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11 Marzo 2021
Ultima modifica: 11 Marzo 2021 ore 07:38

Terre rare: perché non possiamo farne a meno

Neodimio, praseodimio, disprosio, cerio. Sono materiali rari presenti nella nostra tecnologia. Per estrarli si creano danni ambientali. Ma qualcosa sta cambiando.
Terre rare: perché non possiamo farne a meno
Quasi l'85% delle terre rare sono estratte e lavorate da imprese cinesi, in modo non sempre legale. E con impatti ambientali elevatissimi. Cosa sta succedendo?
Neodimio, praseodimio, disprosio, cerio. Sono nomi di materiali che, probabilmente, non avete mai sentito, ma presenti in molti oggetti che usiamo ogni giorno: telefoni cellulari, computer, motori elettrici, auricolari, batterie.
Si tratta di terre e metalli rari, non tanto perché siano difficili da trovare in natura ma perché sono rari i giacimenti che ne contengono grandi quantità e possono quindi essere sfruttati con profitto. Al momento
quasi l'85% delle terre rare sono estratte e lavorate da imprese cinesi, in modo non sempre legale. E con impatti ambientali elevatissimi.

Economia a basse emissioni di gas serra e sostanze tossiche

Per isolare le terre rare dai minerali nei quali sono contenute sono impiegate sostanze altamente tossiche, come l'acido cloridrico o l'acido nitrico, che finiscono per inquinare suoli e falde acquifere. 
Questi elementi, però, hanno proprietà magnetiche, elettriche e ottiche uniche, ed è quasi impossibile farne a meno o comunque non è conveniente dal punto di vista economico.  
Il neodimio e il praseodimio, in particolare, saranno sempre più cruciali per la transizione verso un’economia a basse emissioni di gas serra, perché utilizzati nei magneti delle pale eoliche e delle auto elettriche. 

Si può ridurre l'impatto negativo sull'ambiente e sulla salute?

Come possiamo quindi utilizzare le terre rare riducendo al minimo gli impatti negativi sull'ambiente e sulla nostra salute?
Come consumatori potremmo, per esempio, sostituire il nostro cellulare con un Fairphone, lo smartphone con i più elevati standard etici nell'approvvigionamento delle materie prime. Dal dicembre del 2020 tutto il neodimio contenuto negli altoparlanti e nei motorini per la vibrazione del Fairphone è ottenuto dal riciclo di vecchi cellulari. E quindi non ha inquinato ulteriormente l'ambiente per essere prodotto.  
Anche Apple, che produce gli Iphone, si sta attrezzando per recuperare i preziosissimi materiali contenuti nei suoi cellulari. Agli inizi del 2020 ha ultimato lo sviluppo di Daisy, un robot in grado di fare a pezzi 200 cellulari all'ora, recuperando 14 diversi minerali, tra cui numerose terre rare.
Nel frattempo si stanno sviluppando attività di produzione dei metalli rari fuori dalla Cina, nel rispetto di normative ambientali più severe.
Alle imprese Lynas (Australia) e MP Materials (Stati Uniti) si potrebbe aggiungere presto la britannica Pensana Rare Earths.
La loro sfida è molto ambiziosa: dimostrare che questi minerali possono essere estratti e lavorati rispettando l'ambiente e la salute delle persone.