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25 Novembre 2021

Mamma, non voglio andare a letto!

Dura la vita dei genitori che hanno figli che la sera non vogliono andare a letto! Ecco i consigli della psicologa per sopravvivere a questo momento.
Mamma, non voglio andare a letto!
Foto di Contrastwerkstatt
Il momento di mandare a letto i bambini può diventare un braccio di ferro tra genitori e figli. Il bambino prova in continuazione a ritardare l'ora stabilita con scuse e richieste per prolungare il rituale e i genitori non sanno come fare. Ecco le strategie utili e le cose da evitare.

Per molti genitori, in modo particolare dei più piccoli, l’addormentamento diventa una guerra aperta, tra grida e opposizioni dei bambini che fanno di tutto pur di non andare a letto, portando allo stremo le scarse energie genitoriali rimaste a fine giornata. Per il bambino imparare a dormire fa parte del processo che lo renderà autonomo, come magiare, esplorare, vestirsi, lavarsi. Per genitori e figli è parte del processo di “separazione-individuazione” che nel tempo li rende capaci di separarsi e percepirsi distinti.

Fare la nanna: ecco le strategie utili e le cose da evitare

Esistono delle strategie che possono aiutare a rendere questo momento positivo. In primis è importante individuare i messaggi di stanchezza del bambino, che sono principalmente fisici, e poi va creato - dopo cena - un rituale caratterizzato da un ambiente sereno, dai toni pacati, con luci soffuse che stimolino la produzione di melatonina, ormone che favorisce il sonno. Ogni famiglia costruisce i suoi rituali e li ripete ogni sera, sempre uguali, in modo da creare una routine che rassicura, contiene il bambino e lo aiuta ad addormentarsi. Dopo cena, i giochi di movimento (che piacciono soprattutto ai papà) non vanno proposti, così come la TV e i videogiochi poiché sono attività che stimolano, risvegliano e riattivano.
Nel rituale ogni famiglia definisce le proprie azioni, come ad esempio, lavarsi i denti, leggere una storia se i bambini sono piccoli, oppure invitare i bambini alla lettura se sono più grandi, ninne nanne, un momento di coccole, di vicinanza fisica che ha un inizio e una fine.
Il momento della messa a letto può diventare un braccio di ferro tra genitori e figlio quando il bambino prova in continuazione a ritardare l’ora stabilita con scuse e richieste per prolungare il rituale. Questo atteggiamento potrebbe nascondere il bisogno di vicinanza fisica causato da paure e bisogni inespressi che vanno compresi ed accolti. L’adulto deve rassicurare e definire dei limiti in quanto chiarezza, costanza e coerenza favoriscono la serenità, come ad esempio dire che quella che state per leggere sarà l’ultima storia, non dimenticando quindi che il rito ha sempre un inizio e una fine.

Dormire: a cosa serve?

Nei bambini dormire permette il rinnovo delle cellule, la cicatrizzazione di organi e tessuti, la sintesi delle proteine, favorisce lo sviluppo in quanto di notte viene prodotto l’ormone della crescita, avviene il consolidamento degli apprendimenti acquisiti durante la giornata e si ha il rafforzamento del sistema immunitario grazie alla produzione di anticorpi.
Antoine de Saint Exupéry, nel libro Il Piccolo Principe ricorda l’importanza dei rituali: «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità».