La crescita della povertà in Italia è un fenomeno inarrestabile. Secondo il rapporto Caritas 2024, una persona su dieci vive in condizione di povertà assoluta, pari al 9,7% della popolazione. Questo si traduce in 5 milioni 694mila poveri assoluti, in totale oltre 2 milioni 217mila famiglie, con un leggero aumento rispetto al 2022.
Per l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco ha scelto come tema: «La preghiera del povero sale fino a Dio» (cfr Siracide 21,5) facendosi ispirare dal libro del Siracide in vista dell’inizio del Giubileo Ordinario 2025. Attraverso questo testo papa Francesco ci ricorda che Dio conosce le sofferenze degli uomini e che si prende cura di chi è nel bisogno. «Nessuno è escluso dal suo cuore – dice Francesco –, dal momento che, davanti a Lui, tutti siamo poveri e bisognosi».
È che spesso ci ritroviamo a vivere come se Lui non esistesse, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza. «La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri.»
È da questa mentalità, arrogante, che si sviluppano le guerre. Da «chi – dice – si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio».
La cattiva politica fatta con armi genera nuovi poveri, ribadisce senza mezze misure il Papa.
L'VIII Giornata Mondiale dei Poveri è un invito per i cristiani e le comunità a diventare strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, come indicato nell'Evangelium Gaudium.
In questo anno dedicato alla preghiera, Francesco esorta a «fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro.» Un’azione dunque non per i poveri ma con i poveri. «Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti “la fede senza le opere è morta” (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce».
Un esempio concreto di amore verso i poveri è stato don Oreste Benzi, il sacerdote riminese che fino all’ultimo respiro, avvenuto il 2 novembre 2007, si è consumato per gli emarginati.
«I poveri – diceva don Benzi– prima ancora che tu risponda al loro bisogno, chiedono di essere amati». Don Benzi, inoltre, sosteneva che «la storia viene mandata avanti da coloro che sono totalmente poveri, che non hanno nulla da difendere».
In vista del centenario della sua nascita nel 2025, sono state avviate diverse iniziative per ricordare il suo impegno.
Il 16 novembre, in preparazione alla Giornata Mondiale dei Poveri, Sara Foschi, che per lungo tempo ha vissuto nelle missioni della Papa Giovanni XXIII, parteciperà alla trasmissione "A sua immagine" su RaiUno, per parlare di don Oreste Benzi e dell’impatto che ha avuto nella sua vita.
Il giorno successivo, domenica 17 novembre 2024 sempre su RaiUno, la teologa Elisabetta Casadei commenterà la Messa celebrata da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro alle ore 10.00, riflettendo sul pensiero di don Benzi.
Nel libro Don Oreste Benzi: Aforismi, aneddoti e provocazioni curato da Elisabetta Casadei si trovano molte delle riflessioni di don Benzi: 600 aneddoti che spaziano in un indice tematico di oltre 400 voci. Tra queste, alla voce “poveri”, c’è una frase di forte impatto: «Il povero è il dito di Dio puntato contro di noi, non perché non ha il pane, non ha il vestito, ma perché non è considerato come persona! Questo è il pianto di Dio sull’uomo!»