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10 Ottobre 2020

10 ottobre - Giornata europea contro la pena di morte

Dunque anche contro l'ergastolo. «Con la pena di morte si uccide un corpo e si libera un'anima, con la pena dell'ergastolo si uccide un'anima e si tiene prigioniero un corpo». Parola di un ex ergastolano.
10 ottobre - Giornata europea contro la pena di morte
Foto di Comfreak
C'è una pena di morte che non finisce mai, "La pena di morte viva", l'ergastolo. Lo ricorda anche Papa Francesco nell'Enciclica "Fratelli tutti".
Una volta dissi a don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che si era schierato contro la pena di morte nel mondo, queste parole: «Don, scusa la franchezza: perché lottate contro la pena di morte che per noi ergastolani è l’unica pena che ci può far uscire dal carcere? Perché ci volete togliere l’unica speranza che abbiamo? Una pena che non finisce mai non è umana, né razionale. L’incubo dell’ergastolano è di morire di vecchiaia, perché più uno campa e più il suo fine pena si allontana. La pena di morte è molto più buona, giusta e, soprattutto, vicina, dell'ergastolo. Se veramente ci volete salvare, se veramente ci volete dare una mano, lottate anche per l’abolizione dell’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio, altrimenti lasciateci morire in santa pace». 

Cos'è l'ergastolo?

Don Oreste, e tutta la sua Comunità, prima ancora di Papa Francesco, si attivò subito per sensibilizzare l’opinione pubblica per l’abolizione della pena dell’ergastolo. 
Molte persone forse non si rendono conto che nel mondo esiste anche una pena di morte che non finisce mai, esiste “La pena di morte viva”, l’ergastolo. Lo sa però Papa Francesco, che nella sua enciclica "Fratelli tutti” ha ribadito: «Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono dunque chiamati oggi a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego con l’ergastolo. […] L’ergastolo è una pena di morte nascosta».
Sulla crudeltà della pena a vita basti ricordare come il codice penale francese del 28 settembre 1791, pur prevedendo la pena di morte, avesse abolito l’ergastolo, ritenuto, molto più della pena capitale, disumano, illegittimo e inaccettabile. Voglio ricordare che l’ergastolo ostativo ai benefici non è meglio, né peggio della pena di morte: è la stessa cosa; che gli anni che passa un ergastolano non sono anni di vita, sono anni di morte; che l’ergastolo uccide più della pena di morte, perché ti lascia in vita il corpo, ma ammazza l’anima; che l’ergastolano in vita ha tutto da perdere, mentre con la morte ha tutto da guadagnare, perché non si può apprezzare la vita se si è morti dentro. 

L'ergastolo: una morte a rallentatore

La pena dell’ergastolo è una morte al rallentatore: si muore un po' tutti i giorni e ogni giorno un po’ di più… Nelle carceri italiane ci sono uomini ombra, fantasmi, né morti e né vivi, né vivi e né morti. 
Per più di un quarto di secolo di carcere duro, convinto che di me sarebbe uscito solo il mio cadavere, (ma io sono l’eccezione che conferma la regola) mi sono chiesto spesso: perché non dare agli ergastolani la possibilità di scontare la pena in modo intelligente, lavorando o aiutando gli altri? Perché non dar loro la possibilità di un'esistenza nuova? Perché tenerli chiusi per tutta la vita, in solitudine, in un bozzolo di niente? Perché impedire loro un futuro? Perché impedire la speranza di continuare ad esistere per condanne subite dieci, venti o trenta anni prima? Che senso ha avere sostituito la pena di morte con l’ergastolo? Una società che non uccide i suoi simili perché preferisce tenerli murati vivi dentro una cella tutta la vita, è una società malata e cattiva alle radici. Non può una persona essere colpevole per sempre. Con la pena di morte si uccide un corpo e si libera un’anima, con la pena dell’ergastolo si uccide un’anima e si tiene prigioniero un corpo. 
Spero che il 10 ottobre, giornata europea contro la pena di morte, lo diventi anche per l’abolizione dell’ergastolo.