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20 Giugno 2025

Cos'è la gioia per i bambini?

Diamo voce ai piccoli per scoprire cose grandi
Cos'è la gioia per i bambini?
Nell'anno del Centenario di don Oreste Benzi abbiamo riflettuto su questa frase che il sacerdote riminese ripeteva spesso: «La gioia è vera quando è di tutti» e abbiamo chiesto ai bambini: «Cos'è la gioia? Quando sei felice?».
«La gioia è come la luce, meglio vivere di una gioia totale, di tutti, meglio vivere nel sole, altrimenti è come se sei nella notte e vivi in una piccola lucina nel buio.» (Filippo, 12 anni)

«Un giorno la maestra ci restituiva le verifiche di storia, io ero felice perché avevo preso “ottimo”, ma poi non lo ero più perché la mia amica ha preso “non sufficiente” ed era triste e quindi ero triste per lei.» (Federica, 10 anni)

«Per me vuol dire che quando ognuno è felice, però trova un compagno triste, uno lo fa ridere e dopo è felice per tutta la giornata.» (Margherita, 6 anni)

«Secondo me la gioia è vera quando siamo veri amici.» (Mattia, 10 anni)

«La gioia è vera quando è per tutti e con tutti è condivisa.» (Sofia, 8 anni)

«La gioia è uguale per tutti, tutti possono avere la gioia e così è più bella.» (Dario, 6 anni)

«Sarebbe bello che si desse la gioia a qualcuno che non è felice, almeno poi hanno la gioia insieme. La gioia si condivide tutti insieme, cioè quando qualcuno è triste, qualcun altro dovrebbe dirgli: cos'è che non va? E il bambino che c'ha la gioia potrebbe regalargli la gioia.» (Linda, 6 anni)

«La gioia sta nel cuore di tutti.» (Pasquale, 6 anni)

E per finire, ecco una favola che don Oreste spesso raccontava ai bambini, si intitola "Paradiso e inferno":
«Un uomo chiese a Dio di vedere il paradiso e l’inferno. Dio gli mostrò l’inferno. In una stanza c’era un tavolone con cibo delizioso, ma le persone sedute attorno erano magre e affamate. Avevano dei cucchiai con lunghi manici legati alle braccia. Tutti potevano raggiungere il cibo, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del braccio, non potevano portarlo alla bocca. 
Poi Dio gli mostrò il paradiso. La scena era identica: un tavolone con cibo delizioso e le persone con gli stessi cucchiai. Questa volta, però, tutti erano ben nutriti e felici.
Dio spiegò: «Qui gli uomini danno da mangiare a chi hanno davanti, mentre all’inferno ognuno pensa a sé.»