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17 Marzo 2023
Ultima modifica: 17 Marzo 2023 ore 15:32

Dichiarate illegali 7 nuove droghe

Conferenza sulle droghe a Vienna: «Cannabis e cocaina sono armi di distruzione di massa».
Dichiarate illegali 7 nuove droghe
Foto di www.unodc.org
Il numero di nuove sostanze identificate come stupefacenti è andato crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni. La Colombia e la Bolivia chiedono di poter coltivare le foglie di Coca per usi tradizionali.
Dal 13 al 17 marzo si è svolto a Vienna il consueto incontro annuale della CND ossia la Commissione sugli stupefacenti (Commission on Narcotic Drugs). Questa 66ª sessione ha visto la partecipazione di oltre 120 Paesi riuniti per discutere dei trattati internazionali sul controllo della droga e gli impegni politici in materia di droga.
La Commissione, che è un organo decisionale delle Nazioni Unite, ha l’obiettivo primario di affrontare e contrastare in modo congiunto il problema mondiale della droga.
 
Il Presidente della Commissione, Ruiz Blanco della Colombia, ha aperto il dibattito sottolineando che «il fallimento non è un'opzione. Possiamo solo lavorare insieme, con maggiori livelli di cooperazione e un migliore scambio di informazioni, per porre fine ai legami tra droga, corruzione, armi, traffico di esseri umani e reti terroristiche, tra gli altri».
Nel suo discorso di apertura, Ghada Waly, direttrice esecutiva dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), ha sottolineato che «una risposta efficace al problema mondiale della droga richiede un ampio consenso globale. Oggi quel consenso deve essere rinnovato e rinvigorito».
 
Meo Barberis
Meo Barberis, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII presso le istituzioni italiane e presso la sede ONU di Vienna nel campo delle dipendenze
 Meo Barberis, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII presso le istituzioni italiane e presso la sede ONU di Vienna nel campo delle dipendenze, ha partecipato alle varie sessioni ed è il nostro corrispondente sul posto: «Il tema dei primi interventi - Blanco, Waly e altri - è quello di sottolineare l’importanza della lotta contro la diffusione delle sostanze stupefacenti e delle droghe» spiega Barberis.
«Bisogna però mettere in conto la necessità di una revisione globale dell’approccio per questa lotta. Alcuni interventi hanno sottolineato che la principale sfida è l’aumento esponenziale di sostanze disegnate a tavolino (droghe sintetiche) e che questo rende necessario rivalutare la politica del proibizionismo a tutto tondo, introducendo dei distinguo. Tutti gli interventi della prima giornata hanno sottolineato gli effetti devastanti del Covid a livello mondiale, in relazione alla problematica dell’abuso di sostanze stupefacenti». 

Lotta alla droga: 7 nuove sostanze sono state dichiarate illegali

«I lavori del 15 marzo si sono incentrati su uno dei compiti principali della CND (Commission on Narcotic Drugs) annuale, cioè sull’inserimento nelle tabelle degli accordi internazionali 1961-1971 delle nuove sostanze psicoattive che possono diventare sostanze d’abuso» spiega Meo Barberis. «È stato votato da parte dei membri del CND (c’erano 47 membri presenti su 53) l’inserimento di 7 nuove sostanze, sia nella tabella 1 sia nella tabella 2. I membri presenti hanno votato all’unanimità l’inserimento di queste sostanze nelle Tabelle. Lo sviluppo continuo dell’ingegneria chimica e la determinazione dei grandi trafficanti mondiali di droga sono due dei fattori che determinano la continua creazione di nuovi tipi di sostanze». 
Tra le 7 nuove droghe alcune sono simili ai derivati dell’oppio e possiedono un effetto psicoattivo molto superiore a quello della morfina e del fentanyl, ma hanno anche effetti collaterali e un tasso di mortalità più alti rispetto ai loro “predecessori”. 
Altre invece sono assimilabili ai cannabinoidi (derivati della Cannabis come lo sono l’hashisc e la marijuana) e anche queste sono state create appositamente in laboratorio per il mercato mondiale della droga.
 
«I rappresentanti dell’OMS e del INCB (International Narcotic Control Board) hanno rilevato che il numero di nuove sostanze identificate come stupefacenti e quindi inserite nelle Tabelle è andato crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni. Questo è un allarme importante da rilevare» riporta Barberis. «L’esponente dell’Unione Europea ha sottolineato nel suo intervento che il sistema di allerta precoce sulle nuove sostanze psicoattive, creato all’interno dell’UE, ha permesso di limitare questo fenomeno almeno per quanto riguarda l’area europea».

Traffico di cocaina
Le restrizioni dovute al Covid hanno implementato il traffico di cocaina attraverso i servizi postali. Anche il traffico per via marittima ha subito un accelerazione.
Foto di www.unodc.org
Report cocaina 2023
Durante la CND (Commission on Narcotic Drugs) a Vienna è stato presentato anche il report sulla diffusione e il traffico di cocaina
Foto di www.unodc.org
Industrializzazione foglie di coca
Durante la CND (Commission on Narcotic Drugs) a Vienna in un side event organizzato dalla Colombia si è parlato della necessità di distinguere tra chi coltiva coca per produrre cocaina e le popolazioni andine, che hanno un uso tradizionale, rituale e sociale delle foglie di coca.
Foto di Meo Barberis

Comunità terapeutiche: l’eccellenza italiana nel recupero e reinserimento sociale.

Durante questa 66ª sessione si sono svolti 155 eventi collaterali (side events) organizzati da vari Governi o associazioni e 27 mostre.
Ad esempio il 13 marzo si è svolto un evento organizzato dal Governo italiano intitolato “The right to recovery. An approach for a true care path for the reintegration of persons affected by substance use disorders”, una tavola rotonda sul percorso di cura e reinserimento sociale delle persone con problemi di abuso di sostanze stupefacenti.
 
Meo Barberis riporta così i vari interventi del side event: «Interessante l’intervento di Vladimir Poznyak (Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di sostanze dell’OMS) che ha sottolineato come la scelta della cura (recovery) e della riabilitazione globale della persona (rihabilitation), cioè del recupero delle sue competenze personali e sociali sono un’eccellenza italiana che ha molto da insegnare al mondo intero. Il dr. Andrea Fantoma (esperto del Dipartimento per le politiche antidroga) tra le varie cose ha affermato che ci deve essere pari dignità tra pubblico e privato accreditato, cioè un privato che dia garanzia di qualità dell’intervento, certificata da elementi verificabili e non da autodichiarazioni; inoltre ha sottolineato come sarebbe importante superare il limite, attualmente molto pesante, dell’eccessiva territorialità, cioè in teoria ci si può curare in tutta Italia, ma in concreto sono le singole Regioni che scelgono. Per esempio non si può andare dalla Toscana all’Emilia Romagna (a volte si riesce a superare questo vincolo solo per il buon cuore dei dirigenti delle ASL), addirittura in Emilia Romagna assistiamo al fatto che tra singole Aziende Sanitarie (ad esempio tra l’Azienda Romagna e Azienda Bologna) diventa difficile che le persone riescano a spostarsi. Come Comunità Papa Giovanni XXIII è da anni che facciamo questa richiesta e speriamo che queste parole siano seguite da fatti concreti».

Tra i vari interventi anche quello di Comunitalia, una rete di comunità terapeutiche Italiane tra le quali ci sono anche quelle della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha sottolineato che: «Lo sviluppo di una situazione di dipendenza patologica da sostanze o da comportamenti è sempre un tentativo di risposta, sbagliata, a bisogni autentici della persona umana. La mancata o insufficiente risposta al bisogno di dare senso alla propria vita, di costruire relazioni interpersonali valide, di conferma positiva del valore del proprio esistere costituisce la base sulla quale può svilupparsi la drammatica esperienza della tossicomania, dell'alcolismo e di tutte le altre forme di dipendenza patologica comportamentali (ludopatia, internet dipendenza, etc.)». Per aiutare le persone cadute nella dipendenza patologica, ci sono 2 pilastri:
che i 2 pilastri su cui fondare le politiche di intervento in materia di dipendenze patologiche sono:
  • La prevenzione intesa come sviluppo di politiche di benessere integrale della persona dirette a ostacolare l'uso e la diffusione delle sostanze stupefacenti e delle altre forme di dipendenza patologica;
  • La riabilitazione intesa come percorso di recupero integrale della persona, orientata al superamento della dipendenza patologica, tenendo ovviamente conto della situazione e delle condizioni del singolo individuo.
(qui trovate l’intervento completo)

Conferenza sulle droghe: «Cannabis e cocaina sono armi di distruzione di massa»

Di rilievo è stato l’intervento del 14 marzo della rappresentante dell’Algeria che ha condannato in maniera forte l’aumento della produzione e del transito dal Marocco verso l’Algeria (e anche verso molti altri Stati) dei derivati della Cannabis, affermando – come già diversi studi scientifici hanno evidenziato - che la Cannabis è la prima sostanza stupefacente di abuso utilizzata e che la concentrazione sempre più elevata del principio attivo determina un rischio sempre più alto. «Cannabis e cocaina sono di fatto delle armi di distruzione di massa» ha detto la rappresentante dell’Algeria. 
L’altro intervento particolare è stato quello del rappresentante della Norvegia, che ha proposto che durante l’evento CND (Commission of Narcotic Drugs) del 2024 si faccia una revisione significativa dei trattati internazionali nell’ottica di favorire forme di legalizzazione e liberalizzazione di alcune sostanze. Quasi tutti i Paesi dell’area africana ed asiatica hanno ribadito una contrarietà importante contro un’ipotesi di questo tipo; meno netta la posizione dei Paesi sudamericani e dei Paesi del nord Europa.

La coltivazione di foglie di Coca dovrebbe essere legale?

Già durante la sessione di apertura del 13 marzo il vicepresidente dello Stato plurinazionale di Bolivia, presentatosi in abiti tradizionali, ha criticato aspramente la scelta fatta nel 1961 di dichiarare fuorilegge la coltivazione delle foglie di coca, sostenendo - come fece già Evo Morales anni fa -, che l’utilizzo delle foglie di coca, non della cocaina come derivato, da parte delle popolazioni andine ha una storia millenaria ed è un sopruso e una violenza di carattere coloniale questa scelta fatta più di 60 anni fa. 
Inoltre uno degli eventi a latere della Commission on Narcotic Drugs si è concentrato proprio su questa questione. Il tema affrontato era interessante: “Industrializzazione della coca. Un cammino per l'innovazione, lo sviluppo e la pace in Colombia”.
«Questo side event è stato organizzato dalla Colombia» riporta Meo Barberis. «Una giovane donna indigena colombiana, che si è descritta come moglie e madre, ha raccontato come da qualche anno siano riusciti ad avviare una tintoria naturale basata sull’utilizzo delle foglie di coca.
Altri interventi hanno sottolineato che l’uso alimentare, l’uso tessile, oltre all’uso rituale-religioso delle foglie di Coca rappresentano un diritto per queste popolazioni. 
Il divieto di coltivare la pianta di Coca, in Colombia ha creato un’ambiguità dal punto di vista normativo: ci sono delle zone grigie dove ad alcune popolazioni della Colombia viene consentito di coltivare e utilizzare le foglie di coca nel loro territorio, ma non in altre zone. Le stesse persone che si spostano dai loro territori migrando in altri Paesi o in altre zone della Colombia vanno incontro a dei rischi di illegalità molto pesanti. A volte poi, a causa dell’arbitrio delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, si assiste a delle pene spropositate. 
Più interventi durante questo side event hanno sottolineato la necessità di distinguere tra questi usi millenari, storici e tradizionali delle foglie di Coca e la coltivazione ai fini della produzione di cocaina. È evidente che la distinzione tra queste due cose non è assolutamente una cosa semplice».

Report 2023 sulla diffusione della cocaina

Durante un altro side event intitolato “Global Report on cocaine 2023. Local dynamics, global challenges” è stato reso pubblico un resoconto sull’andamento della cocaina a livello mondiale. Il documento è stato redatto dall’UNOCD (l’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine) ed evidenzia che in Europa (in particolare la zona occidentale e centrale) dopo un periodo di crescita costante nei sequestri di cocaina c’è stata una stabilizzazione nel 2020 (dovuta sicuramente al lockdown per la pandemia), ma poi si è osservato un effetto rimbalzo, cioè un’ulteriore crescita dei sequestri nel 2021. Questi dati sono confermati anche dall’analisi delle acque reflue che è un indicatore di quanta cocaina sta circolando.
Inoltre, a partire del 2018, i sequestri di cocaina in Europa hanno superato i sequestri avvenuti negli Stati Uniti. È un dato che indica l’alto livello di consumo nel nostro continente.
Qui il documento integrale.