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17 Gennaio 2024

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: una sfida nella fede.

Dal 18 al 25 gennaio tutte le confessioni cristiane pregano insieme alla ricerca dell'unità riflettendo sulle parole di Luca: Ama il Signore Dio tuo e ama il prossimo tuo come te stesso. Un segno di amore e pacificazione.
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: una sfida nella fede.
Il Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani ha affidato la stesura del sussidio per la "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani" ad un gruppo ecumenico del Burkina Faso. Un paese sconvolto dal terrorismo le cui vittime sono soprattutto cristiani.
Dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, una delle iniziative ecumeniche più importanti.
Il primo a promuovere tale iniziativa fu nel 1908 il reverendo Paul Wattson a Graymoor (New York). Scelse questo periodo, valido per l'emisfero nord, perché compreso tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo (quindi con alto valore simbolico). Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste, come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926.
Dal 1968, i testi di preghiera da utilizzare nelle celebrazioni locali (in ambito cattolico ogni diocesi organizza gesti di preghiera ecumenici) sono prodotti dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio (oggi Dicastero) per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Dal 1975, inoltre, sono preparati sulla base di un progetto sviluppato ogni anno da un gruppo ecumenico locale, in un paese diverso.
Per il 2024 come tema per la riflessione teologica e di preghiera è stato scelto questo versetto biblico Ama il Signore Dio tuo ... e ama il prossimo tuo come te stesso (Luca 10, 27).  

La preghiera ecumenica per l'unità dei cristiani viene dal Burkina Faso

Il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani ha affidato la stesura del sussidio ad un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità Chemin Neuf di quel Paese.
Il Burkina Faso è un paese dell’Africa occidentale, nella regione del Sahel. Si estende su 174.000 km quadrati (poco più della metà dell’Italia) e conta 21 milioni di abitanti, appartenenti ad una sessantina di etnie. Circa il 64% della popolazione è musulmano, il 9% pratica le religioni tradizionali africane e il 26% è cristiano (20% cattolico, 6% protestante). Questi tre gruppi religiosi sono presenti in ogni regione del paese e praticamente in ogni famiglia.
Da alcuni anni il Paese è sconvolto dalla violenza terroristica le cui vittime sono soprattutto le comunità cristiane: sacerdoti, pastori e catechisti sono stati uccisi durante il culto, altri sono stati rapiti e non si sa che fine abbiano fatto.
«I cristiani – si legge sul sito del Dicastero - non possono più praticare apertamente la loro fede in questi contesti; a motivo del terrorismo, infatti, la maggior parte delle chiese cristiane nel nord, nell’est e nel nord - ovest del paese sono state chiuse e non c’è più alcun culto cristiano pubblico in molte di queste aree. Dove il culto è ancora possibile – di norma nelle grandi città e sotto la protezione della polizia – è stato comunque necessario abbreviare le celebrazioni per garantirne la sicurezza».

Per tutti i cristiani: ama il prossimo tuo come te stesso

Affidare ai cristiani del Burkina Faso il compito di preparare i testi per la Settimana di preghiera per l’unità cristiani è pertanto stata una vera e propria sfida della fede. Non solo per la situazione di pericolo in cui quotidianamente vivono, ma anche perché il Burkina Faso non aveva una forte tradizione di sensibilità e di cooperazione ecumenica. Anzi, le varie chiese, divise culturalmente e teologicamente, o non avevano relazioni amichevoli o erano apertamente ostili. Tuttavia, i rappresentanti dell’arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, delle Chiese protestanti e degli organismi ecumenici hanno accettato volentieri l’invito e hanno collaborato alla stesura delle preghiere e delle riflessioni. Questa esperienza di lavoro comune ha aiutato il Gruppo locale a riconoscere che l’amore di Cristo unisce tutti i cristiani ed è più forte delle loro divisioni. Hanno dichiarato che quel lavoro insieme è stato un’autentica esperienza di conversione ecumenica.
I cristiani del Burkina Faso hanno letto il tema assegnato, Ama il Signore Dio tuo ... e ama il prossimo tuo come te stesso (Luca 10, 27),  come direttamente collegato alla parabola del buon samaritano. Ed hanno osservato: «Molti degli scrittori cristiani dei primi secoli –ad esempio Origene, Clemente Alessandrino, Giovanni Crisostomo e Agostino –lessero in questa parabola la direzione del piano di Dio per la salvezza del mondo.
Essi videro nell’uomo che scendeva da Gerusalemme l’immagine di Adamo – e quindi di tutta l’umanità –che discendeva dal paradiso verso questo mondo, pieno di pericoli e di fragilità, e i briganti come l’immagine delle potenze terrene ostili che assalgono l’umanità. Essi videro Cristo stesso nella figura del samaritano che, mosso a compassione, venne in aiuto dell’uomo percosso e agonizzante, ne curò le ferite e lo portò al sicuro in una locanda, vista come l’immagine della Chiesa. La promessa del Samaritano di ritornare fu interpretata come una prefigurazione della promessa del ritorno del Signore».
Le comunità cristiane del Burkina Faso hanno tratto queste conseguenze che sono valide anche per noi: «I cristiani sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il Buon Samaritano, mostrando misericordia e compassione verso chi è nel bisogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a soccorrere e aiutare chi è nel bisogno non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità, ma nel fatto di considerarlo “prossimo”.
Questa visione dell’amore del prossimo che Gesù ci sprona a seguire è tuttavia messa a dura prova nel mondo di oggi. In particolare in Burkina Faso, la nostra capacità di amare come Cristo è inibita dalle guerre in molte regioni, dagli squilibri nelle relazioni internazionali e dalle disuguaglianze causate dai cambiamenti strutturali imposti dalle potenze occidentali o da altri organismi esterni. Ma è soltanto imparando ad amarsi reciprocamente, nonostante le differenze, che i cristiani possono farsi prossimo per gli altri, su esempio del Samaritano del Vangelo»