Topic:
2 Giugno 2022
Ultima modifica: 2 Giugno 2022 ore 10:11

A Bologna la festa della Repubblica che ripudia la guerra

Firme contro la bomba atomica. Tarquinio, direttore di Avvenire: «Non esistono guerre giuste».
A Bologna la festa della Repubblica che ripudia la guerra
Foto di Emanuele Zamboni
Circa un migliaio i pacifisti in piazza a Bologna, la sera del 1 giugno. Il Portico della Pace chiede al Sindaco di aderire alla campagna per il disarmo. La manifestazione, terza in pochi mesi, è stata aperta alle 19 dall'artista Alessandro Bergonzoni.
Nella serata del Primo Giugno a Bologna si è svolta in Piazza Maggiore la "Festa della Repubblica che ripudia la guerra" , una manifestazione nazionale organizzata dal Portico Della Pace Di Bologna e promossa da: Aoi Cooperazione e Solidarietà Internazionale - Arci - Banca Popolare Etica - Cnesc - Comunità Papa Giovanni Xxiii - Focsiv - Il Manifesto In Rete - Libera Bologna - Mediterranea Saving Humans - Movimento Focolari Italia - Movimento Nonviolento - Rete Italiana Pace E Disarmo - #stopthewarnow .

Sono intervenuti, oltre a rappresentanti degli organizzatori (Lisa Clark, referente della Rete Italiana per il Disarmo e protagonista della Campagna per la messa al bando delle atomiche; poi: Milani, Pignatti, Pugliese, Simoncelli, Valpiana), l'attore Alessandro Bergonzoni, cooperanti, volontari, giovani in servizio civile, e si sono potuti ascoltare i musicisti 'Icentopassi', Cico&Mama, Afrika, Mirko Menna trio e altri.

Così Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, salendo sul palco: «Io credo che non bisogni pensare di essere pochi e con poca voce. In un momento come questo in cui sembra, ribadisco sembra, da parte dei mass media e del dibattito politico, giganteggi la voce che dice che l’unica soluzione contro la guerra è fare più guerra. Bisogna avere il coraggio di dire che così si va avanti soltanto per la vecchia strada, che distrugge le persone e impoverisce la pace, la distrugge. Bisogna aver questo coraggio, questa tenacia e questa umiltà ,perché si ha la sensazione di aver la voce un po’ più debole, perché non è così. Bisogna continuare a lottare».

E poi al microfono: «Non esistono guerre giuste: guerra più guerra non fa pace ma solo massacri, violenza e altre guerre».

Lettera al sindaco: unisciti a noi contro l'atomica

Lisa Clark ha invitato i bolognesi a fare pressione perché il loro sindaco partecipi a Vienna alla Conferenza Internazionale del 21-23 giugno sul Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, aderendo alla campagna Italia Ripensaci.

Il Portico della Pace ha annunciato l'invio di 1000 firme al sindaco Matteo Lepore per chiedere di aderire alla campagna.

Cantanti sul palco di notte
I Centopassi, concerto per la pace a Bologna, 1 giugno 2022
Foto di Giulio Boschi


Le organizzazioni promotrici avevano scritto nel documento manifesto della manifestazione: «Da tre mesi, a causa della criminale invasione russa dell’Ucraina, siamo di fronte ad una grave escalation militare con conseguenze imprevedibili. La macchina della guerra, violando tutti i diritti umani, continua ad uccidere e provocare distruzioni senza pietà per le popolazioni civili, dilagando di nuovo anche in Europa. Di fronte a questa tragica realtà e al legittimo diritto alla difesa degli ucraini e alle loro richieste di aiuto, molti governanti sembrano essersi arresi allo schema della guerra continuando a fornire armi, come unica strategia, senza assumere alcuna seria iniziativa di mediazione tra le parti».

Con 3 punti Alberto Zucchero ha portato il pensiero del Portico della Pace:
  • Corpi: in piazza ci sono le vite e l'impegno quotidiano;
  • Coro: serve un coro di voci che si mettono insieme;
  • Città: dalle comunità cittadine e dal collettivi di politici può venire la spinta per il cambiamento.

Continua il documento ufficiale: «Siamo immersi nell’esaltazione dell’ideale bellico della lotta armata che non vede alternative tra vittoria e sconfitta. È il momento che le Istituzioni internazionali si assumano la responsabilità di lavorare per fermare la guerra, per proteggere veramente le popolazioni civili e creare le condizioni per costruire la pace. Non è vero che l’unica opzione possibile sia quella militare. L’alternativa alla guerra esiste nella misura in cui c’è la volontà politica internazionale di costruirla e darle una chance. A tal riguardo, innanzi tutto, è indispensabile rafforzare il ruolo dell’ONU liberandolo dai condizionamenti degli Stati più potenti».

Laila Simoncelli della Comunità Papa Giovanni XXIII ha portato il contributo dell'associazione: «Gli investimenti nell'economia di morte sono crescenti quando servirebbe invece una cabina di regia istituzionale per costruire le politiche di pace. Rilanciamo la proposta di istituire un Ministero per la Pace in Italia».

È ancora attivo il crowdfunding per contribuire alle spese dell'iniziativa.