Riportare al centro la persona e le sue necessità è il primo passo per l'accesso ed inclusione al mondo sociale e culturale delle persone con disabilità. Una serie di eventi della Papa Giovanni XXIII, come Io Valgo di Cesena, ricordano che il cammino non è finito.
La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità sottolinea l’importanza di impegnarsi per superare le barriere fisiche, culturali ed economiche delle persone con disabilità, attirando l’attenzione su temi specifici ogni anno. Nel 2024 il tema è “Un giorno all’anno tutto l’anno” e ha l’obiettivo di assicurare l’inclusione e l’accesso delle persone con disabilità al mondo sociale e culturale. L’appello è rivolto in particolare ai musei, ai parchi archeologici e ai luoghi della cultura, con l’obiettivo di rendere il patrimonio accessibile a tutti. La Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali invita queste realtà a condividere iniziative per migliorare l’accessibilità in tutte le sue forme: dalla rimozione delle barriere architettoniche a strumenti che rendano le collezioni fruibili a persone con disabilità sensoriali o cognitive. L'accesso alla cultura è uno dei pilastri dell'inclusione sociale e deve essere compreso negli obiettivi di chi si impegna per i diritti di queste persone. Come possiamo permettere l'accesso al mondo sociale e culturale? Valeria De Carolis, organizzatrice dell’evento Io Valgo a Cesena, ci suggerisce che un buon inizio è promuovere una nuova cultura della persona con disabilità. Io Valgo è stato il primo degli eventi organizzati dalla Papa Giovanni XXIII per celebrare questa Giornata. Si tratta di un occasione in cui i cittadini hanno l'occasione di condividere un giorno di festa insieme alle persone con disabilità, per vederne l'umanità oltre che la difficoltà fisica o cognitiva. Oltretutto, l'evento comprende anche un corteo per ricordare che il cammino non è finito: i diritti delle persone con disabilità hanno iniziato a ricevere attenzioni e riconoscimenti alla fine degli anni ’90, e sebbene siano stati fatti grandi passi, il traguardo non è ancora stato raggiunto.
Cremonese: i servizi non devono normalizzare ma offrire opportunità
Negli ultimi anni, sono stati compiuti significativi passi avanti per promuovere l'inclusione e i diritti delle persone con disabilità. Il G7 Disabilità ha messo in primo piano l'impegno internazionale verso l'accessibilità, l'inclusione sociale e l'eliminazione delle barriere. A livello nazionale invece, il recente Decreto Legislativo n. 62 del 2024 ha aggiornato la terminologia e introdotto strumenti innovativi come i progetti di vita personalizzati e il riconoscimento del concetto di accomodamento ragionevole. Queste misure puntano a garantire una partecipazione piena ed equa alla vita sociale, culturale e lavorativa delle persone con disabilità. Per quanto riguarda la terminologia ad esempio, il termine "condizione di disabilità" sostituisce la parola "handicap", mentre il termine "persona con disabilità" sostituisce "persona handicappata", "disabile", diversamente abile" o "persona affetta da disabilità". Il cambiamento di terminologia vuole portare al centro la persona e non la sua condizione fisica o cognitiva. Si tratta di un primo migliroamento per una cultura inclusiva.
«La nuova legge si basa su un intervento individuale, quindi coinvolge un linguaggio che parla a ciascuno non partendo del limite fisico, ma dalle risorse che ognuno ha» ci spiega Valeria De Carolis.
Nonostante questi cambiamenti, c’è ancora molto da fare. Ne parliamo insieme a Donatella Cremonese, responsabile dell’ambito disabilità della Apg23. «Alla luce di queste novità, c’è il bisogno e la volontà interrogarsi sui possibili miglioramenti. Dobbiamo chiederci cosa stiamo offrendo alle persone e se questo le rende felici.»
Donatella ricorda l’importanza degli obiettivi del G7 disabilità, e afferma che la nuova legge (Decreto Legislativo n. 62 del 2024) è stata accolta con positività, anche se non manca la consapevolezza che ci saranno delle difficoltà per renderla realtà: «La preoccupazione c’è perché si tratta di scelte rivoluzionarie dal punto di vista sociale e impegnative dal punto di vista economico. Per attuare questa legge e raggiungere gli obiettivi del G7 è necessario cambiare lo sguardo verso la disabilità. Bisogna mettere al centro la persona e fare un progetto su di essa, per darle la possibilità di esprimere il proprio valore e di poter portare un contributo unico alla società. I servizi costruiti negli anni precedenti sono concentrati sulla riabilitazione della disabilità e quindi sulla “normalizzazione” della persona. Ma l’obiettivo deve essere diverso: la persona deve avere diverse opportunità tra cui scegliere, che mettano al centro le sue particolarità. Bisogna dare l’opportunità di svilupparsi attraverso le proprie necessità e abilità».
È necessario sottolineare, come suggerisce Donatella, che se i servizi mettessero al centro le necessità della persona, con l’obiettivo di inclusione e accesso equo, il disagio della disabilità non esisterebbe più, con il monito che le strategie di miglioramento vanno adeguate alla persona e al contesto in cui vive, tenendo conto dei diversi aspetti della zona di appartenenza: sanità, cultura, servizi, ecc.
L’augurio è che gli eventi organizzati in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, portino al centro dell’attenzione la sfida principale: cambiare lo sguardo sulla disabilità e portare al centro la persona.
Gli eventi promossi dalla Comunità Papa Giovanni XXIII
Come accennato, il primo degli eventi Io Valgo ha avuto luogo a Cesena e ha riunito molte persone e associazioni in un giorno di festa per mostrare che la disabilità non è esclusione, non è un difetto e non fa paura. Ad accompagnare il corteo, durante l’evento Io Valgo ci sono stati momenti di musica insieme alla band dell’En.A.I.P “Gli Altri” e dimostrazioni sportive di Sitting Volley con il Club Cesena e di Dodgeball con la cooperativa sociale “La Pieve” .
La Comunità Papa Giovanni XXIII collabora con diversi enti locali di Cesena, tra cui anche alcune scuole, perché «le aspettative dell’evento sono di promuovere una nuova cultura della persona con disabilità, per questo vogliamo creare un contatto con gli studenti. Per una società inclusiva dobbiamo cambiare le regole del gioco - ci spiega Valeria De Carolis. - Lo slogan della Giornata Internazionale ci ricorda che oltre al corteo dobbiamo impegnarci tutti i giorni a lavorare per questa causa. Io Valgo viene preparato insieme, ma molto tempo prima iniziamo a lavorare nelle scuole e nella rete locale per ricordare che la disabilità esiste tutti i giorni».
Il corteo, quindi ha un valore educativo molto importante e coinvolge la comunità locale più di un giorno all’anno; rappresenta una battaglia continua, che viene combattuta attraverso la condivisione e il divertimento: «Vogliamo raccontare alla città il valore di queste persone, anche attraverso le loro fragilità, e vogliamo farci ascoltare riguardo i bisogni. Non vogliamo lottare, ma chiedere un dialogo. È importante ribadire l’importanza della persona con disabilità, perché essa non è un peso per la società ma una risorsa».
Io Valgo di Cesena è stato solo il primo degli eventi che riempiranno numerosi centri cittadini, come quelli che si tengono oggi 3 dicembre a Fossano, con la collaborazione delle scuole locali, a Sant’Arcangelo, con lo slogan “Chiedimi quando sono felice”, e a Crema, con laboratori, testimonianze e stand.