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26 Settembre 2023

Il Gange, una divinità violata

In India, seguendo il fluire del grande fiume, emergono la grandezza e le contraddizioni di una cultura millenaria
Il Gange, una divinità violata
Foto di Gianluca Uda
Il Gange è uno dei fiumi più inquinati al mondo, ma è anche venerato come una divinità, tant'è che un tribunale indiano nel 2017 ha dichiarato che i due maggiori fiumi del Paese, il Gange e lo Yamuna, hanno personalità giuridica, cioè hanno diritti e doveri come le persone. Sarà sufficiente per salvarli dall'inquinamento che li sta uccidendo?
Lo scorso aprile l’India ha superato la Cina come numero di abitanti ed oggi è la nazione più popolata al mondo. L’India moderna ha messo il piede sull’acceleratore ed è tra i protagonisti indiscussi di questo millennio. Già da anni il gigante indiano è il fulcro dell’innovazione digitale: secondo il Global Innovation Index, pubblicato nel 2021, è fortemente in crescita per la capacità di innovazione tra le economie in via di sviluppo e con l’avvio di “Make in India” e “Digital India” si è sviluppata una fiorente cultura dell’imprenditorialità. Secondo un rapporto pubblicato da ForbesIndia, nel 2021 più di 40 startup indiane sono state valutate oltre un miliardo di dollari, seconde solo a Stati Uniti e Cina.

Camminando lungo le strade di Nuova Delhi si respira nell’aria una sorta di rinascimento indiano. La forza dell’India è sempre stata quella di resistere nel tempo: hanno sconfitto gli inglesi attraverso la non violenza, hanno sostituito le grandi produzioni americane di Hollywood con la loro Bollywood e continuano ad attraversare il mondo e le epoche con il loro passo, malgrado le loro mille contraddizioni e insicurezze.
Raccontare l’India contemporanea è difficile soprattutto se sei nato in occidente e il tuo tempo è lineare, dove si parte sempre da un punto per arrivare ad un altro. In India invece il tempo e tutte le altre cose sono circolari e non c’è un vero e proprio punto di partenza: tutto scorre e tutto ritorna, proprio come lungo le rive del grande fiume Gange, il cardine di un’intera cultura.
Gange donna anziana
India. Un'anziana con una malattia terminale, accompagnata dalla figlia, si immerge nel fiume Gange per purificarsi e prepararsi così al trapasso.
Foto di Gianluca Uda
Sudario nel fiume Gange
India. Un cadavere sta per essere immerso nel fiume Gange: questo è il rito che precede la cremazione.
Foto di Gianluca Uda
Inquinamento nel Gange
India. La foto di una donna nelle acque inquinate del fiume. Il concetto di ecologia non è ancora parte della cultura indiana.
Foto di Gianluca Uda
Gange inquinato
India. Il cambiamento climatico e l'inquinamento stanno deturpando il fiume Gange, che passa dietro al famoso mausoleo dell'India settentrionale.
Foto di Gianluca Uda

I fiumi: divinità disonorate

Per gli indiani il Gange non è un semplice fiume, ma è un dio e chi si bagna nelle sue acque, si immerge nella divinità. La storia narra che questo fiume, quasi una madre archetipa, sia nato da una ciocca di capelli di Shiva, una delle tre divinità che sostengono l’universo secondo la filosofia induista. Anche il fiume Yamuna, un grande affluente del Gange, è molto venerato nell’induismo perché è considerato la figlia del dio del Sole e la sorella di Yama, il dio della Morte. Secondo la tradizione induista, bagnarsi nelle sue acque sacre libera dai tormenti della morte e dal ciclo di rinascite e morti. 
Eppure questi due fiumi sono i più inquinati al mondo. Lo Yamuna, che passa per Nuova Delhi per poi immettersi e dare nuovo vigore al Gange, è un fiume biologicamente morto. Le sue acque sono perennemente nere come il petrolio e vicino alla zona urbana di Nuova Delhi schiume tossiche solcano gli argini del fiume.

Il concetto di ecologia non è ancora parte della cultura Indiana
 


Quasi un miliardo e mezzo di persone vive vicino a questi due fiumi, in un contesto dove la gestione dei rifiuti è fuori da ogni logica ecologistica, fatto che ha portato alla triste e irreversibile situazione attuale. Fabbriche che scaricano quotidianamente i propri rifiuti in questi fiumi; le acque nere delle città che lo Yamuna e il Gange attraversano e tutti i più disparati rifiuti urbani vanno a finire in queste acque… Perché gli indiani sporcano il loro dio, per poi ogni sera celebrarlo con canti e preghiere? Perché gettare le ceneri dei morti in queste acque, per poi scaricarci milioni di rifiuti e nello stesso tempo milioni di candele e fiori colorati? Non c’è una risposta definitiva a questa domanda, ma solo delle ipotesi. Il concetto di ecologia non è ancora parte della cultura indiana, anche se c’è un rispetto per gli animali molto accentuato: in molti paesi rurali non trovi nessun piatto contenente carne, gli animali sono liberi e vivono vicino agli uomini. 

India, prigioniera del gioco degli opposti

Un altro fattore che incide negli atteggiamenti contrastanti verso l’ecosistema fluviale ha le proprie radici nella religione/filosofia/cultura induista che con i suoi testi millenari, i Veda, e i suoi riti è riuscito a tenere salda una società per millenni. «Il fiume è dio e quindi non può essere inquinato» dice in modo perentorio un Baba, cioè una di quelle persone che in India abbandonano la famiglia e la società alla ricerca di Dio. Una sera, mentre mi trovavo a Varanasi, una città nel nord dell’India, questo Baba stava cercando di spiegarmi la loro visione del mondo: «Nel mondo ci sono due polarità e l’inquinamento è solamente un altro aspetto della maya». Per gli indù, il mondo fenomenico non è nient’altro che un’illusione, il velo di maya appunto.

Perché gli indiani sporcano il loro dio, per poi ogni sera celebrarlo con canti e preghiere?
 


Secondo il Baba il nostro mondo può funzionare solo con il continuo gioco degli opposti, giorno-notte, uomo-donna, bene-male. Tutto va celebrato, poiché tutto è un’emanazione di Dio, anche l’inquinamento; per questo motivo ci sono grandi templi in molte discariche urbane.
Ma forse qualcosa sta cambiando. Nel 2017 il tribunale dello Stato dell’Uttarakhand ha dichiarato che Gange e Yamuna, insieme a tutti i loro tributari, sono «entità legali e viventi, aventi lo status di persona giuridica, con tutti i derivati diritti, doveri e responsabilità».
Il Gange nasce dalle alture dell'Himalaya, per poi scendere giù verso l'oceano indiano, il suo fluire ha fatto emergere un mondo e una cultura, anticamente le sue acque erano curative, limpide e vive. Anche se oggi il fiume è sofferente, c’è ancora la speranza che un giorno potrebbe ritornare ai vecchi splendori.