I dati provvisori dei primi otto mesi del 2023 indicano nuovamente una diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo conferma l'andamento altalenante che caratterizza il numero di matrimoni negli ultimi decenni.
Diversi fattori influenzano l'andamento dei matrimoni in Italia. Ad esempio nel triennio 2009-2011 si è registrato un calo particolarmente accentuato a causa delle modifiche legislative volte a limitare i matrimoni di comodo e della crisi economica del 2008. Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha causato un dimezzamento dei matrimoni a causa delle misure di contenimento adottate.
La transizione alla vita adulta segue percorsi diversi rispetto al passato: le giovani generazioni preferiscono la convivenza more uxorio al matrimonio per motivazioni legate al lavoro, allo studio e all'autonomia. A livello territoriale, nel Centro e nel Nord si è registrata una variazione positiva dei matrimoni (+14,2% e +10,5%), mentre nel Mezzogiorno si è osservata una variazione negativa (-4,5% e -2,3%).
Il numero di libere unioni (convivenze more uxorio) è più che triplicato tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2021-2022 (da circa 440milaa più di 1 milione e mezzo), contribuendo alla diminuzione tendenziale dei primi matrimoni.
Inoltre la bassa fecondità ha prodotto un effetto strutturale negativo sui matrimoni: man mano che le generazioni più giovani entrano nella fase adulta si riduce la numerosità della popolazione in età da matrimonio.
Nel complesso degli sposi stranieri coinvolti nei matrimoni misti (il cui numero ammonta a ben oltre ventimila), gli uomini italiani hanno sposato più frequentemente cittadine rumene, ucraine o russe. Le donne italiane invece hanno contratto matrimonio principalmente con uomini marocchini o albanesi.
Queste dinamiche evidenziano come l'Italia stia attraversando cambiamenti significativi nelle scelte matrimoniali sia per quanto riguarda i cittadini italiani sia per gli immigrati presenti sul territorio nazionale.