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2 Aprile 2019

L'autismo spiegato da chi lo vive

Il 2 aprile è la Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo. 
L'autismo spiegato da chi lo vive
Foto di Altanaka-Adobe Stock
Pier Carlo Morello, laureato in Scienze umane e pedagogiche, è l'autore di <em>Macchia, autobiografia di un autistico </em>(Salani), scritto attraverso la tecnica della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione_facilitata">comunicazione facilitata</a>. In questo breve scritto ci fa entrare nel suo mondo.
Casa mia ai piedi di una collina vestita di bosco sta. Come dorso di balena interrata appare, salendo dal mare. 
Le chiome degli alberi dalla mia tana vedo accavallarsi: tavolozza di colori secondo stagione. Mi aggroviglio con il bosco dalla mia tana e ballo, avvolto da musica diffusa.
La mia tana è nel salotto di casa mia. Ballo e volo. Oltre i muri, sopra gli alberi. Penetro nel bosco. Volo e frantumi di umana evoluzione scopro dentro la collina.

La collina è piena di grotte. Una mi attira. Castel Soto Tera lo nominano.

Ferita profonda sulla roccia è l’entrata; poi si restringe in stretto cunicolo da percorrere strisciando. E giù si va, giù nel profondo. Dentro non ci sono mai stato. Ho solo sentito racconti, ma io volo. 
La grotta sta nella mia testa. Il pensiero entra e sibila oltre la roccia. E immagino.
In fondo, l’antro si allarga in uno spazio senza orizzonti, con laghi e castelli sostenuti da colonne d’antiche stalagmiti e stalattiti. 
Libere immagini e musica continua.

​È la grotta delle mie ombre dove il sole del giorno arriva solo come riflesso sull'acqua.

Volo dalla mia tana qui nel Castel Soto Tera. Qui ritrovo il mio mondo e saluto le ombre. Qui dono pensiero a Piero immerso in manie di nebbia e allo sfarfallio delle mani di Lorena. Qui riguardo i salti di Matthias ed Eliza ridotta a scheletro e l’arrancare scimmiesco di Giorgio che un tempo divertivano tanto i sani e belli. Vedo anche aperti sorrisi su volti di ombre tranciate da Aktion T4.
Non è luogo grigio, il bus del Castel Soto Tera, ma pieno di colori riflessi, rifratti dall’acqua: arcobaleni schizzati.
Mondo di luce popolato da ombre è la mia grotta, da ologrammi da sempre vestiti di stracci secondo il loro tempo: stracci di tuniche greche e romane, stracci nel Medio Evo usati, stracci di abiti moderni.
Stracci. Altro mondo. Ombre serene di Macchie.

Sensuale è mirare l’immergersi, l’uscire, il camminare lungo il lago delle fade anguane: le fate dell’acqua. Chi dice siano donne qui nascoste dopo brutte violenze di maschi. Chi dice siano donne con piedi di capra, con difetti, con macchie, fuggite dai sani e belli per viver serene. Ora girano allegre attorno al lago a passi di danza leggiadre leggere sensuali nei loro luminosi vestiti bianchi.
Noi viviamo trainati da mani di fate.
Qui, vogliono dire, trovano pace anche i bambini sostituiti da fate invidiose.

Nella grotta d’autismo mi perdo: fada, fata, fato, mio destino.

Piercarlo Morello
Piercarlo Morello, laureato in Scienze umane e pedagogiche, è autore del libro "Macchia, autobiografia di un autistico" (Salani, 2016)
Foto di Archivio Sempre