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6 Giugno 2024
Ultima modifica: 6 Giugno 2024 ore 09:47

A caccia disperata di like. Quando i social creano dipendenza

WeCa lancia un tutorial sugli effetti dei social sul cervello
A caccia disperata di like. Quando i social creano dipendenza
Foto di Foto di Becca Tapert su Unsplash
L'associazione webcattolici italiani, ha pubblicato un tutorial intitolato "I cicli di ricompensa: ecco come i social danno dipendenza", scritto da suor Rose Pacatte. Consigli pratici per un uso consapevole e bilanciato della tecnologia.
Un tutorial sugli effetti che fa al nostro cervello l'overdose quotidiana di social è stato lanciato pochi giorni fa sui canali facebook e youtube da WeCa, l'Associazione WebCattolici Italiani punto di riferimento per i webmaster cattolici e per tutti gli appassionati alle nuove tecnologie.

Si intitola “I cicli di ricompensa: ecco come i social danno dipendenza” ed è stato scritto da suor Rose Pacatte, Direttrice del Centro paolino per gli studi sui media e critica cinematografica. Nelle paoline dall'età di 15 anni, l'esperta americana da anni si occupa di educazione e media e continua instancabile a valorizzarne l'utilità, ma anche a raccomandare al mondo degli adulti di sostenere bambini e ragazzi nell'utilizzo consapevole dei social dato che le nuove generazioni sono ormai iper-connesse. «È fondamentale insegnare ai bambini fin da piccoli a riconoscere i valori comuni della vita e le proprie virtù, e insegnare che questi sono linee guida per coinvolgersi nei social media. Scegli delle regole di casa per quanto riguarda il tempo davanti allo schermo e mantienile tu stesso. I media infatti normalizzano i comportamenti, non mostrano costantemente le conseguenze delle scelte. I media spesso sfidano e provocano i nostri  valori di riferimento».
Il richiamo sembra proprio sostenere i più recenti studi che lanciano l'allarme sul fenomeno cosiddetto "scrolling infinite",  ovvero lo scorrere rapidamente i contenuti in rete o sui social network per trovare qualcosa da vedere e superare la noia e la solitudine, ma con un flusso continuo di contenuti. Senza pausa. Basta un gesto del dito sullo smartphone o sul mouse ed ecco un video, una foto, un reel, una news. E poi metti mi piace, condividi, ...

Nel mondo infatti oltre il 66% della popolazione oggi utilizza Internet, con gli ultimi dati del Digital Global Report 2024 che indica un totale di 5,35 miliardi di utenti. Negli ultimi 12 mesi gli utenti di Internet sono cresciuti dell’1,8%. Il “tipico” utente trascorre 2 ore e 23 minuti al giorno utilizzando i social. Gli adolescenti sono sempre più a rischio di abuso di social media. Le ragazze over 16 stanno infatti in media 7 ore e 32 minuti online. I paesi più "virtuali" sono Sud Africa, Brasile e Filippine. L'Italia è al 36° posto con una media di 6 ore online al giorno.

Come si fa a capire se si è dipendenti dai social?

«È importante affrontare la nostra relazione con la tecnologia con discernimento e equilibrio - spiega il tutorial. Mentre i social media e i giochi possono offrire opportunità preziose per la connessione e l'intrattenimento, possono anche influenzare negativamente la nostra salute mentale ed emotiva se non vengono utilizzati in modo consapevole».
Occhio alla dopamina, avverte la docente di WeCa Alessandra Carenzio, perché per raggiungere quella sensazione di euforia e di soddisfazione che procura vedere tanti like ad un post o reel pubblicato si attiva senza interrompersi il ciclo di ricompensa della dopamina. «Questo ciclo è un processo ormonale nel nostro cervello in cui la dopamina, un neurotrasmettirore associato a piacere e ricompensa, viene rilasciata in risposta ad attività determinate. Questo rilascio di dopamina crea una euforia, una sensazione di soddisfazione e di piacere che rinforza il comportamento che ha portato al suo rilascio». L'uso dei social può portare a «schemi di comportamento compulsivo mentre ci mettiamo alla ricerca di quella scarica di dopamina ancora e ancora». 




Come liberarsi da questa dipendenza?

Occorre darsi delle regole - spiegano gli esperti di WeCa. Per esempio «usare i tracker del tempo di utilizzo dello schermo». Un'altra strategia utile: «diversificare le nostre attività e interessi oltre il mondo digitale».
Attività all'aria aperto, una partita a scacchi con gli amici, ascoltare musica in compagnia sono esempi di hobby che danno piacere e che possono aiutare a «ridurre la dipendenza dalle scariche di dopamina fornite dagli schermi».
Per affrontare anche la sensazione di delusione che si può vivere sui social, un terzo consiglio è quello di valorizzare la "digital mindfullness" uno strumento per diventare più consapevoli delle proprie emozioni, pensieri e comportamenti e «identificare gli stimoli e i modelli che ci creano dipendenza».

Nonostante la velocità dei social e delle sensazioni di soddisfazione o delusione che procurano, si è ancora in tempo per scegliere una pausa e riflettere. D'altra parte come ricorda l'esperta di Internet, suor Rose Pacatte, «nel mondo dei social dobbiamo diventare sempre più intenzionali» cioè chiederci, ragionando, se ci sto oppure no, essere davvero consapevoli dei comportamenti e modelli proposti per aderire oppure rifiutarsi, facendolo non sempre in modo impulsivo e immediato.
La soddisfazione delle nostre vite non si realizza solo nel mondo virtuale.