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19 Maggio 2023
Ultima modifica: 19 Maggio 2023 ore 12:40

Rischia di essere una fiera della maternità surrogata. Apg23 presenta un esposto

La Comunità Papa Giovanni XXIII chiede verifiche sull'evento "Wish for a Baby" di Milano. La Prefettura: «Sono stati disposti dedicati servizi di osservazione e controllo»
Rischia di essere una fiera della maternità surrogata. Apg23 presenta un esposto
Foto di Robster_91 da Pixabay
Nel sito la GPA non viene mai esplicitamente pubblicizzata, ma tra gli sponsor c'è chi propone questa pratica che in Italia è vietata per legge

Nel 2022 si chiamava "Un sogno chiamato bebè" ed è stata annullata, nel 2023 si chiamerà "Wish for a baby" ed è in programma per il 20 e 21 maggio a Milano. L'invito alla fiera è allettante: «Sia che abbiate appena iniziato il vostro viaggio verso il diventare genitore - si legge in home page -, sia che sentiate di avere utilizzato ogni possibilità. Nel nostro evento Wish for a Baby potrete incontrare gratuitamente i migliori esperti di fertilità di tutto il mondo». Il rischio che ha visto la Comunità Papa Giovanni XXIII insieme ad una decina di altre associazioni che si occupano di famiglia e di tutela della vita, è che questa fiera possa promuovere forme di maternità surrogata, pratica vietata in Italia. Per questo ha inviato un esposto al Comune di Milano, alla Questura, alla Prefettura e al Ministero dell'Interno, chiedendo di vigilare che durante l'iniziativa milanese non venga pubblicizzata una pratica vietata in Italia. Abbiamo sentito Daniela Giorgis animatrice generale servizio famiglia e vita comunità Papa Giovanni XXIII

Da chi nasce l'iniziativa dell'esposto?

«L'iniziativa dell'esposto nasce dall' Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che è venuta a conoscenza che il 20 e 21 maggio approderà a Milano “Wish for a Baby”, una iniziativa che può rischiare di diventare vetrina pubblicitaria anche di condotte come la maternità surrogata».

Che cosa si vuole ottenere?

«Che le autorità di vigilanza e sicurezza preposte comunichino se si siano svolte valutazioni in merito e quali attività di prevenzione si siano esperite e, in caso in cui a nulla si sia provveduto, ad adottare ogni necessario ed opportuno provvedimento corrispondente ai doveri d’ufficio».

Da una rapida occhiata al sito dell'iniziativa "Wish for a baby" non si vedono accenni alla GPA, come mai avete deciso di procedere ugualmente?

«Si tratta della fiera della maternità in provetta e delle tecniche di procreazione assistita che già abbiamo visto alla analoga fiera presentata in tante capitali europee, da Amsterdam a Parigi, passando per Berlino, Colonia e Monaco, finora non a Milano perché nel 2022 la fiera era stata annullata. (https://www.unsognochiamatobebe.it) Il viaggio all’interno del Salone parigino è stato ampiamente descritto nel servizio apparso su Avvenire dell’8 settembre 2021 frutto di una collaborazione tra Avvenire e la Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata (Ciams), che raggruppa una 40ina di associazioni femministe e in difesa dei diritti umani in 13 diversi Paesi.  Nel dossier sono state ampiamente esposti i contenuti del programma convegnistico che, pur presentandosi come evento puramente informativo, in realtà offre un’ampia gamma di stand espositivi tipici dei sistemi pubblicitari indoor. Tra gli sponsor della rassegna “Wish for a Baby” compare la "community" Babble, che tra le pagine collegate al sito offre consulenze dettagliate per intraprendere il percorso di surrogazione di maternità».

Perché la maternità surrogata è vietata in Italia?

«La maternità surrogata mette in gioco il valore fondamentale della dignità umana, alla quale è preordinato il divieto di ricorso posto da una legge della Repubblica. Dietro tale pratica ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali, e bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società. La Corte costituzionale, ha sottolineato che la pratica della maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane” (sentenza n. 272 del 2017 e, da ultimo, sentenze n. 33 del 2021 e n. 79 del 2022) ed ha inoltre rilevato che “gli accordi di maternità surrogata comportano un rischio di sfruttamento della vulnerabilità di donne che versino in situazioni sociali ed economiche disagiate; situazioni che, ove sussistenti, condizionerebbero pesantemente la loro decisione di affrontare il percorso di una gravidanza nell’esclusivo interesse di terzi, ai quali il bambino dovrà essere consegnato subito dopo la nascita” (sentenza n. 33 del 2021)».

E una fiera che semplicemente ne parla andrebbe fermata?

«Sì, perché la Legge 40/2004 non solo vieta e sanziona la gestazione per altri realizzata in Italia, ma punisce anche la semplice propaganda, là dove afferma che "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro" (articolo 12, comma 6)», e tutto ciò lascia ragionevolmente prevedere la possibile commissione del reato».

Aggiornamento del 19/05/2023
La risposta della Prefettura di Milano

In data 18 maggio la Prefettura di Milano ha risposto che «non si evidenziano situazioni pregiudizievoli» e che rispetto alle preoccupazioni delle Associazioni «sono stati disposti dedicati servizi di osservazione e controllo in concomitanza alla kermesse, finalizzati alla verifica del rispetto delle norme di legge a cura della locale Questura».