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25 Gennaio 2019

E se tu avessi l'AIDS?

HIV: ancora una sfida per la salute pubblica nel mondo
E se tu avessi l'AIDS?
Foto di Adobe Photo Stock
Conosci il tuo stato!” È lo slogan scelto per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids di cui il 1° dicembre 2018 si è celebrato il 30° anniversario, per esortare le persone a conoscere il proprio stato d’infezione da HIV. Raggiungere e testare coloro che sono a rischio di infezione da virus dell’immunodeficienza acquisita (HIV) e virus dell’epatite C (HCV), che spesso vanno a braccetto, è ancora una sfida per la salute pubblica in tutta Europa e nel mondo. La mortalità per AIDS è notevolmente diminuita nell’ultimo decennio grazie all’efficacia della terapia antiretrovirale: la gran parte dei sieropositivi ha oggi un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione sana.

Non diminuiscono i casi di nuove infezioni

In Italia sono state diagnosticate oltre 3400 nuove infezioni da virus HIV solo nel 2017. Se le persone che non sono consapevoli di avere contratto l’HIV si sottoponessero al test e si curassero, in 2 anni si avrebbe una riduzione dell’80% delle nuove infezioni.
L’AIDS viene considerato un rischio lontano, un’ipotesi remota e poi… «perché dovrebbe colpire proprio me?» Due sono gli strumenti indispensabili: proteggersi con il preservativo e fare il test, che è acquistabile in farmacia e che si può fare nella più totale riservatezza.
Il virus dell’HIV può essere trasmesso per via parenterale, cioè mediante trasfusioni di sangue o di emoderivati come plasma e piastrine infette, o con l’inoculazione di piccole quantità di sangue contaminato attraverso lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, o per punture accidentali con aghi o strumenti sporchi di sangue infetto, ma è divenuta prevalente la trasmissione per via sessuale, sia tramite rapporti eterosessuali sia omosessuali. Il terzo modo di trasmissione è verticale, cioè da madre HIV positiva al figlio durante la gravidanza, durante il parto o dopo la nascita con l’allattamento al seno. In Africa la probabilità di trasmissione materno - fetale è molto più elevata rispetto all’Europa a causa della minore possibilità di accedere a diagnosi e cure adeguate.

Cosa provoca l'AIDS?

AIDS è una sigla dal nome inglese dato alla malattia  (Acquired Immune Deficiency Syndrome) causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus). I primi segni e sintomi dell’infezione da HIV sono simili a quelli di una banale influenza, cioè vaghi ed aspecifici. Inoltre si presentano indicativamente in 4 pazienti su 5 e con entità estremamente variabile, non permettendo una diagnosi solo sulla base dell’osservazione di questi sintomi. La diagnosi viene invece formulata attraverso esami del sangue, che possono fornire una risposta spesso definitiva già a 30 giorni dal comportamento a rischio. Vediamo qualche sintomo provocato dall'AIDS::
  • febbre,
  • mal di gola,
  • eruzione cutanea,
  • stanchezza,
  • dolori articolari e muscolari,
  • linfonodi ingrossati.

Breve storia dell’AIDS

L’AIDS è stato diagnosticato per la prima volta il 5 giugno 1981, quando a Los Angeles si registrarono casi sospetti di polmonite da batteri atipici in 5 uomini omosessuali. La pandemia di AIDS che ne seguì interessò tutto il mondo, ma l’Africa sub sahariana rimane di gran lunga la regione più colpita, soprattutto tra le donne. Inizialmente si pensò che la malattia interessasse solo gli omosessuali, gli eroinomani e gli emofiliaci, ma poi si capì che l’AIDS non era limitata a quelle sole comunità. Il virus dell’HIV ha fatto la sua vittima più famosa nel 1991, quando la rockstar Freddie Mercury, cantante dei Queen, morì per una malattia correlata all’AIDS, dopo aver annunciato di essere malato soltanto il giorno prima. Nel 1996 fu messa in commercio la prima terapia che arrestava gli effetti mortali del virus: la mortalità nel corso degli anni successivi e grazie ai continui miglioramenti nell’efficacia della terapia, decrebbe drasticamente. Il virus si diffuse però nei Paesi più poveri del terzo mondo, dove milioni di persone continuano a morire per l’impossibilità di accedere alle costose cure.