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13 Marzo 2024
Ultima modifica: 13 Marzo 2024 ore 13:32

Aiutiamoli a casa nostra

La famiglia pachistana senza casa è stata accolta nel paesino con pochi nati
Aiutiamoli a casa nostra
Da Nord a Sud un piccolo miracolo dà una casa alla piccola Fatima, nel giorno del suo compleanno. E lei dà già subito il suo piccolo contributo nel conteggio dei nuovi nati.
«È vero che il posto è po' sperduto, ma per la prima volta ci sentiamo liberi. Qui possiamo immaginare un futuro più sicuro, per noi e per Fatima».  
 
Muhammad e Isba hanno concluso sulle colline di Valledolmo, ad un'oretta d'auto da Palermo, il loro viaggio dal Pakistan. È il 13 gennaio; sono arrivati giusto in tempo: il 18 gennaio si festeggia il primo compleanno della  bimba. «Ovunque incontriamo persone che ci fanno sentire a casa e in famiglia». Nell'entroterra siciliano il comune di Valledolmo contava 8000 abitanti negli anni '50; oggi ospita solo 3000 persone

Prima di arrivare in Italia Muhammad viveva in Francia, dove gestiva un negozio insieme al padre; ma le cose non sono durate molto. Quando il papà è mancato lui si è dovuto trasferire a Torino. Poi i genitori hanno scelto per lui Isba come sposa; dopo la grande festa di nozze (celebrata in Pakistan) la coppia si è ritrovata a giugno dell'anno scorso in povertà, sola e senza aiuti, nel capoluogo piemontese. La mancanza di lavoro non permetteva di pagare i costi di un appartamento.  
Mamma, papà e bambina in braccio
Muhammed e Isba hanno concluso sulle colline di Valledolmo, ad un'oretta d'auto da Palermo, il loro viaggio dal Pakistan.

Intanto, più a Sud, nel comune siciliano di Valledolmo molte filiere restano a rischio chiusura. Qui mancano i lavoratori: c'è da seminare il grano; i vigneti faticano a rifornire due importanti cantine; d'estate il pomodoro siccagno, che è in grado di vivere con pochissima acqua, attende di essere raccolto. Muhammad e Isba hanno ottenuto qui la loro prima residenza italiana. È il il 24 gennaio 2024.  
 
Muhammad era giovane ma sentiva su di sé tutta la responsabilità di mantenere sua moglie e di sua figliae
Stefano Bruscu

Il Sindaco Angelo Conti è convinto di aver di fronte a sé un'opportunità da non perdere: ha deciso di mettere a disposizione di papà, mamma e bambina un appartamento di famiglia, sulla base di un progetto agricolo che da tempo aveva nel cuore.  
«In molte parti d'Italia è possibile risolvere il problema dell'abbandono dei piccoli centri contemporaneamente al problema della gestione dei flussi migratori. La sfida più difficile è  quella di trovare alloggi idonei, ecco perché ho deciso di giocarmi in prima persona».  
In paese ci sono moltissime case chiuse e disabitate, molte delle quali decadenti.  
«Valledolmo - continua - negli ultimi tre anni ha perso 220 persone; vuol dire che fra trent'anni di questo passo qui avremo solo ultraottantenni. Se non sapremo diventare accoglienti, fra quarant'anni questo paese scomparirà».
Straniero mostra soddisfatto il suo camice di lavoro.
Mohamed, pakistano, ha trovato lavoro dopo essere stato accolto.
  
Il percorso di Muhammad e Isba verso l'emancipazione ha richiesto molta determinazione: quando la donna era andata l'8 gennaio a recuperare il proprio permesso di soggiorno per motivi familiari, le è stato consegnato - come spesso accade - un documento già scaduto. Le restavano solo poche settimane per presentare una nuova domanda. 

Come cambia la demografia italiana

E poi c'è la sfida culturale: «A Valledolmo - continua il sindaco Conti - vivono pochissimi stranieri; le persone non sono abituate all'incontro con altre culture.  
Ieri ho chiesto all'anagrafe l'elenco dei morti e dei nati: a fronte di 65 deceduti fra i residenti nel 2023 si son registrate 16 nascite. Fra queste si conta anche la neo-arrivata Fatima, che porta il suo piccolo contributo positivo».  
 
La famiglia della bimba ha dovuto attraversare in treno tutta Italia per trovare casa: solo pochi mesi prima, molto più a Nord, Muhammad e Isba si erano recati al Centro d'ascolto Liberamente, gestito a Torino dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Il centro iniziò a prendersi cura della loro storia, e riuscì ad individuare per loro un'unica possibilità abitativa e lavorativa in questo comune siciliano. Non avendo ancora residenza in Italia, nessun servizio sociale si sarebbe infatti preso cura di loro.  
 
Il centro avviò per loro una raccolta di donazioni: i poco più di 2000 euro raccolti sono serviti poi per pagare alcune bollette, il viaggio, le spese per i documenti, ma soprattutto per chiudere con il passato.  


Stefano Bruscu, operatore del centro Liberamente, per primo aveva raccolto il loro appello: «Muhammad era giovane ma sentiva su di sé tutta la responsabilità di mantenere sua moglie e di sua figlia. Guadagnava meno di 800 euro al mese con le consegne a domicilio; la sua era una richiesta di aiuto dignitosa e allo stesso tempo disperata».  E arrivando all'oggi: «Nei prossimi giorni sarà assunto. Ha iniziato anche ad inserirsi nei progetti di impegno civile del municipio».  




Il Centro d'ascolto festeggia con il 2024 il terzo anno di attività, continua Bruscu: «Siamo in 12 fra volontari ed operatori; fra i servizi che offriamo, grazie anche all'aiuto di alcuni giovanissimi studenti delle superiori e dell'università, c'è il doposcuola. Lo frequentano molti ragazzini stranieri i cui genitori sono al lavoro. Poi ci sono i laboratori con i bambini con disabilità e stiamo progettando percorsi di sostegno di chi esce dal carcere. Vogliamo anche stendere un vademecum per quei comuni che vorranno seguire il percorso accogliente intrapreso da Valledolmo».  

Come contribuire alle iniziative di solidarietà

È possibile sostenere le attività del centro con donazioni a: Associazione Condividere Comunità Papa Giovanni XXIII, IBAN: IT98F0501801000000011406196, causale: "Centro Liberamente da Sempre Magazine" oppure con Satispay inquadrando dall'App il QRcode di Condividere Torino .