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6 Giugno 2021

Vangelo di domenica 6 giugno: «Questo è il mio corpo»

Se noi capissimo un po' che cosa succede nel momento della consacrazione, non lasceremmo mai più la Messa, mai!
Vangelo di domenica 6 giugno: «Questo è il mio corpo»
Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Dal Vangelo di Marco (Mc 14, 12-16.22-26)

Commento al Vangelo di domenica 6 giugno 2021 

Quando nella Messa dico: «Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi e per tutti», in quell'istante si rende presente sull'altare Cristo Signore nelle stesse condizioni in cui era sulla croce, ma risorto. Quindi, in una dimensione diversa da quella umana.
Le parole «Questo è il mio corpo dato a voi, cioè offerto in sacrificio per voi» ci indicano il modo di essere di quel corpo in quel momento. È una cosa che ci sovrasta: la mente umana non può capirlo, non ce la fa. Non abbiamo immagini simili a questa: supera la capacità della limitatezza della nostra intelligenza. Se noi capissimo un po' che cosa succede nel momento della consacrazione, non lasceremmo mai più la Messa, mai!
Non considerate l'andare a Messa come una devozione, perché dopo un po' di tempo non andrete più; ma andate invece come al profondo mistero che si dipana, si manifesta e ti incontra, vita con la vita. In quei silenzi profondi, in quegli istanti, non ti preoccupare di capire, lasciati capire!
 
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