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15 Ottobre 2022

Accogli il fratello che soffre

Chi non è fecondo nell'amore muore: il suo ciclo di vita è chiuso
Accogli il fratello che soffre
Foto di Oscar Baffoni
In quanto persone credenti siamo chiamati a fare attenzione e agire quando vediamo un fratello che soffre. In questo scritto don Oreste Benzi spiega l'importanza dell'amore rivolto ai fratelli, figli dello stesso Padre.
L’amore a Dio rivolto ai fratelli è la fraternità. Ebbene, o una comunità è questo o invecchia precocemente, perché là dove non c’è più amore non c’è più fecondità e dove non c’è fecondità c’è la morte.
La persona che avverte che non è più feconda, sente che il suo ciclo vitale è chiuso; perciò muore, invecchia, perché non serve più. Fino a quando invece tu sarai divorato da questo amore, la tua fecondità non finirà. Allora tu sarai sempre vitale, non c’è più l’età, sei fuori dall’età, sei nell’eterno, sei già in uno spazio infinito.
La comunità non avrà nemmeno la capacità di suscitare nuove vocazioni nella misura che non sarà più feconda, cioè nella misura che non sarà più amore, nella misura che il centro sarà l’io anziché il tu.

State bene attenti, però: questo centro nuovo si realizza per via obbligata, di volta in volta, intorno all’uomo che soffre.
Come ci insegna la parabola del buon Samaritano, chi si trova per caso vicino a chi soffre ha verso di lui il dovere di essere prossimo. È un dovere proprio di tutti i credenti, ma a noi della Comunità Papa Giovanni XXIII, per una luce particolare ricevuta, ci è stato dato di viverlo come specifico dell’esistenza e come via per la costruzione della Chiesa.
Quando io sento che ci domandiamo cosa dobbiamo fare per inserirci nella realtà ecclesiale dove viviamo, dico: fa’ questo e vedrai come ti inserisci. Ti si aprono tutte le porte, perché molti si commuovono per i poveri ma pochissimi mettono la vita con la vita degli ultimi. Pochi.
È facile commuoversi mentre è difficile legarsi, legarsi a loro in tutti gli ambiti di vita dove ci troviamo, sul lavoro, nella scuola, nel quartiere dove siamo. 

Ma la vera cartina di tornasole sapete qual'è? Riscoprire il fratello che più soffre in Comunità. Specialmente in questi ultimi tempi mi sono sentito molto in colpa ma anche molto gioioso perché ho compreso sempre più che io scoprirò tutti i poveri nella misura che scoprirò il mio fratello che più soffre all’interno della mia Comunità. Se c’è un modo di essere su questa terra è quello di non lasciare soffrire nessuno da soli, ad iniziare da chi mi è prossimo nella fede, come dice Paolo.
Per questo devo avere un fiuto particolare per chi più soffre nella mia Comunità, perché io sia con lui, in maniera del tutto gratuita, senza andare a pensare cosa otterrò.
Io so solo che devo amare e basta! Nell’amore non si esagera mai. Noi moriamo nella misura che non amiamo.