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6 Settembre 2025
Ultima modifica: 7 Settembre 2025 ore 17:42

Compratevi un bosco!

Una conferenza nel Centenario di don Benzi propone percorsi attuali per una ecologia integrale
Compratevi un bosco!
Foto di Elisa Pezzotti
Durante le giornate per festeggiare il centenario di don Benzi, a Rimini un seminario sul tema della "cura del Creato", mette in evidenza il nesso tra la visione sociale di don Benzi e le encicliche papali che denunciano il degrado ambientale e sociale attuale.
La conferenza intitolata "La cura del Creato – Società del gratuito ed ecologia integrale", svoltasi il 6 settembre a Rimini, fa parte delle Giornate di don Oreste che celebrano il centenario della sua nascita. 
Viviamo in un'epoca in cui l'ecologia integrale è più che mai necessaria per affrontare il degrado ambientale e la crisi sociale globale, richiamando l'urgenza della cura della "casa comune" sottolineata da Papa Francesco nella "Laudato Si'". La proposta di don Benzi si intreccia strettamente con questa visione, in quanto promuove una società del gratuito che integra dimensioni sociali, spirituali ed ecologiche.
I relatori intervenuti nella conferenza sono:
  • Aldo Cucchiarini, responsabile del GrIG Marche (associazione ecologista “Gruppo d’intervento giuridico”);
  • Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel;
  • Michela Zamboni, portavoce del Movimento Mamme No Pfas;
  • Simone Ceciliani, missionario della Comunità Papa Giovanni XXIII in Kenya. 
  • Cecilia Dell’Oglio, attivista e direttrice dei programmi europei del Movimento Laudato si’;
Guidati da Gianfranco Cattai, coordinatore di Retinopera, i relatori hanno delineato percorsi attuali e fattibili per costruire una società più umana e sostenibile, rispondendo alla chiamata di Papa Francesco ad un'ecologia integrale unendo la cura dell’ambiente con la promozione della dignità umana e della fraternità universale, come pure proponendo l'eredità di don Benzi, che ha saputo anticipare e incarnare questi valori con coraggio e concretezza.

Perché non comprare un bosco insieme agli amici?

Vediamo i passaggi più significativi dei vari interventi:
Aldo Cucchiarini è un educatore ambientale, gestore di strutture ricettive nelle Marche e in Casentino con la cooperativa La Macina Ambiente e nel suo intervento non nasconte la sua preoccupazione: «Il cambiamento climatico in atto è aperto, non sappiamo dove stiamo andando a finire, dipende dal processo e i risultati sono imprevedibili. Alcuni governanti si sentono deresponsabilizzati di fronte al mercato. C’è la tendenza a dire: "Lasciamo che faccia il mercato". Il mercato però è un meccanismo acefalo e segue il profitto, che normalmente non crea il benessere di tutti. 
Tutte le rinnovabili sono un'ottima cosa, l'importante è che non siano fatte in maniera indiscriminata, perché se non si sta attenti ci sono paesaggi che possono essere contaminati anche costruendo impianti di energie rinnovabili. Le cose andrebbero sempre fatte con le persone, con il consenso dei più e non “contro”». Ma Aldo Cucchiarini ha anche delle proposte concrete: «Piantare alberi è una cosa sana, ancora di più lo è restaurare le foreste già esistenti. Io, ad esempio, con un gruppo di amici abbiamo comprato un bosco con l’intenzione di lasciarlo così, libero di crescere. Se ci mettiamo insieme, con un piccolo contributo pro-capite, possiamo acquistare ettari di bosco: gli alberi riescono a sequestrare grandi quantità di carbonio dall’aria, si creano corsi d'acqua, si sviluppa biodiversità».

Il paradiso della biodiversità? La regione Calabria!

Sulla biodiversità interviene anche Vincenzo Linarello, presidente del gruppo Goel, una comunità di persone, imprese e cooperative sociali che operano per il riscatto e il cambiamento della Calabria: «Le aziende agricole che si aggregavano a noi, non solo venivano protette dalle angherie della Ndrangheta, ma guadagnavano di più. E così c’è stata un aumento incredibile degli agricoltori che chiedevano di associarsi a noi, però il mercato era saturo e questo impediva alla nostra cooperativa di far entrare altri agricoltori. Allora ci siamo detti: se gli agrumicoltori sono in crisi, quale potrebbe essere una agricoltura diversa? Abbiamo scoperto che la maggior parte dei calabresi non sapeva che la Calabria è il giardino botanico dell’Europa: su 230 habitat climatici in Europa, solo in Calabria ce ne sono 74 di questi microclimi. C’è una fito-biodiversità pazzesca! La biodiversità la dobbiamo difendere, ma in che modo potrebbe far nascere un nuovo sistema agricolo? Come creare sinergia tra biodiversità e una economia alternativa che dia prospettive di lavoro in Calabria? Abbiamo iniziato a sperimentare un sistema dove utilizziamo la biodiversità per creare una nuova agricoltura e un nuovo turismo ecologico. Il vivere l’esperienza della gratuità, porta il dovere della responsabilità, non nei confronti di chi ti ha dato, ma nei confronti di altri che hanno bisogno così come ce l’avevi tu. Gratuità e responsabilità sono inscindibili». 

«Hanno avvelenato noi e i nostri figli»

«Fino a qualche anno fa non c'erano standard per i controlli per le sostanze PFAS» dichiara Michela Zamboni, attivista nel gruppo delle "Mamme No PFAS". «Quante altre sostanze ci sono nelle nostre acque che non sono ancora riconosciute come agenti tossici o cancerogeni? Le sostanze PFAS sono caratterizzate da un legame fortissimo tra Fluoro e Carbonio e offrono proprietà di idrorepellenza e resistenza al calore ai materiali sopra le quali sono messe (padelle anti-aderenti; carta da forno; mascara waterproof; creme per il corpo; industria bellica; industria automobilistica). Sono ovunque e sono potenzialmente eterne, non degradabili. Nel 2013, grazie a uno studio europeo che cercava queste sostanze nei fiumi europei, hanno scoperto che la ditta Miteni, attiva in Veneto, produceva questi prodotti cancerogeni e aveva inquinato una grande falda acquifera alla quale si rifornivano anche gli acquedotti delle province di Padova, Vicenza, Verona. All’inizio non ci credevo, era assurdo che l’acqua del rubinetto, che paghiamo, fosse inquinata. Nel 2017 ho partecipato a un’assemblea dove un medico (il dr. Cordiano) spiegava cosa provocavano alla salute le sostanze PFAS. Sono rimasta sconvolta: attraverso la gravidanza e il latte materno noi mamme avevamo trasmesso ai nostri figli queste sostanze senza saperlo! Noi in Veneto abbiamo una contaminazione dovuta all’acqua, ma dopo la seconda guerra mondiale queste sostanze sono diffuse in tutto il mondo, ormai si trovano anche nelle profondità degli oceani, ai poli, anche nel nostro sangue e si accumulano nei nostri organi. Possono causare diverse malattie correlate ai nostri ormoni, ad esempio nelle nostre zone abbiamo diversi bambini con il colesterolo alto. All’inizio dicevano che era colpa nostra, colpevolizzando le mamme, invece era colpa dell’inquinamento da PFAS. Ho imparato da questa storia che non bisogna dare per scontato che ci sia qualcuno che ci tutela, dobbiamo sempre cercare di capire».

Un album di musica per contemplare la bellezza del Creato

Cecilia Dell'Oglio, direttrice del movimento Laudato Siì europeo, dice: «L'ecologia integrale è la conversione alla speranza. Le sfide sono enormi: cosa possiamo fare? È fondamentale essere dialogo dove invece c’è disinformazione. E poi contemplare il mistero del creato: è il libro della creazione che ci parla, portiamo i nostri figli, i giovani a contemplare la creazione». 
E proprio contempando la bellezza della creazione alcuni musicisti e cantautori si sono messi insieme e hanno creato l'album musicale "8Cento" che celebra gli 800 anni della composizione del Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi. Uno di questi artisti è Diego Raiteri, che con la sua canzone "Egua de funte" celebra la bellezza e la preziosità dell'acqua.


L'acqua che evita le guerre

Preziosa anche la testimonianza video di Simone Ceciliani, missionario Apg23 in Kenya da 14 anni: «Dal 2023 abbiamo iniziato un progetto sul lago Turkana, una zona dimenticata da tutti: ci sono tante tribù di pastori, che allevano animali. Sono marginalizzati politicamente e stanno pagando pesantemente le conseguenze del cambiamento climatico. Essere qui vuol dire essere vicino agli ultimi degli ultimi, a quelli che pagano le conseguenze del disastro ecologico. Le tribù in Turkana vivono in completa armonia con la natura e vivono in simbiosi con gli animali, unica fonte di sostentamento, hanno ben presente cosa significhi l’equilibrio con il creato. Stiamo per realizzare un pozzo e un desalinizzatore, perché spesso nemmeno l’acqua dei pozzi è salata perché è vicino al lago salato del Turkana. Ci sono anche sempre più conflitti a causa della scarsità dell’acqua, quindi dare un accesso all’acqua serve anche a eliminare la radice di alcuni conflitti locali.

La Laudato Si': un'ecologia integrale da rinnovare

I vari interventi hanno delineato un collegamento tra il pensiero profetico di don Oreste Benzi e le attuali sfide ambientali e sociali delineate dalle encicliche di Papa Francesco, Laudato Si' e Fratelli Tutti.  Tra l’altro proprio nel 2025 si celebrano i 10 anni dalla pubblicazione della Laudato Si', l'enciclica di Papa Francesco che ha aperto una stagione nuova sull'ecologia integrale, denunciando il degrado ambientale, la crisi sociale e la necessità urgente di un modello di sviluppo sostenibile e solidale. Oggi questa enciclica si rinnova nel suo messaggio di cura per la casa comune, confermando l'urgenza di un impegno globale condiviso, che coinvolga non solo la tutela dell'ambiente, ma anche la giustizia sociale e la fraternità.

Fratelli Tutti e la fraternità universale

Nella scia della Laudato Si', l'enciclica Fratelli Tutti, pubblicata da Papa Francesco nel 2020, declina il tema della fraternità universale. Essa richiama alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove il dialogo, la solidarietà e l'inclusione sono i pilastri fondamentali per superare divisioni e disuguaglianze. La fratellanza come risposta alle sfide globali e sociali si sposa con il messaggio di don Oreste che ha sempre lavorato per costruire comunità solidali, attente agli ultimi e alle periferie esistenziali.

Il pensiero di don Oreste Benzi su un’ecologia integrale

Don Benzi aveva le idee chiare sugli squilibri nel mondo che ancor oggi sono sotto i nostri occhi, e in un intervento del 2002[1] scriveva: «Si è arrivati all'orrore che il 20% dell'umanità consuma l'80% delle risorse del creato. All'interno sia di quell'80%, sia del 20%, si lotta pesantemente senza risparmio di colpi mancini, così la guerra è strutturale in questa umanità. Le qualità e le capacità della persona sono diventate titolo di potere e non di servizio. L'umanità si strozzerà da sola. Oggi il benessere dipende dal sapere e dalla tecnologia. I popoli molto evoluti si tengono il sapere e i migliori cervelli li fanno tutti fuggire dai Paesi poveri. Che cosa fare quindi? L'unica via è il ritorno al noi originale dell'uomo, al superamento dell'io e del tu nel noi, del mio e del tuo nel nostro. […] Tutti gli esseri viventi e tutti i beni creati appartengono solo al Creatore. È il Creatore che stabilisce i rapporti di parità fra tutti gli uomini e i rapporti di prestazione con gli animali e i rapporti d'uso con i beni del sottosuolo. Sul rapporto di uso per la sussistenza individuale e collettiva: prima avviene la sussistenza collettiva; in questa c'è anche la sussistenza dell'individuo. […] L'unica via liberatrice è la condivisione diretta, che contiene in se stessa la giustizia distributiva».



[1] “Appropriazione, uso, rapporto con il creato: un tentativo di riflessione su come poter vivere in verità e giustizia la vita in Gesù Povero.” Scuola di comunità durante il Consiglio di Governo del 24/25 ottobre 2002