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2 Marzo 2023

L'appello: un 8 marzo per le donne iraniane

Bambine avvelenate nelle scuole; la delibera del comune di Faenza
L'appello: un 8 marzo per le donne iraniane
Foto di ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Proseguono le proteste in Iran, mentre molte bambine smettono di studiare a causa delle pressioni e dei reali rischi di morte. L'Associazione dei Comuni: «Intitolare una strada alle donne vittime del terrorismo di stato». E Faenza sceglie Mahsa Amini.
Un appello a a promuovere in tutta Italia per l'8 marzo iniziative di informazione sui diritti negati nei confronti delle donne, delle ragazze e delle bambine in Afghanistan e Iran, coinvolgendo in particolare i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. Non poteva essere più attuale l'appello lanciato a febbraio dall'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, mentre si aggiunge in Iran un capitolo al già letto libro della disumanità maschile: è arrivata finalmente anche in Italia la notizia di centinaia di avvelenamenti fra le bambine delle scuole femminili iraniane, con i primi casi segnalati già a novembre dell'anno scorso. Oltre la morte della giovanissima Fatemeh Rezaei, 11 anni, avvelenata nella sua scuola, sarebbero oltre 200 i casi di avvelenamento registrati (molti di questi costituiti da crisi respiratorie gravi ma che non porterebbero al decesso). È difficile trovare in rete fonti e testimonianze dirette. Un'insegnante anonima, ripresa da più parti, avrebbe raccontato che «delle 250 giovani della mia scuola, continuano a venire in aula solo in 50». L'operazione di avvelenamento sarebbe stata un successo dunque per quell'Islam sciita radicale della cittadina di Qom, dove sono registrati la maggior parte dei casi, che vorrebbe escludere il gentil sesso dall'istruzione.

Le due correnti dell'Islam

L'Islam sciita, fortemente maggioritario in Iran, è una delle due principali correnti dell'Islam, insieme all'Islam sunnita. I musulmani sciiti credono che il Profeta Maometto abbia scelto suo cugino e genero, Ali, come suo successore e che la leadership della comunità musulmana dovesse rimanere nella famiglia di Ali. Questo ha portato alla formazione di un'identità distintiva tra i musulmani sciiti, con particolari credenze e pratiche religiose. Gli sciiti costituiscono circa il 10-15% della popolazione musulmana globale.

Dall'altra parte i musulmani sunniti (in minoranza nel Paese) seguono il Profeta Maometto come modello di vita. e si basano sul Corano e sulla Sunnah (tradizione del Profeta) per le loro credenze e pratiche religiose.

Giovani donne vittime delle repressioni in Iran

ll viceministro, sciita, della Salute (Youness Panahi) ha confermato che "l'avvelenamento delle bambine è stato intenzionale", e gli analisti farebbero risalire le azioni di avvelenamento (probabilmente condotte per via aerea e con un un debole agente organofosfato, scrive il Guardian) a vendette compiute nei riguardi delle donne per le numerose proteste che stanno continuando ad infiammare il Paese dal 16 settembre 2022, data della morte di Mahsa Amini.

La giovane di 23 anni era in custodia della polizia a seguito del suo arresto durante una protesta pacifica a Karaj, vicino a Teheran. Le altre ipotesi sul campo portano ad inseguire quei venti integralisti che vengono soffiati dai Talebani dal vicino Afghanistan.

Bambina afgana gioca in giardino
Faenza, cortile della casa famiglia. I figli accolti giocano con la nuova bambina arrivata dall'Afghanistan

Le iniziative dei comuni italiani per le donne iraniane

Numerosi comuni italiani hanno fatto proprio l'appello dell'Anci, rilanciando eventi ed iniziative di solidarietà con le donne iraniane.

Fra questi, ha anticipato tutti il Comune di Faenza, che il 21 Febbraio ha approvato all’unanimità in Consiglio comunale un ordine del giorno (scaricalo qui), a sostegno delle donne iraniane.

Spiega Gabriella Cimatti della Comunità Papa Giovanni XXIII, associazione che ha sostenuto l'iniziativa: «Le forze di maggioranza e di opposizione si sono trovate unite nel ribadire solidarietà e vicinanza al popolo iraniano e alle vittime della repressione attuata dal governo che, dopo oltre tre mesi dall’inizio delle proteste, ha portato all’uccisione di oltre 500 manifestanti, tra cui ragazzi e ragazze giovanissimi»

«Il Comune si è impegnato ad intitolare uno spazio pubblico a Mahsa Amini, come segno tangibile di sostegno e riconoscimento della sua lotta per la libertà delle donne e come esempio di martire per i diritti umani. Rappresentanti della municipalità porteranno interventi e testimonianze per sostenere, replicare e promuovere iniziative di sensibilizzazione e sostegno alla situazione delle donne in Iran».