«Eravamo in prossimità della beatificazione di Sandra. Ero nel mio appartamento a Malta e stavo lavorando al computer quando ho ricevuto una notifica sull'imminente beatificazione di Sandra. Ero curioso, quindi ho letto l'articolo. È così che ho scoperto Sandra. Dopodiché ho contattato l’editore dando la mia disponibilità a tradurre il Diario perché non credo che il "mondo di lingua inglese" conosca Sandra.»
«La sua simpatia. Non poteva non piacerti... con il suo bel sorriso. Ho sentito che lei mi ricordava fortemente molti degli studenti di Medicina che conoscevo. Sono stato felice di vedere che era possibile che una giovane donna oggi potesse sviluppare una relazione profonda con Dio ed essere allo stesso tempo una studentessa di Medicina. La sua semplicità e il suo profondo impegno nel comprendere il progetto di Dio su di lei, che le ha permesso di scegliere la Medicina per aiutare gli altri, l'hanno resa una persona molto attraente.»
«Mi è sembrato che Sandra fosse conosciuta davvero solo nella sua stessa comunità italiana. Mentre, se una persona viene dichiarata santa, deve avere un messaggio che sia rilevante in tutto il mondo. Volevo che Sandra fosse più conosciuta perché sentivo che stava dicendo qualcosa che il mondo intero ha bisogno di sentire. Da qui la necessità di tradurre il suo Diario in inglese e di presentarla al resto del mondo.»
«Una delle cose più importanti di Sandra, per me, era che mi ricordava tante giovani studentesse di Medicina che ho incontrato e alle quali ho insegnato. Ho scritto articoli in passato per descrivere le differenze tra il modo di pensare degli uomini e delle donne. Generalmente mentre i giovani uomini spesso (anche se non sempre) vedono nella carriera medica un lavoro buono e di successo, le giovani donne che scelgono di studiare Medicina vogliono farlo prima di tutto per aiutare le altre persone, vogliono essere premurose e dare la vita in tanti modi. La loro empatia con i pazienti, collegata al loro desiderio di fare del proprio meglio, può essere di per sé motivante, stimolante e curativa. Balint ha scritto che “La prima cosa che un medico prescrive a un paziente è se stesso”. Quando questo è collegato a una profonda fede e fiducia in Dio, il risultato può essere molto potente. Come nel caso di Sandra.»
«La giovane età di Sandra la avvicina a molti degli studenti che ho conosciuto. A 22 anni si sta cambiando fisicamente da ragazza a donna, e si sta sperimentando la meraviglia di questo. Per le studentesse di Medicina, c'è una pressione in più, perché hanno bisogno di sapere tutto sul corpo - più delle ragazze normali - e ci sono enormi tentazioni di vedere i loro corpi come qualcosa da affrontare materialmente piuttosto che come qualcosa di bello, un dono di Dio. La purezza di Sandra le permette di avere una visione meravigliosa di se stessa e della sua capacità di dare la vita agli altri, il che è molto stimolante. La mia impressione sui miei migliori studenti è che anche loro si avvicinino alla vita allo stesso modo. Sandra può essere un'ispirazione, mostrando loro che non sono soli nella loro purezza di pensiero e nella loro volontà di aiutare gli altri.»
«Non so come Sandra si relazionasse con i pazienti. Sembra che Sandra, nonostante fosse al quarto anno, fosse ancora una studentessa preclinica; in altre parole, non aveva ancora iniziato a vedere i pazienti nei reparti ospedalieri. Cosa che uno studente del quarto anno a Malta o nel Regno Unito avrebbe iniziato a fare già durante il terzo anno. Pertanto, nel presentare Sandra agli studenti di Medicina inglesi, è necessario orientarli descrivendo il Corso di Medicina a Bologna, che è diverso dal loro. Nel vedere come Sandra si sarebbe relazionata empaticamente con i pazienti, dobbiamo far riferimento al suo lavoro con i tossicodipendenti. Possiamo vedere dal Diario il suo atteggiamento nei confronti dei "ragazzi" (così Sandra chiamava i giovani che stava aiutando nella comunità terapeutica). Sarebbe molto utile esaminare i ricordi di alcune di queste persone e se si sono sentite aiutate da lei.»
È vero che lei ha detto: «Spero che Sandra diventi un giorno la Santa patrona degli studenti di Medicina del mondo»?
«Sì, è vero. I nostri studenti non hanno mai avuto un santo patrono. Ho cercato di spiegare come Sandra mi ricordi i miei studenti.
Dobbiamo ricordare che gli studenti di Medicina, qualunque sia la loro fede o anche se non ne hanno, desiderano davvero fare del bene agli altri. Sono un gruppo di persone molto intelligenti, con buone intenzioni. In futuro saranno all'avanguardia nel trattamento e nella cura degli altri e persino nella ricerca medica per trovare nuove cure per nuove malattie. Lavorano in un mondo pieno di dilemmi etici, pericoli e sotto un'enorme pressione psicologica. Sono costantemente sotto pressione per essere buoni "tecnici" e per non considerare necessariamente in profondità quella persona umana che è il loro paziente.»
«Hanno bisogno di ispirazione per continuare a fare del bene nel mondo. Sandra, con la sua semplicità, felicità, purezza di pensiero e generosità verso gli altri e grazie alla sua visione positiva della vita, nata dal suo rapporto con Gesù, è una di queste ispirazioni. Può mostrare loro che non sono soli e che anche loro possono dedicare la propria vita a fare del bene per gli altri.»
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