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20 Ottobre 2020

Il creato ci parla di Dio

La contemplazione della natura è sempre contemplazione di Dio
Il creato ci parla di Dio
Foto di Ales Krivec
Di seguito vi proponiamo alcune riflessioni di don Benzi che ricalcano i temi affrontati da Papa Francesco nella lettera enciclica Laudato si'
L’uomo, finché è qui su questa terra, si trova sempre nella sofferenza perché non è quello che vorrebbe essere e questo scarto non fa altro che produrre in lui dolore. Quello a cui aspira l’uomo non può essere, ma soprattutto la creazione intera porta gli esiti del peccato, le conseguenze del peccato; vediamo infatti che tutta la creazione è sottoposta alla vanità.

Gli uomini non dialogano con la creazione, non sono in scambio vitale con la creazione, ma prendono da essa come se fossero padroni e come se la creazione fosse uno strumento.
Non c’è dialogo eterno con Dio nostro Padre e quindi anche con tutte le sue creature. Allora la natura da sempre è sottoposta alla violenza. Pensate agli animali, alla madre terra, a tutti i minerali che vengono utilizzati per fare armi, per uccidere. La terra viene sfruttata perché renda e basta, quindi è uno strumento puro e semplice, anziché essere una realtà viva.
Tutto parla invece di vita e l’uomo dovrebbe essere come San Francesco in dialogo con gli uccelli del cielo, con sorella nostra acqua, in dialogo con fratello sole e sorella nostra luna, perché sono espressioni di un infinito amore e non sono altro che le voci di un Dio che parla continuamente.
San Bonaventura sgridava continuamente i fiori perché si sentiva rimproverato da loro. È favoloso questo! Così il dialogo con gli animali: anche gli animali hanno un cuore, anche i lupi hanno un cuore.

Questo è il punto centrale: tutto è un messaggio di Dio. Quindi la contemplazione di Dio e delle creature in realtà non è che un’unica contemplazione, perché tu sappia leggere il messaggio. Se una persona ti dona un fiorellino nel giorno del tuo compleanno, in quel fiore esprime tutto se stessa e siccome non ha altra capacità di esprimersi, lei ti parla per quanto può esprimere un fiore. Allora è evidente che quel fiore esprime a te un qualcosa di unico. Quanto è bello poter capire questo!
Quando arrivo a casa alla sera e sono solo, se c’è il cielo stellato qualche minutino me lo prendo per fermarmi incantato a guardare le stelle che esprimono per me un qualcosa che io altrimenti non riuscirei a capire, ma di cui ho bisogno per essere me stesso. Dio ha bisogno delle stelle per poter parlare a me. Qualche stella l’avrà creata apposta… ne ha fatte tante che a volte penso che ce n’è una per ogni uomo.
Allora, mentre mi fermo a contemplare la creazione e la guardo, io non calpesto neanche il più piccolo dei fiori perché anche quel fiorellino mi mette in dialogo con il mio Dio.