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14 Febbraio 2025

Santi Cirillo e Metodio

Il 14 febbraio la Chiesa ricorda i due monaci che sono i patroni d'Europa
Santi Cirillo e Metodio
«Vi è, in questo mondo, qualcosa di più dolce che vivere e morire per la Santa Trinità?» (San Cirillo)
I loro nomi di battesimo erano Costantino e Michele, ma sono conosciuti come Cirillo e Metodio, il nome che assunsero da monaci. Nacquero a Tessalonica, l’attuale Salonicco, verso gli anni 820-830. Dopo una brillante carriera (il primo in campo filosofico, il secondo in ambito politico-amministrativo), decisero di ritirarsi in monastero. Nell’anno 863 furono inviati a predicare il vangelo tra gli slavi della Moravia su richiesta del principe Ratislav. Crearono l’alfabeto slavo (detto cirillico) e tradussero in questa lingua la Scrittura e i testi della liturgia. Furono aspramente attaccati dal clero latino perché la tradizione riconosceva solo tre lingue per la liturgia: l’ebraico, il greco e il latino. Nell’867 Papa Adriano II autenticò la loro missione e accettò il loro metodo apostolico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Metodio, fu consacrato vescovo e, pur subendo persecuzioni, evangelizzò la Pannonia. Morì il 6 aprile 885. La liturgia fa loro festa il 14 febbraio. 

Apostoli degli slavi e patroni d’Europa

Nell’epoca della profonda divisione dell’Europa cristiana, scissa dalle rivalità tra Impero bizantino e Impero carolingio, e dal conflitto tra il patriarca di Costantinopoli e il papa di Roma, Cirillo e Metodio non si misero in mostra come partigiani degli interessi politici di questa o quella potenza temporale. Il loro massimo interesse era annunciare Cristo fedelmente e portarono a compimento la missione a loro affidata, l’evangelizzazione della Grande Moravia, traducendo la Bibbia in lingua slava e celebrando in tale lingua la liturgia, gettando così le basi di una vera cultura cristiana popolare. Non si scostarono mai dalle regole essenziali dell’apostolato cristiano: adattare il messaggio alla cultura del popolo, valorizzare i punti di aggancio del vangelo con la mentalità della gente, ricerca costante dell’unità. Infatti Cirillo e Metodio svolsero il loro servizio missionario in unione sia con la Chiesa di Costantinopoli, dalla quale erano stati mandati, sia con la sede romana di Pietro, dalla quale furono confermati, manifestando in questo modo l’unità della Chiesa, ancora non colpita dalla sventura della divisione.  
Se un tempo i due fratelli greci venivano celebrati soprattutto come “apostoli degli Slavi”, ora si privilegia l’importanza spirituale della loro opera in favore dell’intera Europa. Per questo Papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica Egregiae virtutis del 1980  li ha proclamati compatroni dell’Europa accanto a Benedetto da Norcia. Nel 1985 nell’enciclica Slavorum apostoli, Giovanni Paolo II afferma: «Cirillo e Metodio, nella loro personalità e nella loro opera, sono figure che risvegliano in tutti i cristiani una grande “nostalgia per l’unione” e per l’unità tra le due chiese sorelle dell’Oriente e dell’Occidente». Questa nostalgia per l’unione coinvolga anche tutti noi  e ci spinga a pregare e a lottare perché sparisca ciò che divide le Chiese, i popoli, le nazioni e le diversità di tradizioni e di cultura diventino il reciproco completamento di una comune ricchezza.