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17 Ottobre 2022

Escuelita, un faro di condivisione

Una giovane in servizio civile in Cile racconta la sua esperienza
Escuelita, un faro di condivisione
L'attività del doposcuola nel complicato e diseguale sistema scolastico cileno. Tra paure e speranze
La storia di ogni persona incontrata meriterebbe di essere raccontata e conosciuta come esempio di resilienza, forza, ma anche sofferenza e impotenza di fronte alle istituzioni. Mi riferisco ai quaranta bambini che frequentano il progetto Escuelita: progetto che da molti anni è un importante punto di riferimento per la comunità della Comuna di Peñalolen, a Santiago del Chile, che si occupa di accogliere bambini e ragazzi nel pomeriggio, seguirli nei compiti e nella loro crescita attraverso il gioco e lo stare insieme.
In Chile il sistema scolastico è elitario e fortemente diseguale: le scuole migliori sono private e molto costose, mentre gli scarsi investimenti nel sistema pubblico si traducono in un’educazione spesso scadente e che non garantisce un’adeguata formazione. Le scuole municipali che frequentano i bambini e ragazzi del progetto non sono adatte a ricevere le problematiche del singolo, a trattare i disturbi dell’apprendimento, dividendo e relegando chi ne è affetto in “scuole speciali” dove le mamme sono costrette a stare in classe con i figli perché altrimenti non potrebbero presenziare a scuola. È questo il caso di Jhorman, sei anni, con problemi di linguaggio e apprendimento, la cui mamma è costretta a rinunciare a lavorare per restare a scuola con il figlio. Questa ai miei occhi appare un’istruzione talmente tanto distante dalla nostra che mi chiedo se sia giusto e opportuno il paragone, ma d’altronde chi ci conferma che la nostra metodologia, le nostre tempistiche siano quelle giuste? Certamente l’impegno nell’ora dei compiti e lo sforzo nell’affiancarli nel loro percorso di crescita e formazione è massimo, ma non è facile capire quanto sia giusto pretendere.
In Italia ho spesso lavorato con bambini e ragazzi e so che non è mai banale rapportarsi con la crescita di qualcuno; ma qui in Chile, forse per la prima volta, mi sento davvero a pieno responsabile e coinvolta nello sviluppo di questi quasi quaranta bambini che ogni giorno, dopo la scuola, raggiungono il progetto. Forse perché non si tratta solo di un semplice doposcuola o centro ricreativo, ma perché per molti di loro l’Escuelita rappresenta l’unico luogo veramente sicuro in cui si sentono e vedono ascoltate le loro esigenze e diritti.
Penso a Briana che soffre la lontananza del padre emigrato per lavorare, allo sguardo impaurito di Valentina al solo pensiero della possibile reazione della madre ad un piccolo errore, a Leon e Dominique che arrivano nel pomeriggio senza aver pranzato, a Andrea, alle porte dell’adolescenza, alla quale manca un esempio educativo consono, capace di far riconoscere i suoi sentimenti.
Tutte queste situazioni mi fanno vivere ogni giorno rabbia, indignazione e tanta impotenza. Mi sento di dover essere e di essere un importante esempio. In questi mesi ho capito che ascoltarli e cercare di dare loro delle spiegazioni a eventi che il più delle volte sono davvero troppo grandi per loro e dedicargli tempo, sono gli unici comportamenti che forse possono lasciare un segno positivo. L’escuelita rappresenta infatti, sia visivamente sia concettualmente, un vero faro per la crescita e il futuro dei bambini che la frequentano. E in questo periodo storico così particolare e complesso, in cui la guerra si sente così vicina, credo che lavorare con bambini e ragazzi si dimostri un importante strumento di nonviolenza, poiché la realtà è che la pace si insegna a partire dai bambini, rafforzando la capacità dello stare insieme, del condividere e la bellezza del conoscere e apprendere dagli altri.

 

Maria Pilar


Maria Pilar Maronilli, 26 anni, di Zero Branco (Treviso) è Laureata in Servizi Sociali, con specializzazione in “Lavoro, cittadinanza sociale interculturalitá”. Ha scelto il servizio civile per aprire la propria finestra sul mondo e conoscere una nuova cultura mettendosi a disposizione dell'altro.