia questa terra il 22 febbraio 1297, ad appena 50 anni. La Chiesa l’ha proclamata santa nel 1728, e ne ha fissato la memoria il giorno 22 febbraio.

Dedita alla preghiera e al servizio dei poveri

Margherita è stata sempre pronta a dare senza misura, con passione, senza calcoli, senza timore. 
Nella prima parte della sua vita la sete d’amore che la pervadeva la spinse ad andare a convivere con un giovane di Montepulciano, Arsenio. Questi la convinse a fuggire e a rifugiarsi nel suo castello di famiglia. Margherita si fidò di questo “principe azzurro” che le apriva orizzonti più confortanti della sua situazione familiare, nella quale doveva sottostare alle angherie della matrigna. Il compagno, che non si assunse mai le proprie responsabilità in una stabile unione coniugale, ricolmò Margherita di doni e ricchezze che la resero ben presto una donna elegante e sempre sontuosamente vestita, ma additata al pubblico disprezzo per la sua situazione irregolare e scandalosa. Alla morte di Arsenio, a 25 anni, Margherita trovò la forza per cambiare. Rifiutata dalla sua famiglia e da quella di Arsenio, si mise nelle mani dei frati francescani (il poverello era morto da appena 50 anni); nella preghiera e nel servizio ai più poveri trovò lo Sposo che non delude perché non illude, il pienamente fedele, che mai l’avrebbe abbandonata. 
Aperta la propria povera casa ai miserabili si dedicò completamente ed essi ad alla penitenza più rigida. L’intensa vita contemplativa la portò ad avere esperienze mistiche e visioni, dedicandosi in modo privilegiato alla meditazione della Passione del Signore. 
Lei non scrisse niente ma le sue esperienze spirituali (visioni e dialoghi con Cristo) furono riportate dal suo biografo e confessore francescano fra’ Giunta Bevegnati. Pur essendo profondamente presente a Dio, non visse estranea al mondo circostante, ma si fece vicina alle persone che ricorrevano a lei per essere consolate e guarite dai mali fisici, morali e spirituali.
Nell’infinito amore di Dio Margherita aveva trovato compimento ad ogni suo desiderio, lasciando che il suo piccolo cuore fosse dilatato all’inverosimile dall’amore incontenibile di Dio.