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22 Settembre 2025

Elettrificare l'Europa per risparmiare

Uno studio danese svela i benefici dell'elettrificazione per l'UE
Elettrificare l'Europa per risparmiare
Foto di Pexels from Pixabay
Elettrificare l'Europa è essenziale per ridurre i costi energetici, migliorare la competitività e garantire sicurezza. Un nuovo studio del think tank Concito, presentato al vertice dei ministri dell'energia UE, evidenzia che nei prossimi cinque anni serviranno più progressi nell'elettrificazione di quanti se ne siano visti nei 25 precedenti. L'UE importa il 98% del suo petrolio e gas, spendendo 317 miliardi di euro all'anno. Raddoppiare l'elettrificazione potrebbe dimezzare questi costi, risparmiando 160 miliardi di euro l'anno.
Elettrificare l’Europa è l’unico modo per ridurre davvero i costi dell’energia, rafforzare la competitività e garantire sicurezza a cittadini e imprese. Lo dimostra un nuovo studio del think tank danese Concito, pubblicato in occasione del vertice informale dei ministri dell’energia Ue a Copenaghen. La ricerca sottolinea un dato cruciale: per raggiungere gli obiettivi fissati, nei prossimi cinque anni serviranno più progressi nell’elettrificazione di quanti se ne siano visti nei 25 precedenti.
Lo studio ricorda che l’Unione europea importa il 98% del suo petrolio e del suo gas, con una spesa media di 317 miliardi di euro all’anno tra il 2008 e il 2024. Una dipendenza che indebolisce la competitività del continente e aggrava il costo della vita, diventato la principale preoccupazione degli elettori. Al contrario, raddoppiare l’elettrificazione — come previsto dalla Commissione europea nella sua valutazione d’impatto al 2040 — consentirebbe di dimezzare i costi di importazione, con un risparmio stimato in 160 miliardi di euro l’anno.
Si tratta di una cifra superiore agli investimenti extra richiesti per rafforzare le reti elettriche (+60 miliardi) e sviluppare nuove capacità rinnovabili (+40 miliardi). «La produzione di elettricità nell’Ue è più pulita che mai, ma l’elettrificazione europea ha ristagnato per decenni, mentre la Cina corre in avanti», ha spiegato Nicolai Bech Kofoed, senior analyst di Concito. «Raddoppiando l’elettrificazione, possiamo ridurre i costi per famiglie e imprese e allo stesso tempo creare milioni di nuovi posti di lavoro locali e qualificati».

Abbandonare i fossili russi

Sul tavolo dei ministri dell’energia, riuniti il 4 e 5 settembre, il tema dell’elettrificazione non è stato centrale quanto lo studio suggerirebbe. L’incontro si è concentrato su questioni più generali: dal rafforzamento delle reti alla digitalizzazione, fino all’impegno a costruire “ponti energetici” tra Paesi membri che favoriscano lo sviluppo delle rinnovabili ma anche del nucleare.
Un punto fermo è arrivato però: la volontà comune di abbandonare definitivamente i combustibili fossili importati dalla Russia e sostituirli con energia pulita prodotta in Europa. Un obiettivo che si intreccia con il lavoro in corso della Commissione europea, chiamata a presentare entro fine anno il “Grids Package”, un pacchetto di misure che dovrà affrontare i nodi infrastrutturali e accelerare i tempi delle autorizzazioni.

Un’urgenza che riguarda anche l’Italia

Per l’Italia, i dati di Concito suonano come un campanello d’allarme e insieme come un’opportunità. Più elettrificazione significa meno importazioni energetiche (l’Italia importa più dell’80% di gas dall’estero), bollette più leggere, maggiore competitività per le imprese e nuove filiere industriali legate alle rinnovabili e alla mobilità elettrica. Ma perché ciò accada, serviranno scelte rapide e investimenti mirati.
Il messaggio che arriva dagli esperti è chiaro: mentre i governi discutono in termini generali, i numeri dicono che senza un’accelerazione decisa sull’elettrificazione, l’Europa rischia di restare indietro. Il tempo a disposizione è poco: i prossimi cinque anni saranno decisivi per costruire un sistema energetico sicuro, sostenibile e davvero al servizio dei cittadini.