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29 Maggio 2019

Non c'è bimbo che non sia degno di venire alla luce

A Roma un Convegno internazionale ha riflettuto sulla medicina perinatale e l’accompagnamento pastorale delle famiglie che aspettano bambini con delle fragilità
Non c'è bimbo che non sia degno di venire alla luce
Spesso la diagnosi prenatale viene usata come uno strumento di selezione eugenetica
Yes to life! Il titolo che il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, assieme alla Fondazione Il cuore in una goccia, ha scelto per il suo evento riassume fedelmente ciò che è stato approfondito durante il congresso tenutosi all’Agostinianumdal 23 al 25 maggio scorsi. Un chiaro sì alla vita, questo è il messaggio che è emerso. Con chiarezza bioeticisti, medici e prelati hanno voluto condannare con forza la diagnosi prenatale a scopo selettivo. 

Non c'è bimbo che non sia degno di venire alla luce, anche nella sua fragilità, per quanto breve sia la sua durata della sua esistenza, ed essere accudito e curato in ogni fase della sua vita. Un no deciso alla cultura dello scarto, volto ad eliminare ciò che una società che è rivolta meramente al profitto, di fatto giudica incompatibile con la vita. 

«L’abitudine di presentare la diagnosi prenatale come strumento di prevenzione delle patologie ritenute incurabili, la rende uno strumento di selezione eugenetica» diceGabriella Gambino, sottosegretario del dicastro promotore del convegno. «Come Chiesa siamo chiamati ad aiutare la cultura a fare un saltodalla parte della vita. La famiglia è il luogo dell’amore per eccellenza, quel luogo dove il limite e la malattia possono trovare un modo per inserirsi nella dinamica dell’amore. Ma dobbiamo aiutare le famiglie a poter vivere nell’amore, anche quando la sofferenza si affaccia nelle loro esistenze e le mette a confronto con la solitudine e con quel dolore nel quale devono poter andare fino in fondo, perprenderlo tra le mani, osservarlo e dargli un significato».

Parole che invitano a guardare alla fragilità con rispetto e sacralità, che invitano a fare rete tra le famiglie, perché la solitudine di chi si trova ad accogliere una vita colpita da diagnosi infausta non possa farla da padrona. Ogni vita è sacra e inviolabile, unica e preziosa nel suo essere e desiderosa di essere accolta.

Al termine dei lavori il Santo Padre ha rivolto parole di incoraggiamentoper chi difende la vita dal suo concepimento alla sua morte naturale, affermando che l'omicidio (o aborto) non può essere mai la soluzione al problema né tanto meno è lecito assoldare un sicario! Queste parole molto dure, ma altrettanto vere, hanno risuonato nella Sala Clementina dove i partecipanti al convegno hanno avuto l'occasione di porgere i propri saluti personalmente a Papa Francesco, al termine del suo discorso.