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24 Marzo 2022
Ultima modifica: 24 Marzo 2022 ore 10:29

Domani è la (nuova) giornata nazionale della vita nascente

Il 2 marzo scorso una delegazione di sindaci e associazioni ha chiesto alla presidente del Senato che il 25 marzo diventi la giornata per la vita nascente.
Domani è la (nuova) giornata nazionale della vita nascente
Foto di ekseaborn0
Nel mondo ci sono altri 11 Paesi che già hanno istituito questa Giornata. Favorevole la presidente del Senato, Elisabetta Casellati che afferma: «Il nostro Paese è ultimo in Europa per tasso di nascite ed età media delle madri. Il calo delle nascite che va avanti da 10 anni è un dramma epocale, a rischio pensioni e conti pubblici».
Una nuova cultura della vita è ciò che la giornata per la vita nascente vuole promuovere e per la quale 41 associazioni si sono messe insieme due anni fa formando una rete stretta e robusta. Perché nuova? Perché capace di essere in uscita e di costruire ponti suscitando un serio e coraggioso confronto culturale con tutti, di far fronte agli inediti problemi che investono la vita umana, di far maturare una maggiore consapevolezza circa la necessità di una tenacia operosa diffusiva di verità e amore. La vita nascente è intimamente e profondamente connessa a questa novità. È la novità che si rinnova in ogni concepimento, ogni volta cioè che viene generato un figlio, uno di noi. La novità di cui abbiamo bisogno per guardare con fiducia al futuro. È il “sì” della speranza, perché come più volte è stato detto, non è sufficiente dire dei “no”, ma è necessario proclamare dei “sì”. 

È il coraggio del bene; non è fruttuoso tanto mostrare il male, mettere in guardia dai pericoli, evidenziare la dannosità di una cultura individualista e utilitarista, esaminare le modalità con cui sta attuandosi la cosiddetta “destrutturazione antropologica”, quanto cercare di osservare lo splendore di ciò che è vero e giusto riguardo alla vita umana, alla maternità e alla bellezza dell’esistere come figli generati. Nessuno può esistere se non come figlio.

La proposta di istituire per via parlamentare la Giornata nazionale per la vita nascente con ricorrenza al 25 marzo, vuole essere spinta e motore per sensibilizzare le coscienze su quanto sia importante e prezioso accogliere quel bimbo o quella bimba che vive e cresce nel grembo della mamma. Se la proposta diventasse realtà, l’Italia verrebbe a unirsi agli altri 11 Paesi del mondo che già hanno istituito questa Giornata andando a rafforzarne l’alto valore simbolico. 

La proposta della Giornata, sostenuta anche da molti sindaci, aiuta a comprendere che il rilancio della natalità non passa solo dai pur doverosi e necessari e incentivi economici ma anche da iniziative attraverso cui le istituzioni dicono a tutti che accogliere nuove vite è un valore perché ogni vita umana è un valore. Dunque per trasformare l’inverno demografico in primavera – è tra l’altro questo il titolo del concorso europeo per studenti promosso ogni anno dal Movimento per la Vita Italiano – è imprescindibile riportare al centro del nostro sguardo il bambino non ancora nato: la sua vita, capolavoro di unicità, è impareggiabile dono per la società intera.

Di questo si è parlato il 2 marzo scorso nel corso dell’incontro della delegazione della Rete per la Giornata della vita nascente con la presidente del Senato Elisabetta Casellati, un’alleata sul fronte del contrasto al crollo della natalità, che ci ha ricevuto con tanta cordialità. La delegazione era formata da Eugenia Roccella (responsabile dei rapporti istituzionali della Rete), Andrea Mazzi (Comunità Papa Giovanni XXIII – coordinatore della Rete), Luca Gasparo (Famiglie numerose), Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, che ha portato la voce dei Sindaci che hanno sottoscritto la lettera ai parlamentari a favore della Giornata e la sottoscritta (Movimento per la Vita). Non è stata una sorpresa la condivisione da parte della Casellati, considerando che in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia (20 novembre 2019), fu proprio lei a promuovere presso palazzo Madama il convegno “Emergenza denatalità l’Italia di oggi, l’Italia di domani”. In quell’occasione la Casellati fece affermazioni importanti: «senza più figli, sono a rischio conti pubblici e pensioni. Senza nuovi nati salta il patto tra generazioni. Ma l'emergenza va affrontata con un piano straordinario di lungo periodo e non con misure estemporanee. Un piano che coinvolga anche le imprese»; «bisogna conciliare famiglia e lavoro, investire su istituti e strutture, incentivare la natalità con misure fiscali ed economiche, sostenere il ruolo delle donne madri sul lavoro. E bisogna fare presto, perché un Paese che non fa figli è un Paese incollato a un eterno presente, incapace di spiccare il salto verso il futuro»; «l'Italia è ultima in Europa per tasso di nascite ed età media delle madri. Il calo delle nascite che va avanti da 10 anni, è un dramma epocale che incide sulla società, sull'economia, sul futuro»; «Occorre considerare che un Paese a crescita zero  ̶  anzi a crescita negativa come è il caso dell'Italia e di molte altre nazioni europee ed extraeuropee  ̶ è inevitabilmente destinato a doversi confrontare con problemi di sostenibilità del welfare e delle politiche pubbliche». 

Queste considerazioni sono state riprese nell’incontro del 2 marzo nel colloquio con la delegazione della “Rete”, espressione del mondo delle associazioni ma anche di una esigenza trasversale che attraversa il Paese e che è riconosciuta da tutti. Come richiesto anche nella conferenza stampa che ha seguito l’incontro con la presidente del Senato, è fondamentale che le 6 proposte di legge per istituire la Giornata, presentate da parte di quasi tutti gli schieramenti politici, siano presto calendarizzate.

Si è parlato anche di 2 iniziative molto importanti: mettere a sistema una raccolta di esperienze positive, di “buone pratiche”, per aiutare donne, coppie famiglie ad accogliere i figli concepiti; implementare strumenti e modi per valorizzare quanto già il volontariato per la vita nascente offre alla società. È stata confermata soprattutto la necessità di una chiara svolta culturale che sappia vincere la cultura dello scarto e il primo passo è riportare al centro l'accoglienza, la condivisione, la solidarietà nei confronti della vita che sboccia. In quest’ottica, diventa essenziale valorizzare la maternità durante la gravidanza, privilegio femminile da custodire e specialissimo “cuore a cuore”, e trasformare la nostra società “a misura di mamma”, rendendo più accoglienti nei confronti delle madri il mondo del lavoro e il tessuto sociale. 

Abbiamo più che mai bisogno di riconciliarci con la vita, di rigenerare la società, di rinnovare la politica, di guardare al futuro con speranza, di educare i giovani al rispetto della vita e di affiancarli nel cammino verso la pace. I problemi da affrontare sono tanti, gravi, enormi. La devastante guerra in corso solleva ulteriori gravissime questioni a livello nazionale, europeo, internazionale. Abbiamo bisogno di costruire la civiltà della verità e dell’amore. Da dove cominciare? Dallo sguardo sul figlio appena concepito riconoscendolo uno di noi. Questo dice la proposta di istituire la “Giornata per la vita nascente”.