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20 Febbraio 2023
Ultima modifica: 22 Febbraio 2023 ore 17:54

Il Presidente CEI: «Guerra madre di tutte le povertà»

Il Card. Zuppi interviene a Bologna sul tema del riarmo nucleare. I timori cattolici e delle realtà ecumeniche.
Il Presidente CEI: «Guerra madre di tutte le povertà»
Foto di Marco Tassinari
L'appello al Parlamento: «L'Italia aderisca al Trattato di proibizione delle armi nucleari». Infatti gli Stati firmatari del Trattato Onu contro le armi nucleari hanno rinunciato all'uso, allo sviluppo, alla produzione, ma anche al solo immagazzinamento di armi nucleari. L'Italia no.
Oggi pomerigglio a Bologna il Presidente della Cei Matteo Maria Zuppi è intervenuto sul tema dell'uso delle armi nucleari, invitato dal coordinamento di realtà cattoliche ed eumeniche impegnate nel disarmo.

Così il Cardinale nel suo intervento iniziale:

«Papa Francesco per la prima volta ha condannato moralmente il possesso delle armi nucleari, definendolo immorale. Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà. Se c'è il diritto ad una legittima difesa, va anche considerato legittimo il diritto alla difesa della pace».




E poi ha proseguito:

«Spolveriamo il passato, perché la rilettura della storia è la più alta consapevolezza del mondo in cui stiamo vivendo e che viene minacciato.

Politica e profezia: servono entrambe. Essere nella profezia per spingere la politica ad essere all'altezza. Vi ringrazio perché molte delle vostre realtà stanno sul campo. Nei tanti pezzi di guerra tanti di voi stanno lì. Non si sono rassegnati.

La pace può sembrare da ingenui. Non siamo così stupidi: penso che al contrario anche parlare di disarmo e indicare un grande futuro ci aiuti a misurarci sul contingente.

Ad un anno da inizio della guerra non dimentichiamo che c'è una vittima e un occupante; non facciamo finta che sia tutto uguale. Ma bisogna cercare disperatamente le vie della pace. Bisogna fare uno sforzo gigantesco, contemporaneamente alla legittima difesa. Le realtà sovranazionali come l'Onu costituiscono vie per la democrazia e la pace. "Non bisogna permettere – diceva Henry Kissinger – che l'uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi, non solo per il risultato immediato ma per le conseguenze"».

«Facciamo nostro l'appello di Papa Francesco del 2 ottobre, per non abituarci alla guerra. Diceva: "Il mio appello si rivolge al Presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare questa spirale di violenza e di morte. E faccio altrettanto appello al presidente Ucraina che siaaperto a proposte di pace. E aggiungo a responsabili: chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle proprie responsabilità per porre fine alla guerra in corso senza farsi coinvolgere in pericolose escalation».

Rivedi la giornata, con gli interventi della rete delle associazioni aderenti:



Fra i commmenti dei promotori presenti in sala, così Argia Passoni della Fraternità Francescana Frate Jacopa: «Il Cardinale Zuppi ha esordito nel suo intervento ricordando che non bisogna aspettare la guerra per parlare di pace, ma che occorre curare costantemente la pace. Essere costruttori di pace ci chiama in causa sempre più sulla necessità di un presidio permanente: mettiamo in campo il “Si vis pacem, para civitatem” (Se vuoi la pace prepara istituzioni di pace, Stefano Zamagni, nda) per alimentare le condizioni di quello sviluppo umano integrale, sostenibile e inclusivo, indispensabile alla pace. Per questo è determinante più che mai la collaborazione tra le nostre diverse realtà, vera ricchezza per il farsi della pace. È il discorso in definitiva correlato alla proposta di un Ministero per la pace, permanente».

Già nel 2021, nel mese di maggio, Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XX (leggi il suo contributo) aveva preso posizione in maniera analoga intervenendo sul tema degli armamenti atomici, in particolare rispetto a quelli presenti sul territorio italiano : «Da sempre ci battiamo contro l'ampliamento della base americana a Vicenza. Istituitamo un Ministero per la Pace, denunciamo l'immoralità e l'illegalità delle armi di distruzione di massa».

Cos'è il Trattato di Proibizione delle Armi nucleari

L'Italia non ha firmato il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, votato dall'Onu nel luglio 2017 da 122 Paesi. Qui il testo integrale. Da gennaio 2021 è entrato in vigore: rende illegale, negli Stati che l’hanno sottoscritto, l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari.

È una mancanza che l'anno scorso aveva portato alla mobilitazione di 44 enti cattolici e di realtà ecumeniche, intervenuti a più riprese con appelli e campagne contro il disarmo. Presidenti nazionali di movimenti e associazioni del mondo cattolico avevano sottoscritto un Appello rivolto al Governo e al Parlamento, uniti dallo slogan “Per una repubblica libera dalle armi nucleari”: chiedevano la ratifica anche per il Bel Paese del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.

La preoccupazione delle realtà cattoliche

«Un appello che purtroppo è rimasto inascoltato», denunciano le associazioni: il comunicato congiunto del 14 gennaio 2022, diffuso a pochi giorni dal primo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, rilancia la preoccupazione di presidenti e responsabili nazionali di Azione Cattolica, Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari, Pax Christi.

Le realtà cattoliche hanno sottoscritto l'appello lanciato da Papa Francesco per la Giornata Mondiale della pace del 1° gennaio 2022, e continuano a rilanciare.

«L'Italia ratifichi Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari»

«Alla luce della nostra esperienza in mezzo ai conflitti proponiamo un modo alternativo per gestirli: volontari e personale qualificato possono intervenire in modo strutturato, coordinati da un apposito Ministero con il compito di intervenire nella gestione dei conflitti armati all'estero e dei conflitti sociali in Italia».

Così altri contributi dal mondo cattolico:

Lisa Clark dei Beati i Costruttori di Pace: «Abbiamo raggiunto questo momento anche grazie a posizione Papa Francesco, arrivata molto tempo prima della Fratelli Tutti. Già nel 2014 l'ambasciatore della Santa Sede all'Onu denunciava l'immoralità del possesso delle armi atomiche. Papa Francesco è riuscito con semplicità a rivoluzionare la posizione politica internazionale su questo tema».

Barbara Battilana, Presidente del Comitato Agesci: «Da sempre ci impegnamo a formare cittadini del mondo, ragazzi che escano dai nostri gruppi per diventare costruttori di pace capaci di dialogo interreligioso e nonviolento».

Boeing B-52 Stratofortress
A U.S. Air Force Boeing B-52H Stratofortress of the 2d Bomb Wing static display with weapons, at Barksdale Air Force Base, Louisiana (USA), in 2006.
Foto di U.S. Air Force photo by Tech. Sgt. Robert J. Horstman
Ivana Borsotto, Presidente della Focsiv: «Dobbiamo disarmare le bombe, e le disuguaglianze. Tanto quanto le violenze sul creato e sui migranti che l'Europa respinge in spegio ai suoi valori».

Antonio Caschetto,  Coordinatore per l'Italia del Movimento Cattolico per il Clima: «Cerchiamo di essere un po' patriottici, dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani e chiedere all'Italia di essere più Italia. L'eliminazione totale delle armi nucleari è una sfida che ci chiede di identificarci al nostro patrono S. Francesco d'Assisi. Pernsiamo alle nostre origini, non possiamo essere cristiani e non essere chiari su questi temi».

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