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30 Dicembre 2023

Il Papa per la Giornata Mondiale della Pace: l'umanità è appesa ad un filo (di rete)

Intelligenza artificiale, un problema se ostacola lo lo sviluppo dell'uomo e del mondo. Usiamola in maniera responsabile ed etica. Il commento di Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Il Papa per la Giornata Mondiale della Pace: l'umanità è appesa ad un filo (di rete)
Papa Francesco nel messaggio del 1 gennaio 2024, invita a riflettere sulle intelligenze artificiali e pace. «Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?»
Nel giorno dedicato all’Immacolata Concezione di Maria, sua Santità, Papa Francesco, ci ha fatto dono di una lunga e dettagliata riflessione in vista della 57° Giornata Mondiale della Pace che sarà il 1° gennaio 2024 dal titolo “Intelligenza artificiale e pace”.

Il Pontefice entra nello specifico e complesso tema della ricerca scientifica e tecnologica mostrando in particolare gli aspetti più rischiosi legati allo sviluppo delle intelligenze artificiali che potrebbero ostacolare il miglioramento dell’uomo e del mondo, unico vero fine al quale ogni espressione dell’intelligenza umana deve tendere.
L’attenzione alla quale Papa Francesco ci richiama non è volta a sminuire o vincolare la scienza e la tecnologia, che anzi sono espressioni formidabili dell’intelligenza umana e «prodotti straordinari del suo potenziale creativo»: quando la scienza e la tecnologia contribuiscono «a un migliore ordine della società umana e ad accrescere la libertà e la comunione fraterna» diventano generative di un mondo nuovo nel quale trova spazio un vero miglioramento dell’uomo.

Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso
Papa Francesco

Disuguaglianze sociali e conflitti

Il richiamo del Papa mette in luce alcuni aspetti problematici dello sviluppo tecnologico che “abusa” dell’intelligenza umana producendo un uso improprio delle intelligenze artificiali “che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso”.
La riflessione che il Papa propone è piuttosto dettagliata, non mi dilungo nell’approfondire qui le tematiche in essa affrontate, che mettono bene in luce i molti rischi ed usi impropri dell’intelligenza artificiale e suggeriscono altrettanti possibili aspetti positivi, ritengo sia bene meditare e confrontarsi su tali e diversi spunti ognuno dei quali potrebbe dare spazio ad analisi più approfondite.

Etica nella scienza: tema scottante

Le forme di intelligenza artificiale sembrano in grado di influenzare le decisioni degli individui attraverso opzioni predeterminate associate a stimoli e dissuasioni, oppure mediante sistemi di regolazione delle scelte personali basati sull’organizzazione delle informazioni. Queste forme di manipolazione o di controllo sociale richiedono un’attenzione e una supervisione accurate, e implicano una chiara responsabilità legale da parte dei produttori, di chi le impiega e delle autorità governative.
Papa Francesco


Tuttavia un elemento in particolare mi interessa mettere in evidenza: l’applicazione etica alla scienza, cosa che il Papa definisce “scottante” soprattutto in riferimento alla sfida che ne è diretta conseguenza per noi cristiani.
Francesco ci invita ad allargare lo sguardo: la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico dovrebbero avere sempre un orizzonte ampio, dovrebbero tenere come punto di riferimento costante il fine ultimo del miglioramento della vita di tutti i popoli e di tutte le nazioni.
Ogni scelta e ogni decisione andrebbe normata da linee guida etiche che tengano conto di valori irrinunciabili quali «il significato dell’esistenza umana, la tutela dei diritti umani fondamentali, il perseguimento della giustizia e della pace».
500 anni fa Macchiavelli scriveva che per garantire la tenuta dello Stato e, in ultima istanza, per ottenere la pace. qualsiasi azione è lecita, qualsiasi strumento è buono, anche ciò che sembra contrastare la legge morale.
Oggi invece Papa Francesco mette in evidenza il destino fallimentare di questo assioma e ci sollecita a non giustificare mai nessun mezzo se non è omogeneo al fine che si propone di raggiungere, anzi ci suggerisce di convertire i mezzi impropri e non giustificabili, in mezzi etici.
Il Papa ci indica anche la via per raggiungere questo obiettivo: «nei dibattiti sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, si dovrebbe tenere conto della voce di tutte le parti interessate, compresi i poveri, gli emarginati e altri che spesso rimangono inascoltati nei processi decisionali globali».
Per le generazioni future e come sfida educativa e pedagogica, per lo sviluppo di un mondo «più solidale, giusto e pacifico», non possiamo perdere questa coincidenza che Papa Francesco ha colto, dobbiamo infiammarci e con buona volontà metterci in gioco.