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2 Settembre 2019

Servizio civile: bando prorogato

Servizio civile: 164 posti in Italia e 62 all'estero. Ecco tutte le informazioni per candidarsi. Entro il 17 ottobre!
Servizio civile: bando prorogato
La riforma del Servizio Civile Universale vuole rendere possibile l'esperienza a tutti quelli che ne fanno richiesta, il bando è stato prorogato di qualche giorno per garantire a tutti la possibilità di adesione.
Come ogni anno è possibile scegliere esperienze di servizio civile in luoghi inesplorati, di frontiera. Al fianco degli ultimi e più emarginati. È possibile inserirsi in vere case famiglia costituite da madri e padri che dedicano la vita all'accoglienza di adulti e minori esclusi dalla società. I giovani partiranno per cooperative sociali, al fianco di tossicodipendenti, detenuti, disabili ed emarginati. Si possono affiancare donne vittime di tratta ai fini della prostituzione, per metterti al loro fianco nella fuga dalla strada e nel denunciare il racket.

Il bando però è in scadenza: le candidature devono pervenire entro le ore 12 del 17 ottobre 2019, ma per candidarsi è necessario aver già attivato lo SPID, ad esempio rivolgendosi ad un ufficio postale.

È possibile scrivere subito su whatsapp all'associazione oppure di chiamare il numero verde 800.913.596 per saperne di più e contattare i referenti della Giovanni XXIII.



Servizio civile all'estero

Sono 226 i posti disponibili inseriti nel bando: all'estero sarà possibile svolgere servizio civile operando come caschi bianchi in realtà di missione o nell'interposizione nonviolenta all'interno dei conflitti.

Servizio civile universale: ecco cosa è cambiato nel bando 2019

Grazie alle proposte di servizio civile della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) si può provare il servizio civile per 3 giorni.

Da quest'anno le candidature devono essere inserite direttamente online, sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili e per il Servizio Civile Universale. Grossa novità è anche che per presentare la domanda sia diventato necessario per i giovani dotarsi di uno SPID, il sistema univoco per l'identificazione online.

Torta con panna e scritta di ringraziamento
Dopo un'esperienza in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII la tirocinante ringrazia con una bella torta!
Foto di Benedetta Franzoni


È necessario avere fra i 18 e i 28 anni compiuti al momento di presentazione della domanda; l'avvio al servizio avverrà poi, dopo una selezione, fra gennaio e febbraio del 2020.

È un vero servizio civile universale?

I referenti per il servizio civile dell'associazione: «L’obiettivo di rendere il servizio civile veramente universale e aperto a tutti i giovani sembra ancora lontano, con 14.000 posti in meno nel prossimo anno rispetto a quelli previsti a finanziamento per il bando volontari 2019. Ed è in sospeso il disegno di legge per il finanziamento dei progetti in graduatoria, che prevedeva 70Milioni di euro aggiuntivi».

Come presentare la propria candidatura

Possono presentare domanda giovani italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra 18 e 28 anni, senza precedenti penali. Il servizio civile con la Comunità Papa Giovanni XXIII dura 12 mesi e impegna 25 ore settimanali. I giovani ricevono un contributo spese di 439,50 euro mensili. Nei progetti all’estero viene aggiunta una diaria giornaliera che va dai 13 ai 15 euro a seconda del Paese di destinazione.

Tra le varie realtà dove è possibile svolgere il servizio c'è la Comunità Papa Giovanni XXIII che ha storicamente contribuito all'approvazione delle leggi per il servizio civile in Italia e all'estero. Quest'anno sono 164 in Italia e 62 all'estero i posti disponibili presso la Comunità diffusa in tutta Italia ed in 42 Paesi del mondo. Superare la malnutrizione in Zambia, offrire un tetto e un pasto a chi vive in strada in Kenya e Bolivia così come in Albania, integrare i disabili in Bangladesh e Sri Lanka, contribuire alla rimozione delle cause che creano ingiustizia a Ginevra presso le Nazioni Unite. Si tratta di vere esperienze di vita in case di accoglienza, centri diurni, case famiglia.

Un'importante novità di quest'anno è la modalità di presentazione delle candidature: la domanda sarà indirizzata direttamente all’ente che realizza il progetto prescelto esclusivamente attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone.

Per accedere ai servizi occorre possedere lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale  sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede.

Gli incontri di presentazione dei progetti in Italia e all'estero

In Emilia Romagna, Lombardia e Liguria sono organizzati degli incontri di presentazione dei progetti di servizio civile attivi in Italia e all'estero. In particolare vi segnaliamo l'evento di Bologna del 20 settembre 2019.

Come provare per 3 giorni il servizio civile universale

La possibilità di vivere per 3 giorni all'interno delle realtà Apg23 è consigliata fino alla chiusura del bando, dunque indicativamente dovrebbe concludersi entro l'inizio di ottobre 2019. Offre ai giovani la possibilità di conoscere lo stile dell'associazione e di fare scelta più consapevole.

Il modo migliore per aderire è quello di scrivere su whatsapp all'associazione oppure di chiamare il numero verde 800.913.596. Si verrà messi in contatto diretto con i referenti dell'associazione presenti in tutta Italia.

Ecco il servizio civile in una casa famiglia

Benedetta Franzoni, 24 anni, ha avuto la possibilità di provare l'esperienza di vita in una casa famiglia, grazie ad un tirocinio universitario a Mantova per l'indirizzo di educatore professionale sanitario.

«La casa famiglia San Giovanni Bosco — racconta Benedetta — accoglie due giovani donne,un ragazzo adolescente, e un giovane. Negli ultimi mesi ha accolto in modo temporaneo un ragazzino psichiatrico di 12 anni, una ragazzina disabile di 14 anni affetta da tetraparesi spastica ed una ragazza disabile di 24 anni con tetraparesi spastica distonica». Una bella sfida davvero.

Continua Benedetta, che racconta la vita in casa: «Non vi è una vera e propria settimana tipo perché il contesto casa famiglia non lo prevede e si vive il quotidiano come in una qualsiasi altra famiglia. Le giornate sono scandite secondo un ritmo proprio famigliare: dopo la colazione ogni accolto si dedica alle sue attività di lavoro o di studio; poi c'è un momento di pranzo insieme. Nel pomeriggio ci sono attività di studio, lavoro, oppure di manutenzioni, commissioni esterne. C'è un tempo per le pulizie, per il giardinaggio, per i colloqui personali. Poi si cucina e si partecipa ad uscite e attività ricreative con gli accolti. Prima di cena è ora delle docce e dello svago, per poi concludere con la cena e la serata assieme».

Si guarda un film, si gioca insieme, si fa una passeggiata. Alcuni giovani in servizio civile preferiscono trasferirsi a vivere — dove è possibile — nella sede; altri vanno alla mattina e tornano dopo un certo numero di ore concordato con il responsabile della struttura.

«Un'attività che ho trovato interessante e alla quale ho partecipato in modo attivo è stata una raccolta fondi: tra il 18 e 19 maggio la casa famiglia  si era proposta di acquistare un pulmino da 9 posti per restituire quello che aveva in prestito. Assieme ai ragazzi abbiamo preparato alcuni cartelloni, e creato dei mini-pacchetti di caramelle assortite: li davamo come omaggio a chi lasciava un'offerta. La raccolta si è rivelata un successo e sono stati raccolti più di 3.000 euro! E' stata l'attività che mi ha fatto riflettere maggiormente, perché mi ha visto impegnata in prima persona. Sono stata coinvolta fin da subito, e tutti gli accolti hanno collaborato per favorire una buona riuscita. Ho instaurato un ottima relazione fatta di fiducia ed affetto con tutti; sin dal primo giorno c’è stata grande empatia con tutti e questo mi ha fatto sentire a mio agio e tranquillizzata molto».

Le statistiche: come i giovani vengono a conoscenza del bando per il servizio civile

Patricia, ragazza in servizio civile
Patricia 29 anni, laureata in Diritti Umani. Volontaria in Servizio Civile con la Comunità Papa Giovanni XXIII
Foto di Nicoletta Pasqualini


Secondo l'ufficio Obiezione di Coscienza e la pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, il 50% dei ragazzi viene a conoscenza dell'opportunità di svolgere servizio civile attraverso il passaparola; segue il web con un 30% di riscontri. Altri modi in cui un giovane può venire a conoscenza del bando negli anni scorsi si sono rivelate (per un 20% circa) le newsletter, le pubblicità stampate, oppure un volantino raccolto casualmente durante un concerto. L'hashtag più indicato per promuovere l'esperienza è #scegliamolapace

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