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15 Ottobre 2024

Santa Teresa d'Avila

Il 15 ottobre si ricorda la grande mistica che scrisse "Il castello interiore"
Santa Teresa d'Avila
Diceva di sé la santa d'Avila: «Teresa senza la grazia di Dio è una povera donna. Con la grazia di Dio è una forza»
Teresa de Cepeda y Ahumada nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo 1515 da Alonso Sanchez de Cepeda e Beatriz de Ahumada, una nobile e religiosa famiglia. Il 2 novembre 1536 divenne Carmelitana nel Monastero dell’Incarnazione di Avila, col nome di Teresa di Gesù. Attraverso molte peripezie, contrasti e sofferenze, attuò la Riforma del proprio Ordine e diede origine ai Carmelitani Scalzi. In data 24 agosto 1562 fondò ad Avila il suo primo monastero, dedicato a san Giuseppe. Nel 1568 le nuove fondazioni si estendevano al ramo maschile, con il primo convento a Duruelo. 
Numerosi, intensi e faticosi furono i viaggi che Teresa intraprese per le sue fondazioni, subì diversi processi da parte dell'Inquisizione e visse gravi tensioni tra l'Ordine e il nuovo gruppo.
Le sue opere principali sono il “Libro della mia vita”, il “Cammino di perfezione”, i “Pensieri sull’amore di Dio” e “Il Castello interiore”. 
Morì ad Alba De Tormes il 15 ottobre 1582 . È stata canonizzata nel 1622. Nel 1970 papa Paolo VI l’ha proclamata Dottore della Chiesa insieme a santa Caterina da Siena.

La riformatrice del Carmelo

Il tribunale dell’Inquisizione la definì una persona allucinata e suggestionabile, una femmina sessualmente repressa, una donna indecisa e ipocondriaca, una masochista. Invece, percorrendo le strade della Castiglia nel freddo più intenso e nelle estati polverose, a dorso di mulo o in carri coperti, Teresa operò la riforma del Carmelo organizzando la vita dei monasteri secondo lo spirito e l’austerità della Regola primitiva.
Nell’ottenere la Riforma usò coraggio e intelligenza, molto buon senso e tanta furbizia, per districarsi tra le innumerevoli difficoltà frapposte dalle monache, per la durissima resistenza dei Carmelitani Calzati che non ne volevano sapere di farsi riformare da una donna, nel rapportarsi con i superiori dell’Ordine che la definirono donna inquieta e vagabonda. 

L’attività di Teresa era sorretta da una vita spirituale straordinariamente viva e profonda, che le faceva percepire la presenza di Dio costantemente. Con Gesù aveva un rapporto di dialogo totale, di amicizia profonda, di comunione d’amore fino allo stato di unione mistica o sponsale.
Cristo era al centro dei suoi affetti e pensieri, del suo tempo di preghiera e di azione. A questo livello di relazione con Dio non arrivò all’improvviso, ma per gradi, percorrendo le tappe di un difficile cammino ascetico che la portò piano piano a domare il suo carattere, a vincere la tentazione della vita comoda nella quale per tanto tempo si era adagiata. Aveva infatti 39 anni quando una esperienza interiore la fece scuotere dalla vita tiepida e senza slanci che fino ad allora aveva vissuto.
Teresa trascinò un gran numero di anime nel vortice della sua passione mistica ed ascetica, anche grazie ai suoi scritti che stilò su ordine del confessore. Obbedì non senza resistenza; disse infatti: «Perché vogliono che io scriva? Lo facciano i dotti, quelli che hanno studiato: io sono ignorante...». Il sentirsi amata infinitamente da Dio e il lasciar lavorare pienamente la sua grazia in lei è stata la sua somma sapienza.