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17 Marzo 2025

La 68ª Commissione sugli stupefacenti: nuove emergenze e pochi fondi

L'aggiornamento delle sostanze illegali e il cambio di strategie
La 68ª Commissione sugli stupefacenti: nuove emergenze e pochi fondi
Foto di Meo Barberis
Si è conclusa la Commissione sugli Stupefacenti, dove i rappresentanti dei Governi ed istituzioni da tutto il mondo si sono riuniti a Vienna per riportare sotto i riflettori il problema del commercio e abuso di sostanze stupefacenti, ecco alcuni degli interventi più interessanti.
È terminata a Vienna la 68ª sessione della Commissione sugli Stupefacenti (CND) dal 10 al 14 marzo 2025. Si tratta dell'organo centrale delle Nazioni Unite responsabile della supervisione delle politiche in materia di controllo delle droghe stupefacenti, per combatterne il traffico illecito e l’abuso a livello mondiale. Durante questa sessione la Commissione ha esamintato il rapporto del Direttore Esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), che ha esposto i metodi adottati e i progressi compiuti nell'attuazione degli obiettivi della Strategia UNODC 2021-2025, tra cui la lotta alla criminalità organizzata, il mercato illecito di droghe, e le difficoltà attuali. Inoltre, l’OMS ha affrontato il problema del controllo delle droghe, ovvero della comparsa di nuove sostanze narcotiche e di nuove emergenze, come quella del Fentanyl. L’argomento è particolarmente rilevante perchè una delle strategie adottate dai narcotrafficanti per riuscire ad evitare gli ostacoli delle legge è modificare costantemente alcuni componenti delle sostanze in modo da ottenere droghe diverse ma con effetti pressochè simili, che non compaiano nelle liste delle sostanze illegali. Questa strategia costringe le autorità ad una costante ricerca sui nuovi componenti utilizzati ed un continuo aggiornamento della lista delle sostanze illegali, come accaduto proprio durante  la 68ª sessione della CND.

La collaborazione tra stati e la posizione dell’Italia

Grande importanza ha avuto anche il tema del rafforzamento della collaborazione internazionale, tra Governi, Istituzioni e organizzazioni per affrontare le sfide legate alle nuove sostanze psicoattive e ai nuovi precursori chimici. Meo Barberis, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII presso le istituzioni italiane e presso la sede ONU di Vienna nel campo delle dipendenze, dichiara che le sessioni della Commissione sono indispensabili per «insistere nella creazione di una rete mondiale di solidarietà e di mutuo sostegno ed aiuto della quale abbiamo necessità soprattutto in questi tempi in cui le spinte all'egoismo individuale nazionale appaiono così forti e sono così evidenti gli effetti disastrosi che provocano».
161 nazioni hanno firmato le convenzioni della sessione appenna finita, tra cui anche l’Italia. Tra i vari interventi, il segretario del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano ha confermato l’impegno dell’Italia in questa lotta, offrendo spunti sulle nuove strategie utilizzate nel narcotraffico per lo scambio di denaro, come valute virtuali, grandi quantità di oro, la creazione di “società di comodo”, evidenziando «il ruolo delle nuove tecnologie, in particolare quelle digitali». Mantovani ritiene che sono necessari dei cambiamenti nei metodi investigativi «È necessario un salto di qualità» afferma ed è necessario un intervento che agisce sulla società intera.

UNDODC: le nuove droghe e la mancanza di fondi

La direttrice esecutiva dell’UNODC, Ghada Waly, ha esposto i nuovi dati sull’emergenza del mercato ed abuso di droghe: «Oggi, il mercato della droga illecita sta diventando sempre più imprevedibile, guidato dall’impatto delle droghe sintetiche. Ad oggi, sono state segnalate all'UNODC più di 1.300 nuove sostanze psicoattive.» Waly continua poi affermando che «Solo 1 persona su 11 ha accesso a una qualche forma di trattamento» sottolineando i limiti del sistema di supporto per le persone che soffrono per la dipendenza da sostanze. Inoltre, viene evidenziata un’altra emergenza: la tendenza dei Governi a chiudersi rinunciando alla collaborazione, oltre che ad investire in altri settori. «Con cambiamenti significativi e riduzioni degli impegni dei donatori, e con la possibilità di ulteriori tagli, gran parte del lavoro dell’UNODC rischia di essere ridimensionato» esprime con preoccupazione la direttrice Waly.

Legalizzazione: dalla cannabis alla foglia di coca, che «in Bolivia è sacra»

Meo Barberis ci riassume gli aggiornamenti sul tema cannabis e legalizzazione: «Nel primo e nel secondo decennio del secolo 21º apparivano decisamente forti le spinte da parte di alcuni dei 161 Stati firmatari a rivedere il contenuto di tali convenzioni nella direzione di legalizzare, in qualche modo, l'utilizzo dei derivati della cannabis. Va sottolineato che non si sono evidenziati particolari proposte di modifica in tal senso nei lavori di quest'anno. Questo clima cambiato è certamente una evoluzione positiva.
E’ noto che alcuni Stati, ad esempio la Germania, hanno modificato le loro legislazioni verso sperimentazioni e progetti di legalizzazione dei derivati della cannabis, ma senz'altro è importante che la grande maggioranza delle nazioni a livello mondiale contrasti tale tendenza.»
In un’altra direzione va la discussione riguardo le leggi internazionali sulla foglia di coca, che il vicepresidente dello Stato di Bolivia, David Choquehuanca Céspedes ha criticato.
Meo Barberis riporta: «Ha condannato i sessant'anni di politica delle Nazioni Unite contro la foglia di coca; un contesto dove è indispensabile differenziare tra la foglia di coca e i derivati utilizzati come sostanze stupefacenti, che vanno contratasti fortemente insieme al loro traffico. Tuttavia le leggi internazionali sono state formulate ormai sessant'anni fa, senza tenere conto, ascoltare, rispettare i diritti dei popoli andini e amazzonici che da millenni fanno uso delle foglie di coca a scopo religioso, rituale, culturale, farmaceutico, alimentare;  Si tratta di una pianta che ha permesso a questi popoli di sopravvivere in un contesto naturale molto duro e molto difficile.»
Conclusioni
La sessione è stata ricca di confronti, e talvolta scontri sui temi inerenti alla produzione, commercio e utilizzo di sostanze stupefacenti. Ma non solo. Il rappresentante dell'Egitto ha sottolineato che «non dovrebbe essere compito della Commissione sugli occuparsi in maniera eccessiva dei diritti umani poiché altre sedi dell'ONU, a Ginevra, hanno questo compito.» riporta Barberis, tuttavia gli interventi hanno affrontato ampliamente le problematiche dell’ambito dei diritti umani, come la pena di morte per i reati legati alle sostanze stupefacenti, la missione della socità civile nel contrasto dell’illegalità o il ruolo delle donne nel mercato della droga.