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15 Novembre 2020
Ultima modifica: 20 Novembre 2020 ore 10:50

Vangelo di domenica 15 novembre: i dieci talenti

Siate legati a Cristo cogliendo gli inviti che vi fa, le occasioni che lui offre e fate i passi correndo il rischio delle decisioni!
Vangelo di domenica 15 novembre: i dieci talenti
Foto di Udit Saptarsh
Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Dal Vangelo di Matteo (Mt 25, 14-15.19-21)

Commento al Vangelo di domenica 15 novembre 2020

Il Signore condanna il servo che ha nascosto ben bene il suo solo talento perché non ha avuto il coraggio di rischiare. Lui ha fatto questo ragionamento: «Se io mi metto a trafficare il talento dato corro dei rischi; non voglio correre dei rischi, perciò non mi muovo; ridò a lui quello che mi ha dato».
Perché ragiona così? Perché non ha accettato il rapporto che gli veniva offerto; dice infatti la parabola che il padrone volle dare i suoi beni: un atto di fiducia, proveniente da amore che chiedeva amore. Il servo non ha accettato il rapporto, non è entrato nella logica dell’amore che è senza calcoli. Il servo è rimasto nella prospettiva della gretta obbedienza e paura, quindi incapace di correre rischi.
La vigilanza cristiana è avere trovato uno al di fuori del quale non vi è salvezza, è legarsi al Signore in un rapporto d’amore, dal quale soltanto possono scaturire coraggio, generosità, e libertà.
Legandoci a lui il rapporto si traduce in un’avventura (“adventus”, Dio che viene) fatta di atti coraggiosi e spregiudicati, assumendocene tutto il rischio.
Siate legati a Cristo cogliendo gli inviti che vi fa, le occasioni che lui offre, e fate i passi correndo il rischio delle decisioni!
 
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