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18 Maggio 2022

Guerra in Ucraina. In pericolo la sicurezza alimentare

Cibo. Si possono sostituire fornitori importanti come Russia ed Ucraina?
Guerra in Ucraina. In pericolo la sicurezza alimentare
Foto di Igor2008 da Pixabay
Sono tra i principali produttori mondiali di grano, orzo, mais, colza. Che cosa sta succedendo col protrarsi del conflitto e quali sono le alternative?
L'invasione della Russia in Ucraina sta mettendo a rischio la sicurezza alimentare a livello globale. Russia e Ucraina, infatti, svolgono un ruolo sostanziale nella produzione e fornitura di alimenti: la Russia è il più grande esportatore mondiale di grano e l'Ucraina è il quinto. Insieme, forniscono il 19% della fornitura mondiale di orzo, il 14% del grano e il 4% del mais, rappresentando oltre un terzo delle esportazioni mondiali di cereali. Sono anche i principali fornitori di colza e rappresentano il 52% del mercato mondiale delle esportazioni di olio di girasole. 

Chi può sostituire Russia e Ucraina nella fornitura di cibo?

Ci sono una cinquantina di paesi nel mondo che dipendono dalla Russia e dall'Ucraina per il 30% o più della loro fornitura di grano. Molti di loro sono paesi meno sviluppati o paesi a basso reddito nel Nord Africa, in Asia e nel Medio Oriente. 
Ucraina e Russia coprono l'85 per cento della domanda di grano in Egitto. Egitto, Algeria, Tunisia e Libia producono meno della metà dei cereali che le loro popolazioni consumano ogni anno. In questi stati si mangia una quantità di pane tre volte superiore alla media mondiale, perché è un elemento essenziale della dieta locale, in particolare tra le classi più povere. 
Non è ancora chiaro se altri esportatori sarebbero in grado di colmare questa lacuna. Le scorte di grano stanno già esaurendosi in Canada, ed è probabile che le esportazioni da Stati Uniti, Argentina e altri paesi siano limitate poiché i governi cercheranno di dare priorità all'approvvigionamento interno.
Anche le prospettive di esportazione dell'olio di girasole e di altri oli alternativi restano incerte. I principali importatori di olio di girasole, tra cui India, Unione Europea, Cina, Iran e Turchia, devono trovare altri fornitori o altri oli vegetali. 

I prezzi degli alimenti ai massimi storici

Come ha spiegato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, i prezzi dei generi alimentari, già in aumento dalla seconda metà del 2020, hanno raggiunto il massimo storico nel febbraio 2022 a causa dell'elevata domanda, dei costi di trasporto e delle interruzioni portuali. 
I prezzi globali del grano e dell'orzo, ad esempio, sono aumentati del 31% nel corso del 2021. I prezzi dell'olio di colza e dell'olio di girasole sono aumentati di oltre il 60%. Anche l'elevata domanda e la volatilità dei prezzi del gas naturale hanno fatto aumentare i costi dei fertilizzanti. Ad esempio, il prezzo dell'urea, un fertilizzante azotato, è più che triplicato negli ultimi 12 mesi.

I contadini ucraini non possono lavorare

Il conflitto potrebbe anche limitare la produzione agricola e il potere d'acquisto della stessa Ucraina, portando a una maggiore insicurezza alimentare a livello locale. I raccolti di cereali saranno pronti per la raccolta a giugno: non è chiaro se gli agricoltori in Ucraina saranno in grado di portare a termine il raccolto e distribuire la merce sui mercati. 
L'ondata di sfollati a causa della guerra ha ridotto il numero di braccianti e lavoratori agricoli. L'accesso ai campi è reso difficile dall'invasione. Anche l'allevamento di bestiame e pollame e la produzione di frutta e verdura sono limitati.
E poi ci sono le infrastrutture: i porti ucraini sul Mar Nero hanno chiuso e anche se l'infrastruttura del trasporto interno rimane intatta, il trasporto di grano su rotaia sarebbe limitato dal conflitto in corso. Inoltre, le criticità del trasporto di cereali ha fatto crescere i premi assicurativi per la regione del Mar Nero, che aggrava i già elevati costi di spedizione.

Fao, quali soluzioni

Per la Fao, i paesi che dipendono maggiormente dalle importazioni di cibo dalla Russia e dall'Ucraina devono cercare fornitori alternativi ma anche fare affidamento sulle proprie scorte alimentari e diversificare la loro produzione interna per garantire l'accesso delle persone a diete sane.
Quest'ultimo punto è il più importante e meno indagato dalla comunità internazionale. La guerra in Ucraina sta dimostrando quanto c'è bisogno di riflettere sul modello di sovranità alimentare, oggi influenzato dalla dipendenza - come dimostra anche il settore energetico - di regimi poco democratici. La sfida, oltre a garantire sostegno alle persone più vulnerabili, diventa quindi quella di pensare a nuovi equilibri commerciali, più sostenibili ed etici, basati sulla filiera corta e su una maggiore varietà dei prodotti.