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26 Ottobre 2025

Vangelo di domenica 26 ottobre: «Pietà di me peccatore»

Lo scopo della mia vita non è la mia perfezione, ma è la comunione con Dio. Quando perdiamo di vista questo, diventiamo ottenebrati nel nostro cammino.
Vangelo di domenica 26 ottobre: «Pietà di me peccatore»
Foto di jcfotografo
Vangelo della XXX domenica del tempo ordinario - Anno C: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 

Dal Vangelo di Luca (Lc 18, 9-14)

Commento al Vangelo di domenica 26 ottobre 2025 (XXX domenica del tempo ordinario - Anno C)

Lo scopo della mia vita non è la mia affermazione umana, ma neanche la mia perfezione, perché io potrei essere uno che sceglie di essere perfetto per avere un'immagine di me stesso di persona perfetta e avremmo un santo ateo, non certamente santo, ma perfettamente ateo! Lo scopo della mia esistenza non è quello di essere buono, non è quello di essere giusto, neanche quello di essere perfetto; lo scopo della mia vita non è una virtù, lo scopo della mia vita è Dio e la comunione con lui. Quando noi perdiamo di vista questo, diventiamo ottenebrati nel nostro cammino.
Quando noi rientriamo in noi stessi e scopriamo questa realtà che è il senso di tutte le cose, ci appare tutta la stupidità del nostro essere fuori del nostro Dio, del nostro metterci in comunione con tutto fuorché con lui.
Quando scegli di pregare, di’ dentro di te: «Signore, mi voglio arricchire in te, mi voglio mettere in comunione con te, Signore, ti voglio ascoltare» ed allora la preghiera diventa dolce, diventa un momento di riposo, sana anche le ferite fisiche, guarisce anche il mal di fegato, impedisce anche l'ulcera che viene dal nervosismo continuo, da un'arrabbiatura continua. E la tua vita si arricchisce perché c'è tutta la vita di Dio in te!

Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano, abbònati qui
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