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13 Aprile 2024

Santa Margherita di Città di Castello

Il 13 aprile viene ricordata la giovane Margherita, santificata dal popolo
Santa Margherita di Città di Castello
«Il Signore è un pastore colmo d'amore che mi guida anche se sono cieca.»
Margherita venne alla luce nel 1287 nel borgo fortificato di Metola (Urbino), in una famiglia della piccola nobiltà. Oltre a delle malformazioni fisiche subito evidenti, non possedeva nemmeno il dono della vista. La bambina però appariva sveglia, intelligente e buona e venne affidata alle cure spirituali e culturali del cappellano. Essendo dotata di una forte memoria, fece tesoro di ogni istruzione, imparando a memoria tutti i Salmi.
A 5 anni venne portata dai genitori a Città di Castello (PG) in cerca di un miracolo che non si compì. I genitori, forse considerando che la vita all’interno del castello era pericolosa per tutti e soprattutto per una bambina cieca e zoppa, decisero di lasciare Margherita presso un convento di suore in attesa di passare a riprenderla in tempi migliori. I genitori non tornarono più probabilmente perché vennero uccisi nei frequenti assalti al fortilizio della Metola.
Le suore si resero conto che la clausura non si addiceva ad una ragazzina così piccola e l’affidarono a Venturino e donna Grigia, che abitavano in una bella casa in pietra (tutt’ora conservata integra) nella stessa piazzetta del convento. Crebbero Margherita come fosse loro figlia, senza alcuna discriminazione. 
Donna Grigia la inserì nel contesto delle laiche domenicane e la portava con sé quando si dedicava ai poveri e ai carcerati fintanto che Margherita conobbe le vie di Città di Castello. In questo modo riusciva a recarsi da sola a portare conforto ai condannati a morte che attendevano l’esecuzione, agli altri carcerati, ai malati. Parlava loro della misericordia di Dio Padre, ripetendo le frasi dei Salmi che più la colpivano: «Il Signore è un pastore colmo d’amore che mi guida anche se sono cieca. Dio è lento all’ira e pieno di amore! Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Quanto è in me benedice il suo santo nome, lo loda in ogni tempo!» (tratto dai Salmi 22 e 103). 
Morì il 13 aprile 1320, in casa di donna Grigia e, appena diffusa la notizia, molta gente accorse nella chiesa di San Domenico vietando ai frati di seppellirla sotto terra. Fu messa in chiesa, dove, sotto l’altare, il suo corpo incorrotto riposa ancora oggi.
I domenicani diffusero il culto di Margherita in tutto il mondo. In America, in Canada, nelle Filippine e in tante nazioni è, oggi, conosciuta e invocata, soprattutto nei centri di aiuto alla vita a lei dedicati. La liturgia la ricorda il 13 aprile.
 
Margherita era donna di preghiera, non di formule ripetute a memoria ma di colloquio vero con Dio: non potendo farsi distrarre da nessuna immagine si concentrava totalmente nella relazione intima ed appassionata con Dio. Assorta nella contemplazione, ascoltava la voce di Dio e comprendeva i bisogni degli uomini, non diventando oggetto di assistenza ma soggetto in grado di amare gratuitamente. È vissuta sette secoli fa e ne era stato approvato il culto nel 1609, ma solo nel 2021 Papa Francesco ha concesso la canonizzazione equipollente di Margherita, in altre parole ha approvato, con un semplice decreto, un culto spontaneo esistente da tempo. 
Durante i secoli trascorsi non è stata canonizzata dalla Chiesa ma dal popolo, che ha visto in lei una “guaritrice ferita”, un’umile donna, colpita dalla disabilità in varie forme, che permetteva a tutte le persone che incontrava di intravedere l’amore misericordioso di Dio.