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25 Maggio 2019

Ho incontrato le vittime della prostituzione

Patricia, laureata in diritti umani, stanotte ha incontrato ragazze come lei che ogni notte sulla strada sono private di ogni dignità. <br />
Ho incontrato le vittime della prostituzione
Foto di Nicoletta Pasqualini
«Anche se si trovano in strada, nel profondo del loro cuore capiscono che si meritano di meglio»
«Non ero mai uscita con un’unità di strada. Ho toccato con mano quanto sia importante l’incontro tra i volontari e le ragazze vittime del racket della prostituzione. Di quanto sia significativo il creare con loro questo rapporto di vicinanza, per vincere la diffidenza».
A raccontare è Patricia, 29enne brasiliana, laureata in Diritti Umani a Padova, volontaria in servizio civile. Una dei giovani che la scorsa notte ha scelto di scendere in strada con gli operatori della Comunità Papa Giovanni XXIII per incontrare chi viene considerato un rifiuto dalla società.
 
«Prego ogni giorno per cambiare vita»
Appuntamento in strada a Faenza, ore 22. Le ragazze incontrate sono di nazionalità nigeriana. Tutte giovani. Quando vedono arrivare il piccolo gruppo c’è in loro un po’ di diffidenza, ma poi scorgono i volti di alcuni volontari e abbassano la guardia.
«Dei volontari dell’Unità di strada si fidano. Siamo andati incontro alle ragazze offrendo un po’ di the caldo e qualcosa da mangiare. Poi abbiamo pregato insieme – racconta ancora commossa Patricia –. Un gesto semplice che loro stesse hanno chiesto di fare con noi. Una di loro, durante la preghiera ha detto: “Io prego ogni giorno per cambiare vita”. Questo mi ha colpito molto perché, anche se si trovano in strada, nel profondo del loro cuore capiscono che si meritano di meglio. I volontari offrono una via d’uscita, un’alternativa di vita. È che non sempre ce la fanno».
 
Donne oltre le apparenze
È quella vicinanza di cui parlava prima Patricia che fa la differenza. Solo il vedere e il sentire che sono pensate come donne e non come oggetto di piacere sessuale, che qualcuno si spende per loro, può smuoverle dalla loro condizione. Grazie all’incontro capiscono che in fondo c’è una speranza: non sono quello che fanno. Sono donne da amare, non da consumare. 
«Una di loro ha chiesto di essere informata sul corso d’italiano, per riprendere a studiarlo, pensando forse a progetti futuri» ha detto con stupore Patricia.
 
«La forza e la continuità dei volontari nell’andare ad incontrare queste donne, anche se non sempre si riesce a toglierle dalla strada, mi ha fatto riflettere. Mi porto a casa persistenza, pazienza, perché non ci si può arrendere di fronte a tanta miseria. Credo siano vittime della situazione in cui si trovano. Alcune hanno i documenti, altre no, altre non sanno neppure l’italiano». 
 
È l’una di notte. L’aria è ormai fredda e il gruppo ritorna nelle proprie dimore, mentre quelle giovani donne rimangono lì ad aspettare il prossimo cliente. 
L’uscita in strada è una delle proposte da vivere “fuori le mura” fatte ai giovani durante l’Assemblea internazionale della Comunità Papa Giovanni XXIII in corso al Palafiera di Forlì dal 24 al 26 maggio 2019.