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20 Settembre 2023

Un sentiero con destinazione ignota

La testimonianza di una ragazza che ha svolto il Servizio Civile in Albania
Un sentiero con destinazione ignota
Ricordi ed emozioni da un anno trascorso in Albania, tra i piccoli che sanno tirare fuori il lato più umano di chi li incontra
L’Albania è terra ospitale, per i paesaggi che ti regala, le famiglie della periferia di Scutari incontrate, che non hanno nulla ma che ti donano tutto, che ti ringraziano semplicemente perché sei seduta di fianco a loro a parlare. Questo è uno dei regali più belli che mi porto a casa: scegliere di esserci. L’Albania sono i volti dei bambini del doposcuola, i loro sorrisi e i loro occhi stupiti, la loro curiosità e tenerezza. L’Albania è la Casa famiglia in cui ho vissuto e tutte le persone chi vi sono passate. L’Albania sono i loro caratteri, modi di fare e di essere, i loro abbracci e la loro accoglienza. L’Albania è stata ed è un viaggio incredibile.

Gioie e fatiche del Servizio Civile

Se mi guardo indietro mi rendo conto che la strada fatta è stata davvero lunga, mai avrei pensato di camminare così tanto, mai avrei pensato di esserne capace. Come quando cammini su un sentiero di montagna, senti la fatica, a volte, il respiro diventa affannoso, ma poi ti perdi a guardare il panorama; ti fermi, respiri, riempi i polmoni di aria fresca, gli occhi e il cuore di bellezza e pensi che ne è valsa proprio la pena arrivare fino alla vetta.
Così è stata questa incredibile esperienza: un cammino su un sentiero che aveva una partenza precisa e una destinazione ignota. Ho camminato insieme a tanti compagni di viaggio, che sono stati la parte più ricca di questo percorso, lo hanno reso pieno di umanità, condivisione, ascolto e relazione. Ognuno di loro mi ha donato qualcosa di sé durante la strada, non facendomi mai sentire sola, permettendomi di capire l’importanza e la bellezza di andare tutti allo stesso passo.  In particolare, porto con me i compagni di viaggio più piccolini, perché mi hanno permesso di vedere il mondo da un altro punto di vista, hanno tirato fuori il lato più umano e tenero di me, lato che non credevo di avere. Mi porto a casa, nello zaino, le mani tese e quelle che mi sono state tese, gli abbracci e i «si je?» - «come stai?» - segno della grande ospitalità che le persone albanesi hanno

Torno a casa piena di gratitudine

Sarò sempre grata per tutto questo. Mi hanno insegnato tanto, posso dire che ogni giorno di cammino è stato una grande lezione di vita e una possibilità per fare del bene. Perché il bene e il bello ci sono, solo a volte sono solo un po’ nascosti e l’Albania questo me lo ha insegnato.
Riparto sentendomi una persona nuova, perché passare un anno della mia vita qua mi ha fatto del gran bene, mi ha permesso di trovare il mio equilibrio. Riparto con uno zaino più leggero, colmo di bellezza, amore e tutto quello che a parole si fa fatica a spiegare perché lo impari solo vivendo un’esperienza così, attraverso l’incontro con l’altro, la realtà e la cultura diversa. Almeno, io l’ho imparato così, perché è nella diversità che si annida la vera ricchezza. E di ricchezza io ne porto a casa tanta, talmente tanta che vorrei restituirla e condividerla perché il bene e il bello meritano di essere raccontati.


Marta Ricci, 23 anni, di Rimini, è laureata in Scienze Politiche, Sociali e Internazionali. Ha scelto il Servizio Civile per mettersi in gioco, per sporcarsi concretamente le mani, attraverso la scoperta della diversità, l’aiuto all’altro e la condivisione diretta.