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12 Aprile 2024

Santa Teresa di Gesù delle Ande

Il 12 aprile la Chiesa fa memoria della prima santa cilena
Santa Teresa di Gesù delle Ande
«Amare l'Essere immutabile, Dio che mi ha amata infinitamente, da un'eternità»
Giovanna Fernandez Solar nacque a Santiago del Cile il 13 luglio 1900, quartogenita di 6 figli dei coniugi Miguel Fernández Jaraquemada e Lucia Solar Armstrong, famiglia di elevata condizione sociale. Al fonte battesimale venne chiamata Juana Enriqueta Josefina de los Sagrados Corazones Fernandez Solar. Familiarmente era chiamata, e ancora oggi è conosciuta con il nome di Juanita. Entrò nel convento delle carmelitane di Los Andes il 7 maggio 1919, prendendo il nome di suor Teresa di Gesù. Fece voto di povertà, obbedienza e castità il 27 giugno e ricevette l'abito da novizia il 14 ottobre dello stesso anno. Il 1º aprile 1920, Suor Teresa si ammalò gravemente. Dinanzi all'imminenza della sua morte, e vista la santità della sua vita, la superiora permise che prendesse il voto di carmelitana professa e Sposa di Cristo, in articulo mortis, il 7 dello stesso mese. Morì dopo tre giorni, il 12 aprile 1920.
San Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 3 aprile 1987 e canonizzata il 21 marzo 1993. È la prima santa cilena e viene ricordata il 12 aprile.
 
Per la sapienza umana sembra non esserci senso nella vita di questa giovane che a 19 anni si ritira in un monastero di carmelitane e a 20 muore di tifo. Può al massimo classificarla come una disgrazia per la perdita di una giovane vita. Invece, per la sapienza che viene dallo Spirito Santo, la Chiesa ha saputo vedere in questa giovane cilena, dalla personalità ardente, il grande desiderio di conformarsi totalmente a Gesù. 
«Quanto sono felice! - scrive a sua sorella Rebecca, il 15 aprile 1916 - Aspiro ogni giorno ad entrare fra le Carmelitane, per non occuparmi più che di Gesù, per unirmi a Lui e non vivere più che della Sua vita: amare e soffrire per salvare anime. Sì, ho sete di anime, perché so che è quello che piace sommamente a Gesù. Devo offrire al mio Fidanzato il sangue che ha versato per ciascuna di esse».

Nella primavera del 1918, si offre quale vittima d'amore e di espiazione, in risposta ad un'ispirazione del Sacro Cuore di Gesù. Pur così giovane, ha chiesto di essere unita a Gesù anche nella sofferenza, la quale non è un bene in sé, ma è l’amore che spinge ad essere come Gesù, il quale ha molto sofferto per la nostra salvezza e l’amore rende simili all’amato! C’è chi, in questo amore, è stato assimilato a Cristo vivendo nella propria carne le stigmate e una sofferenza prolungata; c’è chi è stato chiamato alla donazione totale a pochi anni dalla nascita. Noi non sappiamo il perché di questi modi diversi; solo il Signore nella sua sapienza sa come ognuno porta a compimento la sua missione su questa terra. Nemmeno possiamo sapere quante anime, con l’offerta della vita di Juanita, siano state favorite e sollecitate all’aprirsi alla grazia di Dio. Il solo nostro compito è benedire e lodare il Signore che nella breve e apparentemente insignificante vita di Juanita, ha manifestato un grande mistero d’amore, lo stesso che ha portato Cristo a morire in croce e che chiede sempre molto silenzio e contemplazione per coglierlo nella sua immensa portata.