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23 Febbraio 2022
Ultima modifica: 23 Febbraio 2022 ore 09:44

Uomini e donne? Questione di cervello

Gli uomini e le donne sono uguali, diversi o differenti?
Uomini e donne? Questione di cervello
Foto di Foto di StockSnap da Pixabay
Si può parlare di differenze sessuali senza rallentare il cammino verso il raggiungimento delle pari dignità? La natura ci mette di fronte a corpi differenti, cui corrispondono necessariamente differenti modi di vivere ed interpretare l'esistenza.
«Gli uomini e le donne sono uguali» cantava Cesare Cremonini nel 2002
«No, sono diversi» contestavano gli altri.
In realtà gli uomini e le donne non sono nè uguali nè diversi, sono differenti.
È una distinzione non di poco conto perché "uguali" presuppone una omologazione, "diversi" rimanda ad una divergenza, "differenti" invece - arrivando dal latino di-fero - rende l'idea dell'arricchimento reciproco. Di-fero, cioé porto-altro, gli uomini e le donne sono portatori di ciò che l'altro sesso non ha.

Maschio e femmina li creò

Chiedersi perché l'umanità sia così differenziata non è scopo di questo pezzo. Alcuni teorizzano questioni evolutive, cui faremo accenno sotto, altri sottolineano il vantaggio del continuo ricambio genetico, altri ancora lasciano al caso. Chi ha fede legge che "Maschio e femmina li creò" è già presente in Genesi, quindi alle radici della Sacra Scrittura. Allo stesso modo è presente una distinzione maschile/femminile in ogni sistema religioso e filosofico. Si pensi solo al simbolo del Tao, allo Yin e Yang.

XX - XY

Biologicamente la differenza comincia al momento del concepimento, ed è determinata dalla ventitreesima coppia dei quarantasei cromosomi contenuti in ogni cellula.
Le femmine ricevono da entrambi i genitori un cromosoma X, mentre i maschi ricevono un cromosoma X dalla madre e un cromosoma Y dal padre.
Fino alla sesta settimana lo sviluppo procede allo stesso modo per maschi e per le femmine, ma intorno alla settima il cromosoma Y dei maschi esprime una proteina che fa diventare la gonade un testicolo. In mancanza della proteina FTP, nelle femmine, la gonade diventa ovaia.
Gli ormoni, in particolare il testosterone prodotto dai testicoli, ha un ruolo importante nello sviluppo del cervello in senso maschile.
Sono state riscontrate differenze morfologiche tra maschi e femmine nell’area preottica dell’ipotalamo, dove i maschi mostrano più neuroni rispetto alle femmine. Alcune ricerche rilevano differenze rispetto ad alcune specifiche abilità cognitive: gli uomini ottengono spesso punteggi elevati nei test di abilità spaziale e matematica, mentre le donne ottengono punteggi più elevati nelle prove verbali. Tuttavia non è chiaro se e quanto questi punteggi possano essere falsati da fattori ambientali.

Cervelli differenti: il dimorfismo

Comunque sesso differente, cervello differente. E poiché il comportamento dipende (anche) dal funzionamento del sistema nervoso, è lecito prevedere che individui di sesso diverso mostreranno un dimorfismo (dal greco dimorphos: che ha due forme) sessuale.
Altre ricerche infatti hanno suggerito alcune differenze anche nel corpo calloso, la massiccia commensura che connette i due emisferi cerebrali: il corpo calloso dei soggetti di sesso maschile possiede, in media, un’area maggiore di quella osservata in soggetti di sesso femminile, ma l’estremità posteriore del corpo calloso, chiamata splenio, è sensibilmente più grande nelle donne che negli uomini.
Il corpo calloso non svolge però nessun ruolo evidente sul comportamento, ma è importante in molte funzioni cognitive che implicano la coordinazione tra due emisferi.

Empatia vs. Sistematizzazione

Il britannico Simon Baron-Cohen, professore di psicologia e psichiatria dell’Università di Cambridge. Autore del libro The essential difference. Men, Women and the extreme male brain (tradotto in Italia da Mondadori con il titolo Questione di cervello. La differenza essenziale tra uomini e donne) non ha dubbi: il cervello femminile è programmato per l’empatia, il cervello maschile è programmato per la sistematizzazione. Empatia e sistematizzazione sono due funzioni quasi antitetiche: la prima è la capacità di riconoscere i pensieri e le emozioni degli altri e di reagire di conseguenza; la sistematizzazione è la tendenza ad analizzare, vagliare ed elaborare sistemi, capire in maniera intuitiva il funzionamento delle cose e dedurne le regole di funzionamento. La riconosciuta superiorità verbale delle donne non sarebbe altro che il risultato di questa predisposizione all’empatia e l’abilità visivo-spaziale degli uomini sarebbe la conseguenza di una superiore capacità di sistematizzazione.
La sistematizzazione sarebbe poi presente nella maggior parte degli interessi storicamente appannaggio maschile: sistemi tecnici (ingegneristici, elettronici), sistemi naturali (come la geografia, la chimica, l’astronomia, la biologia, la geologia), sistemi astratti (la matematica, la grammatica, la logica, i software, le carte geografiche), sistemi sociali (la politica, l’esercito, la sociologia, le gerarchie nei sistemi sociali), sistemi organizzabili (dalle collezioni di monete e francobolli alle enciclopedie e biblioteche), sistemi motori (dal lanciare freccette all’eseguire complesse sonate al pianoforte).

Una differenza non assoluta

Sarebbe però superficiale affermare che tutte le donne saranno sicuramente empatiche mentre tutti gli uomini saranno sicuramente dei sistematizzatori, ma i risultati medi ad esempio sul test dell'empatia sembrano confermare la teoria. È un po’ come la statura: è evidente che ci sono donne più alte di alcuni uomini, ma è altrettanto evidente che l’altezza media degli uomini è maggiore dell’altezza media delle donne.

L'ipotesi evolutiva

Sempre Baron-Cohen suggerisce un'affascinante ipotesi evolutiva che si poggia sulla tesi che i geni legati al differente comportamento maschile e femminile sono stati selezionati perché garantivano un maggiore successo evolutivo. La pressione selettiva sarebbe stata quindi assai differente per l’uno e per l’altro sesso e avrebbe favorito due diverse specializzazioni cognitive. Caratteristiche adattive dei maschi sarebbero state magari disadattive per le femmine, e viceversa. Il cervello sistematizzatore maschile sarebbe stato infatti più utile per fabbricare e utilizzare utensili, per cacciare, combattere, costruire case e rifugi. Una maggiore capacità in questo senso in ogni epoca avrebbe costituito una maggiore possibilità di sopravvivenza e di rango sociale, che significa – volendo semplificare al massimo – maggior successo riproduttivo.
Ricordiamo inoltre che il nostro cervello non è cambiato rispetto a quello dell'Homo Sapiens Sapiens del neolitico. Quindi alcune abilità che oggi non servono più per sopravvivere come cacciare, seguire le tracce, orientarsi possono essere state indispensabili, questioni di vita o di morte fino a non molti decenni fa.
I vantaggi evolutivi del cervello empatico femminile sarebbero invece stati utili per far sopravvivere i cuccioli e quindi trasmettere i geni delle mamme particolarmente abili nelle cure materne: non è facile intuire i bisogni dei bambini piccoli. La comunicazione verbale non c’è e bisogna basarsi esclusivamente sull’empatia per capire i malesseri del piccolo e far fronte alle sue necessità vitali. Ugualmente la capacità di crearsi delle amicizie intime, una rete di persone, magari altre donne “di cui ci si può fidare” può essere stato molto di aiuto alle donne che dovevano passare molto tempo sole ad allevare i figli e potevano aver bisogno di protezione, aiuto pratico ed economico.

Far convivere pari dignità e differenza

Sono argomenti da prendere con le pinze ma che conservano il loro fascino. La nostra epoca è stata infatti caratterizzata dalla volontà di eliminare le differenze tra uomo e donna che costituivano disuguaglianze e ingiustizie. Il rischio è che per giungere all'uguaglianza si crei un'omologazione che annulla la feconda dialettica della differenza. Ora quindi, accanto al cammino verso la parità, potrebbe essere utile affiancare la ricerca e la valirozzazione anche elementi di differenziazione positivi. Così che la cornice nella quale si gioca il rapporto uomo-donna, da luogo di supremazia - che per essere superata ha rischiato di diventare annullamento delle differenze e quindi omologazione - sfoci in una una modalità relazionale in cui uomini e donne danno il meglio di sè per arricchirsi vicendevolmente.