Torture, stupri, violazioni sistematiche dei diritti umani: questo è il trattamento riservato ai migranti riportati nei centri di detenzione dalla Guardia costiera libica. Finanziata dal Bel Paese.
Giovedì 16 luglio
la Camera ha approvato il
finanziamento, per il quarto anno consecutivo, alla Guardia costiera libica dopo che il provvedimento
era già passato in Senato il 7 luglio. Solo 23 deputati della maggioranza hanno votato contro il provvedimento che però ha trovato il sostegno del centrodestra. In sostanza, a parte Italia Viva che ha abbandonato l'Aula in dissenso e Liberi e Uguali che non ha votato, l'intero arco parlamentare ha votato a favore.
Le forze politiche, pur in disaccordo su molte questioni, hanno trovato un'intesa per finanziare coloro che da più
inchieste (leggi il lavoro di Avvenire) sono assimilabili a bande di criminali.
Qualche anno fa ci poteva ancora essere il beneficio del dubbio; le informazioni erano poche e non sempre concordanti, ma oggi l'operato della
Guardia costiera libica non è più in discussione: documenti, inchieste, denunce dell'ONU hanno evidenziato chiaramente come questo corpo sia gestito dalle stesse
persone che guadagnano con il traffico di esseri umani e che gestiscono i centri di detenzione in Libia. Il lavoro di queste persone è quello di pattugliare i 600 km. delle coste libiche per riportare i migranti che vogliono raggiungere l'Europa nei centri di detenzione dove è documentato che
sevizie, torture, stupri sono all'ordine del giorno.
Il reiterato finanziamento alla guardia costiera libica è un governare il fenomeno migratorio che pone una gravissima
questione morale. Come è stato
affermato dalle autorità delle Nazioni Unite: "La comunità internazionale non può continuare a chiudere gli occhi sugli inimmaginabili orrori vissuti dai migranti".
Secondo l'Unhcr al 26 giugno 2020, il numero stimato dei soli
detenuti in condizioni drammatiche negli 11 centri di detenzione ufficiali nelle aree occidentali e centrali della Libia è 2.462.
La società civile della rete
Io Accolgo e molte altre realtà dell'associazionismo si sono unite in questi giorni per chiedere che il Governo abbia un sussulto etico e perché si prodighi per aprire
nuovi corridoi umanitari, che coinvolgano tutti i Paesi europei. Al centro dell'auspicio c'è una distribuzione equa dei migranti intrappolati in Libia e la chiusura definitiva dei lager libici.
Lo stesso
Papa Francesco non ha mai cessato di rivolgere alle autorità il suo appello, auspicando che si ponga fine all'
inferno dei lager libici e «che siano organizzati in modo esteso e concertato i corridoi umanitari per i migranti più bisognosi», come ha detto l'8 luglio a Santa Marta.